”Denaro, profitto e scienza sono uno dei paradossi tipici della contraddizione capitalistica
QUANDO LA SCIENZA DICEVA: “FUMARE FA BENE”
Denaro, profitto e scienza sono uno dei paradossi tipici della contraddizione capitalistica dove anche la conoscenza acquista la forma – merce: la ricerca non potrebbe fare un passo avanti senza denaro, ma il denaro richiede il profitto e col profitto non esiste più la scienza. Ora che gli investimenti sono praticamente tutti privati e derivanti da chi ha un interesse diretto alla produzione di farmaci o di terapie, dunque orientati ai ricavi finanziari, si è formato un corto circuito perenne tra profitto e ricerca che non si riesce a spezzare. Lo abbiamo visto al massimo grado in questi tre anni e lo vediamo ancora chiaramente nel tentativo di negare le reazioni avverse dei sieri genici e insomma nelle piroette della cosiddetta scienza medica per nascondere la sua vergogna. Lo abbiano visto, ma non possiamo farci niente perché è un sistema in vigore da molto più tempo di quando non s’immagini e ha già percorso tutti gli stadi della rana bollita: la ricerca dice tutto ciò che vogliono coloro che tirano fuori i soldi e c’è stato un tempo in cui” La scienza” e l’ambiente medico dicevano che il fumo non faceva male, anzi aveva proprietà benefiche.
Come sappiamo l’American Medical Association (Ama) esorta i medici a promuovere i vaccini covid e anche i richiami bivalenti sui quali persino il Wall street journal ha espresso dei dubbi e per tutta la durata della narrazione pandemica non ha fatto altro che martellare, attraverso la sua rivista Jama contro ogni cura possibile che non fossero i sieri a mRna: e tutt’ora cerca di arginare l’evidenza e di suggerire modi di persuasione per i renitenti alla leva. Ma non è una novità c’è stato un tempo in cui l’AMA ha chiuso più di un occhio sui pericoli del consumo di tabacco. Durante gli anni ’30, ’40 e ’50, le compagnie del tabacco pagavano profumatamente per pubblicizzare le sigarette sul giornale dell’Associazione medica americana tanto che in un editoriale del 1948 minimizzava gli effetti negativi del fumo e giustificava la pubblicità del tabacco osservando che “il business delle sigarette è un business straordinario”, come se questo giustificasse la presa di posizione per una organizzazione fondata per il ” miglioramento della sanità pubblica ”. Da notare che la connessione tra fumo di sigaretta e cancro al polmone era stata riconosciuta già all’inizio del secolo scorso di che probabilmente quando ancora questo tipo di tumore era così raro che alcuni docenti di medicina dicevano agli allievi di fare attenzione a questa malattia perché non ne avrebbero probabilmente visto un caso analogo. Poi invece c’è stato il diluvio. Ma il fatto è che mentre si accumulavano prove, soprattutto nella Germania degli anni ’30 e addirittura durante la guerra, visto che Hitler odiava il fumo di sigaretta, l’Ama diventava sempre più dipendente dal denaro dei fabbricanti di sigarette. Le aziende del tabacco sponsorizzavano incontri di società mediche, allestendo i loro stand accanto a mostre degli ultimi trattamenti medici. Pacchetti gratuiti venivano distribuiti alle riunioni dei medici. I produttori di sigarette hanno persino
pagato per la pubblicazione di ricerche che rivendicano i benefici per la salute dei loro prodotti. E nella pubblicità delle sigarette era immancabile la figura del medico che consigliava questa o quella marca, senza che mai l’associazione dei camici bianchi abbiano avuto qualcosa da ridire.
I medici che si opponevano al fumo hanno affrontato il ridicolo dei loro colleghi. Il dottor Alton Ochsner, un rinomato chirurgo avvertì dei pericoli del tabacco già all’inizio degli anni ’40. Il suo libro del 1954 Smoking and Cancer: A Doctor’s Report fu recensito negativamente su importanti riviste mediche, in cui diceva che la ricerca era caratterizzata da un modello medievale di logica non appartenente alla scienza e per lungo tempo gli è stato impedito di discutere dalla sua ricerca sui media. È straordinario notare coma sia pure in un contesto sociale diverso e meno totalizzante dal nostro le reazioni dei complici siano esattamente le stesse anche oggi: chi voleva chiarezza sui vaccini era accusato di terrapiattismo medioevale e di seguire le scie del pensiero magico. Ovvero attribuivano agli altri esattamente le loro caratteristiche e la loro umiliante ubbidienza al potere. Tuttavia, esattamente come sta accadendo con i vaccini inutili e pericolosi, le prove della connessione tra tumori polmonari e fumo si accumulavano in maniera tale da costringere la rivista Jama ad annunciare di non poter più accettare pubblicità di sigarette, anche poi nel ’59 si mostrava ancora scettico su rapporto tabacco – cancro al polmone e altre gravi patologie come ad esempio l’enfisema. E questo vale per molte altre riviste mediche. Ancora all’inizio degli anni ’70 quando l’amministrazione di Washington vietò la pubblicità delle sigarette, l’Ama chiese soldi e tempo per studiare la correlazione. In effetti questa enorme resistenza a riconoscere l’evidenza era spesso correlata a fumose iniziative di studio: tra il 1964 e il 1976, l’AMA ha ricevuto dall’industria del tabacco più di 20 milioni di dollari (di allora) per finanziare la ricerca che poi era tutta intesa cercare modi per produrre sigarette meno dannose invece di cercare modi per far smettere di fumare. E questo è durato assai a lungo, tanto che sino alla fine degli anni ’90. Il portafoglio AMA conteneva investimenti in società del tabacco e vari incontri medici erano assediati dai produttori di sigarette
Qualcuno osserverà che alla fine ce la si è fatta a spezzare il circolo vizioso, ma in realtà non fu proprio così: non fu la tutela della salute a spingere verso il progressivo bando al fumo, quanto l’influenza di una lobby forse ancor più potente di quella del tabacco, ovvero il settore assicurativo, che vide una enorme crescita dei risarcimenti a causa delle malattie dovute essenzialmente al fumo di sigaretta e che allora richiedevano cure lunghe e costosissime rispetto alla media. Da allora tutto si è incancrenito e di fatto non esistono più istanze pubbliche in grado di fermare pratiche nocive, sia pure innestate su una guerra di lobby: oggi la confluenza di tutti questi interessi nel mare oscuro della finanza ha azzerato tuti i contrasti. Come prima e anzi più di prima l’AMA sta ancora spingendo i vaccini senza preoccuparsi dei loro potenziali effetti negativi sulla salute, dopo essersi disinteressata alla loro efficacia o agli studi mal fatti nel migliore dei casi e falsificati come prassi. Come settant’anni fa la professione medica è in ritardo rispetto all’opinione pubblica. visto che secondo i recenti rapporti Ramussen la metà degli americani ritiene che i vaccini covid abbiano causato morti inspiegabili. Circa la stessa percentuale che credeva che il fumo causasse il cancro negli anni ’60 mentre l’AMA stava ancora studiando la questione e incassava soldi dai produttori di sigarette, come oggi è foraggiata dalle aziende farmaceutiche. Quanto tempo dovrà ancora passare per riconoscere l’evidenza?
18 febbraio 2023