Hazbin Hotel è una serie tv animata

REDIMERSI DAI PECCATI HA UNA DATA DI SCADENZA?

Hazbin Hotel è una serie tv animata, dal carattere irriverente e fuori dagli schemi. Una serie che gioca con il binomio paradiso-inferno, creando personaggi artisticamente originali, e che mostra – se si supera la prima impressione, che potrebbe dar l’idea di avere davanti un’opera di divertimento frivola – la capacità di riflettere su una tematica evergreen: si può sempre rimediare ai propri errori?


Charlie Stella del Mattino, figlia di Lucifero e Lilith e principessa dell’Inferno, si ritrova di fronte a una situazione paradossale: la popolazione dell’Inferno continua ad aumentare senza sosta e, per questo motivo, un gruppo di angeli sterminatori, guidati da Adamo, scende ogni anno per decimare la popolazione, evitando che essa aumenti al punto da minacciare gli equilibri col Paradiso. Charlie vede allora una sola possibilità per evitare ulteriori sofferenze alle anime dannate: aprire un hotel in cui i peccatori possano redimersi e poter così salire in cielo. Una specie di purgatorio fuori tempo limite, a patto ovviamente che in paradiso accettino una proposta tanto eccentrica.

Questa, in sintesi, la base di partenza della trama di Hazbin Hotel, comedy musical e serie animata creata dall’animatrice statunitense Vivienne Medrano, nota anche come VivziePop. Già da qui si può capire come si stia parlando di un’opera dai toni alquanto particolari, dove i topoi classici su inferno e paradiso sono invertiti. Da un lato troviamo un inferno città con peccatori di ogni sorta, che vive nel delirio e nella violenza più sfrenata e demenziale, fra la quale, tuttavia, compaiono personaggi in cerca di redenzione. In generale, un mondo che ha avuto accesso al libero arbitrio… e ha dimostrato di non saperlo usare bene. Dall’altro lato, invece, c’è un paradiso dove si vive beati, nel quale gli angeli seguono le regole ritenute corrette per una vita felice e in armonia, ma proprio fra di essi si insinua la convinzione che, per mantenere quest’ordine santo, sia giusto sterminare e far violenza sui dannati, uccidendoli per una seconda volta – questa volta, a quanto pare, in maniera “super-definitiva”. E nell’attuare lo stermino, alcuni angeli, fra cui Adamo stesso, provano grande piacere.

Queste premesse hanno permesso di creare una produzione artistica fuori dagli schemi, con personaggi oltremodo folli – basti pensare che, fra gli aiutanti di Charlie in questa disperata opera di redenzione dei dannati, troviamo personaggi come Angel Dust, ragno umanoide androgino e nota pornostar all’inferno, e Husk, demone gatto burbero, alcolizzato e ludopatico. Una produzione che ha anche attirato critiche, come quella dell’Associazione Internazionale Esorcisti, per cui:

«La serie “Hazbin Hotel”, […] ritrae demoni e dannati in modo umoristico, offrendo una rappresentazione che induce alla normalizzazione del male nonché alla sottovalutazione della sua reale pericolosità. L’idea che le anime dannate o persino i demoni possano redimersi soggiornando in un albergo è in oltraggiosa e ricercata contraddizione con l’insegnamento cattolico sulla confessione, sul pentimento e la vera conversione del cuore verso Dio.»

Insomma, Hazbin Hotel porterebbe i giovani sulla strada del male, aumentando il rischio che essi si avvicinino «a pratiche magiche, cerchino di interagire con entità maligne fino a aderire a una visione satanista della realtà». Tuttavia, la serie animata fa ben altro che favorire una «normalizzazione del male». Anzi, il messaggio che trasmette, se superiamo la superficie dissacrante e demenziale, mostra una certa profondità filosofica e rende la serie tutt’altro che amorale.

Hazbin Hotel gioca con una critica comune alla classica divisione delle anime in inferno e paradiso nella visione cristiana: se Dio è davvero misericordioso, come può egli condannare un’anima che ha peccato, durante una vita limitata, a una pena eterna? Causare una sofferenza incalcolabile e senza fine non è segno di violenza e cattiveria, a fronte di un errore circoscritto nel tempo, per quanto sbagliato possa essere? Perché non usare quella misericordia e onnipotenza per aiutare i peccatori a ritrovare la via del bene?

Una riflessione che ben si collega all’articolo 27 della nostra Costituzione, che recita che «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato». L’obiettivo di qualsiasi punizione è sempre quello di rieducare chi ha sbagliato: secondo che basi poter decretare che un uomo non ha diritto e le potenzialità per comprendere i propri errori e redimersi, nel senso di “cambiare anima”, capire l’errore e non volere più rifarlo? Non è un caso che lo stesso articolo decreti che «non è ammessa la pena di morte»: la sentenza definitiva sulla non riabilitazione di una persona.

Proprio su questa tematica – la possibilità di redenzione – ruota la serie animata, con la protagonista, Charlie, che nota come alcune anime dannate mostrino segni di pentimento per il corso della propria vita. Sognino, dunque, la possibilità di un cambiamento. Emblematica è la sesta puntata, dove – davanti a un tribunale angelico che deve decidere sull’accettare o meno il progetto dell’Hazbin Hotel – Charlie mostra il percorso di crescita di Angel Dust: capace di dire di no alle droghe con cui soffocava le sue sofferenze, di aiutare un altro ospite dell’hotel (Niffty) evitando che si metta nei guai, di ribellarsi al tiranno a cui ha venduto l’anima (Valentino).

«Visto? Ha fatto tutto quello che c’è sulla tua lista: è stato altruista, ha impedito a Niffty di rubare e ha sfidato quel tiranno super laido!»

Dice Charlie ad Adamo davanti al tribunale angelico, a sottolineare che un’anima dell’inferno può redimersi. Adamo, inizialmente perplesso (essere altruisti, non rubare e sfidare i tiranni erano le condizioni da lui supposte per entrare in Paradiso), poi afferma: «Beh, perché allora lui non è qui [in paradiso]?».

E qui, Charlie fa una domanda, come a breve vedremo, centrale: «Aspettate: nessuno di voi sa come si fa a meritare il Paradiso?»

Da un lato, quindi, la serie rimette in luce l’aspetto essenzialmente dialettico dell’essere umano: un essere processuale, che affronta con alti e bassi le sue contraddizioni. Tutti crescono e cambiano, in meglio o in peggio, nel tempo. Ma proprio ciò sottolinea l’impossibilità di fossilizzare la natura umana, di decretarne un giudizio di colpevolezza o santità definitivo. Perché si potrebbe decidere, dopo tot anni, che quella persona sarà sempre un santo o un demonio? Una buona persona o un essere malvagio e violento? Specie nella consapevolezza che a volte, per redimersi – per comprendere le proprie contraddizioni e cambiare – ci vogliono anni, impegno e sforzi e ricadute da affrontare e superare.

D’altro canto, però, Hazbin Hotel sottolinea un lato ancora più importante: chi decreta chi è buono e santo e chi cattivo e peccatore? Uscendo dal binomio inferno-paradiso e riportando la riflessione sul campo umano, spesso la narrazione mediatica si concentra in una divisione bipolare “bianco-nero”, “cattivi-buoni”, più o meno implicitamente sottintendendo che certe persone sono irrecuperabili. E chi è irrecuperabile – l’altro, lo straniero, il nemico – viene de-umanizzato. Su di lui si può fare violenza, si può non ascoltarlo, non concedergli diritti. In sintesi: negare tutti quei valori per i quali si afferma che una persona è buona. Ma se chi ritiene essere dalla parte del bene, nei confronti dell’altro nega gli stessi valori su cui presume di fondarsi, può ancora ritenersi “santo”? Nel momento in cui Adamo trova godimento nello sterminare dannati infernali, non si sta mostrando più peccatore della figlia di Lucifero che prova piacere a salvare anime?

Insomma, negare la dialettica umana – e quindi la possibilità di redimersi per chi sbaglia – significa dividere l’umanità fra buoni e cattivi, utilizzando criteri che, proprio perché non riconoscono la processualità umana, diventano astratti e contraddittori. Si finisce per non sapere più perché alcuni sono amici e altri nemici, alcuni ritenuti buoni e altri no. Peggio ancora, chi si ritiene buono, civile, ragionevole, finisce nell’atto pratico a perpetrare le peggiori nefandezze, fra violenze, genocidi e barbarie. Illuminante, a riguardo, quel che afferma un angelo serafino, Emily, quando l’Alto Angelo Serafino Sera le ricorda che è suo compito tenere il paradiso felice e allegro:

«Come posso portare gioia e allegria quando so che portiamo tormento e morte a migliaia di anime innocenti?»

Come crogiolarsi nella presunta santità quando le proprie azioni mostrano le peggiori nefandezze? Un messaggio di enorme attualità. Concludiamo allora con le parole di Rosie, leader dei cannibali all’inferno, quando, a fronte di Charlie che dubita se continuare ad amare la sua compagna Vaggie – la quale le aveva nascosto un lato oscuro del suo passato –, afferma:

«Il tuo folle e sciocco hotel non si basa tutto sulla redenzione? Forse questa ragazza cerca un modo per redimere se stessa. […] Ha fatto una cazzata, certo, ha difetti… ma, ehi, chi quaggiù ne è privo? Sai che ho imparato in questo inferno? Che le parole valgono poco, ma le azioni, quelle raccontano la verità. Quindi: che cosa dicono le sue azioni?»

Le azioni di Vaggie dimostrano che ama Charlie e prova di tutto per farsi perdonare. Perché allora non dare a lei – come a chiunque voglia redimersi – una seconda possibilità?

Francesco Pietrobelli

 

 

 

 

 

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