Il cambiamento climatico è realtà?
PER AFFRONTARE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
OCCORRE CAMBIARE I POLITICI
Il cambiamento climatico è realtà? (1)E allora la prima risposta non deve passare attraverso le case da ristrutturare a spese insostenibili per i piccoli proprietari. Ma attraverso il cambiamento della classe politica, nazionale e locale. Perché, invece di perdere tempo in convegni inutili, sarebbe più opportuno pulire i tombini, curare le sponde, occuparsi dei rii di montagna, rifare la rete fognaria.
Ma sono tutti interventi che non garantiscono l’adeguata visibilità. Il presidente dell’Emilia Romagna può abbassarsi a discutere di scarico delle acque? Certo che no! E poi i soldi servono per creare le reti di sostegno per giovani migranti che delinquono. Premiati con case popolari, sale giochi, campi sportivi. Non ci sono soldi per adeguare il territorio alle nuove piogge, ai venti, alle temperature che cambiano.
D’altronde il presidente emiliano è in buona compagnia. Quella del ministro Musumeci che, tanto per fare sapere di esistere, propone a tutti gli italiani di assicurarsi contro i danni provocati dal maltempo, dal momento che il governo utilizza il denaro pubblico per sostenere la guerra di Zelensky e, dunque, non ha risorse per mettere in sicurezza l’ambiente. Al di là del fatto che le compagnie di assicurazione hanno accolto con una risata sprezzante la proposta di Musumeci.
E allora, invece di dedicarsi all’onanismo intellettuale sulla percentuale di responsabilità umana di cambiamenti climatici che ci sono sempre stati, sarebbe più opportuno impegnarsi sulle risposte da dare. Sugli interventi da attuare. È stupido insistere a garantire risarcimenti a chi si ostina a coltivare prodotti che, in pianura, non possono più essere coltivati. Sarà la fortuna della montagna, se solo ci sarà la capacità di approfittarne. Mentre la pianura dovrà cambiare produzioni.
Non è una novità. Erano in grado di farlo i contadini medievali, non si capisce perché non si possa fare adesso. Solo per pigrizia mentale? Gli aiuti pubblici devono andare a chi cambia, non a chi piange perché rifiuta di cambiare. Ci saranno ulivi sulle colline del Nord, ci saranno vigneti sopra i mille metri. Ed anche il Sud ha le montagne su cui investire. E se in pianura arriveranno coltivazioni di prodotti esotici, non sarà un dramma. Abbiamo italianizzato il pomodoro, abbiamo europeizzato la patata, abbiamo alpinizzato il mais. Ci sarà qualcosa in più di cui appropriarci.
Approfondimenti del Blog
(1)