”Anche i ricchi piangono? Sì…
RICHCESSION: ANCHE I RICCHI AMERICANI PIANGONO…
Anche i ricchi piangono? Sì, secondo il Wall Street Journal. Il maggior quotidiano statunitense teme che la situazione che si è venuta a creare a livello mondiale possa, questa volta, colpire la fascia più ricca della popolazione nordamericana. Richcession, viene definita. La recessione per i ricchi. Ovviamente altri economisti hanno subito confutato la tesi che andrebbe a condannare le politiche di Biden. E questo non è permesso dal Ministero globale della Verità. D’altronde il Wsj ha persino riabilitato Montagnier sui rischi provocati dai vaccini. Dunque, bisogna prendere le distanze dal quotidiano.
Però qualche dubbio sulla richcession comincia a farsi strada. La ricchezza di Musk si è drasticamente ridotta, Amazon è alle prese con mega tagli dell’organico (18mila licenziamenti) che si aggiungono agli 8mila di Salesforce ed agli 11mila di Meta ed ai 3mila di Twitter. Secondo l’Economist, nel 2022 Apple, Meta, Alphabet, Amazon e Microsoft hanno perso 3mila miliardi di dollari come valore di mercato. E nella Silicon Valley si sono persi, complessivamente, 100mila posti di lavoro.
(140mila posti in totale. Più che i ricchi piangono i poveri f.d.b.)
Una situazione che rischia di trasformarsi in un circolo vizioso. Perché la logica dello sfruttamento determina un calo dei consumi, soprattutto dei consumi di massa ma di maggior valore. E questo porta a tagli nell’occupazione, con conseguente ulteriore contrazione dei consumi. Anche perché l’inflazione riduce il potere d’acquisto delle famiglie e le aziende pubbliche e private si rifiutano di alzare le retribuzioni, adeguandole al costo della vita.
Indubbiamente esistono fasce che non risentono della situazione. I miliardari, che restano tali anche dopo perdite colossali, possono continuare ad acquistare Ferrari, Rolls Royce o mega yacht Azimut Benetti. E se si impoveriscono i ricchi statunitensi o gli oligarchi russi, ci sono indiani, arabi, messicani, francesi, cinesi che possono sostituirli. Tanti, ma non tantissimi. E, dunque, la fascia di ricchi nordamericani potrebbe assottigliarsi. Nell’indifferenza cattiva di tutti gli homeless statunitensi e di tutti i clochard del mondo che non solidarizzano con chi sarà costretto a vendere la trentesima villa con piscina. Forse persino l’impoverito ceto medio italiano non scenderà in piazza per difendere il diritto americano alla ricchezza. Ma a Palazzo Chigi qualche lacrima scenderà al pensiero della sofferenza dei miliardari yankee.