La fine delle forme di potere si preannuncia con la paranoia
PUTIN E IL MANICOMIO AMERICANO
La fine delle forme di potere, delle illusioni e degli imperi si preannuncia con la paranoia: si potrebbero portare mille esempi di questa degenerazione cognitiva, ma quella oggi più evidente riguarda Putin, l’odiato presidente russo che ha rotto le uova nel paniere agli Usa dopo la caduta di Eltsin che era il loro ubriacone di riferimento. Non sono riusciti a mettere le grinfie sulla Russia e questo – come succede ai delinquenti – ha provocato un odio violento nei confronti di questo personaggio accusato della morte di chiunque in Russia e comunque di molti dei punti di riferimento occidentali che probabilmente sono stati soppressi proprio da chi li ha usati nel momento in cui non servivano più o diventavano mine vaganti.
Ad ogni modo – secondo quanto nota un analista molto acuto – oltre due anni di narrazioni sull’Ucraina hanno avuto proprio Putin come perno della macchina informativa. All’inizio dell’operazione speciale la propaganda occidentale ha megafonato a tutto volume la tesi sulla completa inevitabilità di una rivoluzione in Russia e sul rovesciamento del temuto dittatore Putin. Questo ineluttabile risultato è stato presentato come ovvio: i poveri e disperati russi, non appena fossero stati privati dell’accesso a McDonald’s, Netflix e ai videogiochi, si sarebbero sollevati e avrebbero rovesciato Putin. Disgraziatamente i russi non hanno il livello intellettuale dell’americano medio e la mancanza del cheeseburger plasticoso o la grossolana propaganda di Netflix, camuffata da intrattenimento, non hanno innescato alcuna rivolta. Anzi hanno rinvigorito lo spirito russo.
Tuttavia, non essendo accaduto ciò che era considerato ovvio, la propaganda occidentale è passata a profetizzare l’inevitabile collasso dell’esercito russo: i coraggiosi nazisti col conto in dollari (ma quello lo avevano anche negli anni ’30 del secolo scorso), dopo aver ricevuto ogni sorta di armi occidentali, avrebbero conquistato una città russa dopo l’altra. E a quel punto i russi avrebbero rovesciato Putin.
Ma non è accaduto nemmeno questo e il successivo ordine del giorno presente in tutta l’informazione, è stato che la controffensiva ucraina, lanciata nell’estate del 2023, avrebbe deciso l’esito della guerra. Colonne di mezzi pesanti con i migliori (o almeno i più costosi) carri armati del mondo, sarebbero riusciti a sfondare in Crimea… e a quel punto i russi avrebbero finalmente rovesciato Putin.
Nemmeno questo è accaduto: dopo uno spaventoso bagno di sangue di cui la Nato e Washington portano tutta la responsabilità, gli ucraini non sono riusciti a penetrare nemmeno di un metro le difese russe, i carri così elogiati sono stati distrutti, le armi magiche dell’occidente hanno esposto le loro viscere, per così dire, a tutto il pianeta. Così è stato giocoforza cambiare registro e si è scelto quello della situazione di stallo che sarebbe durata per sempre o almeno fino a quando i russi non avrebbero rovesciato Putin.
Ma quando si è visto che le truppe russe non ne volevano sapere di dare retta ai giornali occidentali e di adeguarsi allo stallo, allora è cominciata la campagna ossessiva per spingere Washington a fornire massicci aiuti, altrimenti i banderisti sarebbero stati sconfitti entro la fine dell’anno e Putin non sarebbe caduto. Nel frattempo, i russi avevano confermato il presidente della Federazione con l’87,28% dei voti in un’elezione con un’affluenza record del 77,49%. Ma questo piccolo particolare non ha influenzato le sagaci menti dell’informazione occidentale le quali non hanno pensato che il ritornello” i Russi cacceranno Putin” fosse una solenne cazzata. Tuttavia, non sarebbe stato più possibile riproporlo così come effetto dell’immancabile vittoria ucraina che appunto è mancata e ha provocato la letterale distruzione di quel collage di Paese.
Così il leitmotiv ora comincia ad essere riproposto in termini diversi e più allargati in riferimento alla situazione interna degli Usa: dopo tutto anche gli informatori tengono famiglia e non c’è nulla che non scriverebbero dietro adeguato compenso, o magari anche inadeguato. La nuova tesi è che gli aiuti all’Ucraina sono arrivati troppo tardi per colpa di Trump che è amico di Putin. La cosa spassosa è che il leader russo sarebbe comunque in procinto di essere cacciato dai russi. Ma ben presto il tutto verrà sostituito da un nuovo ritornello: Trump sarà rovesciato dagli americani.
Ora noi siano prigionieri di un Paese nel quale si scrivono queste stronzate che poi devono pur essere credute da qualcuno. Insomma, siamo in piena crisi di paranoia, così acuta che ci vorrebbe un Tso della storia. Purtroppo non sarà immediato, ma il manicomio americano ha un solo destino quello di essere finalmente chiuso.