Continua a crescere ogni ora che passa il numero dei giornalisti uccisi da Israele nel conflitto di Gaza

 

PIÙ DI 60 GIORNALISTI ASSASSINATI A GAZA DAGLI ISRAELIANI.

ma l’ordine dei giornalisti italiani si occupa delle desinenze di genere


Altri due giornalisti sono stati assassinati dagli israeliani a Gaza. Erano iraniani. E pronta è scattata la protesta indignata dell’ordine dei giornalisti italiani. Così come era scattata dopo l’assassinio degli altri 60 colleghi sempre per mano israeliana. Lo sciopero sarà sicuramente proclamato nelle prossime ore. O forse no. Forse il sempre più schierato ordine professionale preferirà continuare a far finta di niente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E poi le due ultime vittime, un uomo e una donna, erano iraniane. Dunque cattive. Perché l’informazione che ha diritto di esistere è solo quella ufficiale, quella preconfezionata dai buoni. Se no a cosa serve essere politicamente corretti? D’altronde l’ordine dei giornalisti non ne fa soltanto una questione di nazionalità. Preferisce puntare sull’adeguamento alla narrazione buonista, atlantista, adeguata alla cancel culture.

Ascanio Raffaele Ciriello, Andrea Rocchelli. Chi li ricorda più? Chi li ricorda mai? Il primo assassinato dagli israeliani, il secondo dagli ucraini. Morti scomode, da dimenticare, da cancellare. Perché la libertà di stampa non vale se si raccontano verità scomode per gli amici degli amici. E Kiev e Tel Aviv sono dalla parte dei buoni, quindi possono uccidere i giornalisti scomodi. Allo stesso modo si ricorda raramente il Cermis, e ancor meno l’aereo Argo.(1)

I corsi di aggiornamento professionale per giornalisti sono dedicati alla repressione in Iran, non al racconto degli omicidi compiuti in Italia dagli amici, dai buoni, dai padroni stranieri. Meglio soffermarsi sulla fondamentale discussione se sia meglio avvocata o avvocatessa, professora o professoressa. Nulla è più importante, nella professione, rispetto alle desinenze di genere. Più di 60 giornalisti assassinati a Gaza? Solo un dettaglio irrilevante. Cattive. Perché l’informazione che ha diritto di esistere è solo quella ufficiale, quella preconfezionata dai buoni. Se no a cosa serve essere politicamente corretti? D’altronde l’ordine dei giornalisti non ne fa soltanto una questione di nazionalità. Preferisce puntare sull’adeguamento alla narrazione buonista, atlantista, adeguata alla cancel culture.

Andrea Marcigliano
Enrico Toselli

 

 

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