Volkswagen è pronta a licenziare migliaia di lavoratori tedeschi

POLITICI E CORPI SOCIALI INDIFFERENTI AL DECLINO

INARRESTABILE PER LA LORO INCAPACITÀ


Volkswagen è pronta a licenziare migliaia di lavoratori tedeschi. E, probabilmente, non saranno gli unici stabilimenti ad essere ristrutturati o chiusi. In Italia Stellantis sta facendo un massiccio ricorso alla cassa integrazione negli ex stabilimenti Fiat. Ma Urso è impegnato a cercare un nuovo produttore, magari cinese, che venga a fabbricare auto in Italia. Da vendere a chi? Questo non sembra essere rilevante per il ministro meloniano. E neppure per i suoi fans che continuano a disinteressarsi della destinazione delle vetture prodotte. Troppo impegnati a fare i reggicoda di Confindustria per trovare il coraggio di dire che è il sistema a non funzionare, non il modello delle auto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un sistema che ha reso il trasporto privato, basato sul continuo rinnovamento del parco vetture, insostenibile per gran parte della popolazione non solo italiana ma anche europea. Troppo care le vetture, troppo alto il costo dei carburanti, troppo elevati bollo e assicurazione. Però bisogna produrre di più per riempire i piazzali.

Cosa non è chiaro, a lorsignori, nel concetto di competitività? E che un lavoratore in Cina, in Ungheria, in Tunisia costa meno di un lavoratore italiano, francese, tedesco? O che le materie prime, in Europa, non ci sono? Cosa non è chiaro nel concetto di lavoro povero? E che un lavoratore italiano, sottopagato, costerà comunque di più di un collega asiatico o nordafricano ma non avrà il potere d’acquisto per comprare i prodotti italiani?

Cosa non è chiaro, a lorsignori, nei concetti di innovazione, qualità, professionalità, cambiamento? Forse non è chiaro che si tratta di obiettivi raggiungibili solo con personale qualificato e che deve essere retribuito adeguatamente? Forse credono davvero che sia sufficiente far arrivare eserciti di disperati privi di ogni competenza per risolvere i problemi?

 

 

 

 

 

 

 

Cosa non è chiaro, a lorsignori, nel concetto di consumi di prodotti italiani? Forse la differenza tra prezzi e retribuzioni? Forse non si accorgono che, nei mercati rionali, i banchi di artigianato di qualità sono deserti mentre ci si affolla ai banchi alimentari?

Eppure la politica ed i vertici dei corpi intermedi continuano a far finta di nulla. Le associazioni di categoria continuano a pretendere denaro pubblico per investimenti che dovrebbero essere privati. Il governo continua a far cassa con ceto medio e pensionati, riducendo ulteriormente la possibilità di consumi per rianimare le produzioni. Non un dialogo tra sordi, ma un dialogo tra indifferenti. Forse tra idioti, ma sarebbe scortese anche solo pensarlo.

Redazione Electo
Augusto Grandi

 

 

 

 

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