C’è il diritto all’eleganza…

 

PER LA GAUCHE CAVIAR NON ESISTE IL DIRITTO ALLA CILIEGIA


C’è il diritto all’eleganza – come spiegava il compagno Soumahoro, noto intellettuale della sinistra immigrazionista – ma non c’è il diritto alla ciliegia, come invece precisano i compagni dell’Inkiesta. Perché se sei uno straccione che non guadagna abbastanza, non devi mugugnare roso dall’invidia sociale se vedi un armocromato del PD divorare un kg di amarene mentre tu apri una scatoletta di tonno in offerta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ovviamente, per la gauche caviar e intello, la ciliegia è soltanto il simbolo della sacrosanta differenza tra loro ed il popolo che non è abbastanza ricco per potersi permettere di essere di sinistra. E che non è abbastanza stupido per seguire le indicazioni del ministro cognato miracolato. Perché, come spiega Lollo, i poveri per risparmiare possono andare a fare acquisti direttamente dal contadino alla fine del turno in fabbrica. Con una quarantina di euro di benzina e di autostrada (i treni non fermano in mezzo alla campagna, se il ministro non è a bordo), si possono risparmiare anche 3/4 euro al kg. E con 100 kg di ciliegie si fa un affare. Peccato buttare poi 95 kg perché, prima di riuscire a mangiarle, sono andate a male.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma se il ministro ha curiose perturbazioni cerebrali, per i compagni dell’Inkiesta è proprio una questione politica e sociale. “A ciascuno secondo i suoi bisogni”? Marx è finito in soffitta per la sinistra armocromata che ama Capalbio, St. Moritz, gli yacht ed i senatori a vita. Anche le ciliegie sono una prerogativa esclusiva della gauche intello e molto chic interpretata, in questo caso, da Guia Soncini. Così come il pane a 9 euro al kg (ma in Vallée d’Aoste si arriva a 10 euro). Se non potete permettervi il pane, mangiate le brioche. Come avrebbe spiegato Maria Antonietta.

“Se non hanno il pane, che mangino brioche!” (Maria Antonietta)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il tragico è che non si tratta di una Moretti qualunque, di una trafugatrice di profumi in aeroporto, di una Cirinnà con cane milionario. È l’opinione di una testa pensante della nuova sinistra. I lavoratori italiani non hanno il diritto alla ciliegia, né alla spiaggia, né allo sci. Schiavi a poco prezzo, con il dovere di accoppiarsi tra poveri per garantire la manodopera al padronato impegnato a sputare il nocciolo della ciliegia sul viso dei poveri affamati.

In fondo la plebe non si contendeva con i cani le ossa lanciate dai padroni sotto al tavolo nei banchetti di un tempo felice?

Redazione Electo
Augusto Grandi

 

 

 

 

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