Recentemente proprio su questo blog abbiamo parlato del tema del Grande Reset, attualmente argomento principale del World Economic Forum 

Illustrazione di copertina- Pawel Kuczynski

QUARTA INVOLUZIONE INDUSTRIALE


Recentemente proprio su questo blog abbiamo parlato del tema del Grande Reset(P.I.), attualmente argomento principale del World Economic Forum di Davos, e di come cambierà drasticamente il volto della nostra società e delle nostre vite.

Già a Marzo, quando scrissi il primo articolo, parlai di questo periodo come una svolta verso una grande trasformazione e usai involontariamente e per la prima volta il termine ‘reset’, ma con una valenza positiva e di speranza.

“A dire il vero già da tempo si avvertiva il sentore che qualcosa non quadrava nel mondo, ma non volevamo vederlo, se non in maniera superficiale, ed è incredibile pensare oggi a quello che abbiamo vissuto, inspiegabile come derivasse proprio da noi stessi la volontà di rimanere costantemente in uno stato di ubriachezza. Eravamo le generazioni del progresso da inseguire a tutti i costi, le generazioni del debito inestinguibile, dell’eco senso di colpa e delle barriere da abbattere. Dubbi e domande servivano solo per alimentare le nostre profilazioni sui social network ai quali regalavamo ogni tipo di informazione personale in cambio di uno spazio dove poter mostrare a nostro piacimento il riflesso di noi stessi, un posto virtuale dove potevamo apparire, dove ci sentivamo connessi. Al contrario eravamo più divisi che mai, uniti solo da un destino comune.”

Quella immaginaria lettera scritta nel futuro non era altro che il desiderio di interpretare questo drammatico periodo come una svolta necessaria che ci allontanasse definitivamente da un modello socio-economico fallimentare e ormai saturo. Un’umanità sempre più interconnessa a livello virtuale, ma che stava sempre più perdendo il contatto con la natura e le proprie origini.

Ma il grande reset, di cui ormai anche le più importanti testate giornalistiche iniziano in questi giorni a parlare apertamente, sarà invece a tutti gli effetti lo step successivo di ciò che si poteva già chiaramente intravedere da prima; nessun cambio di paradigma, ma il processo definitivo della globalizzazione 4.0.

 

 

Di seguito una riflessione tratta dall’ultimo libro della scrittrice Sonia Savioli:

“La Quarta Rivoluzione Industriale è già in corso da decenni, da quando i computer e internet, poi i telefoni mobili collegati a internet e chiamati Smartphone sono diventati parte della vita quotidiana della specie animale detta “umani”. È stata la tappa finale di un processo di alienazione, disgregazione, involuzione, degenerazione della suddetta specie.”

Alienazione dalla natura, dalla maestosa e meravigliosa realtà della vita, che ormai non conosciamo più e con la quale non abbiamo più contatto: anche quelli che vanno a fare le escursioni (non “passeggiate”, per carità) in mezzo alle montagne, passano più tempo a filmare, fotografare, mandare foto con il telefono cellulare smart che a guardare, ascoltare, annusare.

Disgregazione: la comunità umana, il riunirsi, il condividere, raccontare, discutere, fare politica o cantare assieme è stato sostituito da feisbuc, uozzap, scaip; da messaggi mozzati, volti deformati, relazioni mutuate e falsate da strumenti che incentivano il distacco mentre crediamo ci avvicinino: rendono mozzo e asfittico persino il pensiero, oltre al discorso; creano incomprensioni, ostilità, desiderio di prevalere anche di fronte a dissensi minimi, estraneità e solitudine.

Illustrazione di Davide Bonazzi

Involuzione: perché gli strumenti della cibernetica digitale producono demenza, soprattutto nei bambini e negli adolescenti, e non per modo di dire: parti fondamentali del cervello umano muoiono per mancanza di utilizzo, e sono quelle che presiedono alla memoria, alla deduzione, all’immaginazione, all’empatia; di questo passo l’umanità di subnormali sarà la normalità. Involuzione anche perché il distacco dalla vita vera, il nutrirsi di cibi innaturali, l’inquinamento, il crescere in un ambiente artificiale minano il nostro fisico e lo indeboliscono […]

Degenerazione: perché una vita innaturale, da animali d’allevamento intensivo, senza più comunicazione collaborativa nemmeno per chiedere dove si trovi una via o un’informazione su un ristorante, crea frustrazione continua, timore dei propri simili, ostilità latente.

Quando milioni di morti viventi o, se vogliamo essere meno drastici, ipnotizzati cronici, hanno cominciato a vagare per le strade delle città fissando i propri smartfon, la Quarta Rivoluzione Industriale del capitalismo globale aveva già vinto, era solo questione di tempo.

Adesso però a Davos hanno un problema: il tempo non c’è. Vogliono e devono accelerare; devono arrivare nel giro di qualche anno al traguardo finale…”

Mario Percudani

 

 

 

 

Potrebbe Interessarti

«IL GRANDE RESET PER PRINCIPIANTI»

 

 

Carica ulteriori articoli correlati
Carica altro Mario Percudani
Carica altro ECONOMIA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Controllate anche

«DISSONANZE COGNITIVE CRONICHE»

Avete mai sentito parlare della favola de “La volpe e l’uva”? …