Le sirene sono state rappresentate in modi molto diversi nelle varie mitologie e culture del mondo

Herbert James Draper, Ulisse e le Sirene

RIFLESSIONI ACQUATICHE: SIRENE NEI MITI DI

DIVERSE CULTURE OLTRE LA SIRENETTA

di Riccardo Alberto Quattrini
Le sirene, creature affascinanti e misteriose, popolano le leggende di molte culture, rappresentando un mix di bellezza, seduzione e pericolo. Questo articolo esplora le varie interpretazioni di queste mitologiche figure attraverso diverse mitologie, dalla tradizione basca alle credenze giapponesi e slave, scoprendo come ognuna di queste culture ha dato vita a storie uniche e affascinanti riguardo a queste enigmatiche donne di mare.


Fin dall’antichità le sirene hanno abitato le acque della mitologia, diventando protagoniste di centinaia di racconti e leggende. Ogni cultura o credenza le ha rappresentate in modo diverso, attribuendo loro caratteristiche e tratti distintivi, rendendole più o meno pericolose e dotandole di poteri diversi.

Nella mitologia basca, ad esempio, le sirene sono le lamie, donne con piedi d’anatra; nella mitologia greca erano un ibrido tra donna e uccello; nella mitologia slava sono dame dalla pelle candida e dagli occhi bianchi. Tuttavia, nonostante questa vasta gamma di rappresentazioni, l’immagine che la maggior parte delle persone associa alle sirene è quella descritta da Hans Christian Andersen nel 1837 nel suo celebre racconto La sirenetta, adattato in seguito per il grande schermo dagli studi Disney: nel 1989 come versione animata e nel 2023 come live-action. Si tratta di una donna dalla voce melodiosa, con lunghi capelli fluenti e una coda di pesce.

In questo articolo ci allontaniamo dalla rappresentazione classica e più conosciuta del mito per esplorare, attraverso la mitologia, come sono state raffigurate le sirene in diverse parti del mondo.

Le sirene alate dell’Odissea

Herbert James Draper Ulisse e le Sirene 1909

Nella mitologia greca e romana le sirene erano descritte come donne bellissime con il corpo di un uccello. Queste creature seducevano i marinai con le loro voci ipnotiche, utilizzando, in alcune occasioni, flauti o lire per completare la loro melodia. Spesso venivano associate alla morte o al regno degli spiriti e si credeva che fossero incaricate di accompagnare le anime nel mondo di Ade.

Nell’Odissea di Omero, le sirene rappresentano la prima testimonianza scritta delle sirene greco-romane; sono tra le più celebri figure mitologiche della letteratura occidentale, tuttavia, queste figure erano già presenti in affreschi e rappresentazioni ben più antiche. Descritte come donne con voce melodiosa, irretiscono i marinai mentre navigano attraverso il mare con il loro canto incantevole. Odusseo, consapevole del loro potere seduttivo, si fa legare all’albero della nave e ordina ai suoi compagni di tapparsi le orecchie con la cera per non cadere vittima delle loro lusinghe. Questo episodio non solo evidenzia il fascino delle sirene, ma anche il tema dell’auto-controllo di fronte alla tentazione. “Le sirene non desiderano altro che l’anima dei mortali; sono il simbolo del pericolo insito nel desiderio”.

“La sirena” di John William Waterhouse (1900) Foto: Pubblico dominio

Le lamie della mitologia basca

 

Nei Paesi Baschi le figure mitologiche equivalenti alle sirene sono le lamie (o lamiak), creature femminili legate all’acqua, con piedi d’anatra, di gallina o, in alcuni racconti, di capra o di pesce.  Secondo le leggende, abitano nei corsi d’acqua e nei laghi, dove sono solite pettinarsi e cantare. Dotate di una rara bellezza, le lamie sanno incantare gli uomini, che spesso si avventurano nei loro territori fatali.  Le lamie sono generalmente gentili con gli esseri umani, a meno che questi non cerchino di disturbarle o di rubare i loro preziosi pettini. “Si narra che gli uomini attratti dalla loro canzone possano perdere la propria vita o, in alcuni casi, essere trasformati”. La figura della lamia in questa cultura simboleggia sia la bellezza femminile sia i pericoli dell’ossessione e della seduzione.

‘Ningyo’, sirena della mitologia giapponese

Ningyo’, sirena della mitologia giapponese (1805) Foto: Pubblico dominio

Nel folclore giapponese le sirene sono conosciute come ningyo, termine che si traduce come “pesce umano”. Anticamente queste creature venivano descritte come scimmie con piccoli denti affilati come quelli di un pesce, lunghe code ricoperte di squame dorate e una voce dolce, simile al canto di un’allodola o al suono di un flauto. Si diceva che chiunque mangiasse la carne di una ningyo avrebbe vissuto per centinaia di anni; tuttavia, si credeva anche che catturare una di queste creature portasse sfortuna, motivo per cui pochi desideravano incontrarle.
A differenza di molte altre sirene nel mondo, le ningyo non erano donne belle; al contrario, si distinguevano per la loro mostruosità, apparendo più come bestie che come persone.

Lorelei, l’ondina del fiume Reno

“Lorelei”, di Franz Wagner (XIX secolo) Foto: Pubblico dominio

La sirena più famosa della mitologia germanica è Lorelei, nota come “l’ondina del fiume Reno”. Questa figura abitava una roccia vicino al fiume e attirava gli uomini con il suo canto e la sua bellezza, causando naufragi e morti. Essendo un’ondina, questa ninfa acquatica non aveva una coda di pesce né di altri animali; era semplicemente uno spirito dell’acqua.
La leggenda narra che, dopo aver perso uno dei suoi figli in uno degli incidenti causati da Lorelei, un nobile inviò i suoi soldati per catturarla e ucciderla. Tuttavia, Lorelei invocò l’aiuto di suo padre, che le mandò un cavallo fatto di schiuma per condurla nelle profondità del fiume, da dove non fece mai più ritorno. Seguendo la tradizione, la roccia dove si diceva che Lorelei apparisse porta ancora oggi il suo nome.

Rusalki, donne dalla pelle nivea e dagli occhi bianchi

“Le profondità dell’acqua” di Dzheneev Ivan Alekseevich (1907) Foto: Pubblico dominio

Nella tradizione russa le sirene erano conosciute come rusalki, ninfe d’acqua che vivevano nei laghi e nei fiumi. Le rusalki avevano la pelle pallida come la luna, pupille bianche o brillanti come fiamme verdi e una lunga chioma umida dalle tonalità verdastre. Come le sirene, anche le rusalki amavano sedurre gli uomini con i loro canti.

Si dice che siano anime di giovani donne morte in circostanze tragiche, come annegamenti o omicidi. Durante la primavera, i miti narrano che ritornano in superficie per danzare e cantare, attirando gli uomini con la loro bellezza. “Le rusalki, pur essendo incantevoli, nascondono un lato oscuro; spesso si vendicano di chi calpesta il loro territorio, afferrando gli imprudenti nei loro abbracci”. Questo dualismo le rende figure complesse, simbolo di desiderio e di vendetta.

Sedna, lo spirito dell’acqua della mitologia inuit

Scultura del Museo nazionale della Finlandia che rappresenta la dea Sedna Foto: Pubblico dominio

Sedna è una delle figure più importanti nella mitologia degli Inuit, conosciuta come la dea del mare e delle creature marine. Secondo la leggenda, Sedna era una giovane donna che, dopo essere stata tradita, fu abbandonata in mare. Da quel momento, il suo spirito divenne il custode delle acque, governando la vita e la morte di tutti gli animali marini. “Sedna rappresenta la forza brutale della natura; i cacciatori spesso devono implorarla affinché offra loro la pesca”. Questa divinità mostra come le sirene possano essere viste non solo come simbolo di seduzione, ma anche come poteri superiori che devono essere rispettati. Tra gli abitanti delle regioni artiche esistono molte versioni di questa dea acquatica, data la popolarità e l’importanza di questa figura mitologica nella loro cultura.

Iara, la madre dell’acqua in Brasile

Rappresentazione di una sirena del 1654 Foto: Pubblico dominio

Nella mitologia brasiliana, Iara è una sirena che vive nei fiumi amazzonici e conosciuta come la madre delle acque. Rappresentata come una giovane donna con lunghi capelli neri e scuri, Iara è dotata di un canto incantevole che attrae i pescatori. La sua leggenda è associata al rispetto per la natura e gli ecosistemi fluviali. “La storia racconta di uomini perduti che seguono il canto di Iara; alcuni tornano, altri scompaiono per sempre”. La figura di Iara riflette la relazione mistica tra l’uomo e la natura, mostrando la potenza delle acque e il rischio di ignorarne i pericoli. Anticamente le comunità indigene temevano così tanto Iara che evitavano laghi e fiumi al tramonto, sperando di non incontrare mai questa creatura.

Nereidi, le sirene del Mediterraneo

Charles Édouard Boutibonne Sirene che giocano nel mare (1883)

Le nereidi, considerate le ninfe o sirene del mar Mediterraneo. Figlie del dio Nereo e dell’oceanina Doride, le nereidi sono cinquanta sorelle che abitano le profondità del Mediterraneo e che, a differenza delle loro cugine greco-romane, emergono in superficie per aiutare o soccorrere i marinai.

Lontane dal causare alcun male, le nereidi rappresentano ciò che è gentile e bello del mare e vengono descritte come donne bellissime (senza coda di pesce) che cantano e danzano nelle acque, vestite con una tunica bianca ornata di dettagli dorati oppure completamente nude. Gli antichi greci veneravano le nereidi in altari situati vicino alla costa mediterranea, dove offrivano loro olio, latte e miele.

“Le nereidi nutrono un legame profondo con il mare; la loro presenza è spesso associata a calma e sicurezza nel naufragio”. Queste creature rappresentano una visione positiva delle sirene, in netto contrasto con altre interpretazioni più pericolose.

La sirenetta

Infine, impossibile non citare “La sirenetta” di Hans Christian Andersen, una delle storie più celebri del folklore popolare. La sirenetta sogna di diventare umana per amore di un principe e, per realizzare il suo desiderio, sacrifica la sua voce. La sua storia è intrisa di temi di sacrificio, desiderio e identità, con un finale tragico che sottolinea il costo dell’amore. “La sirenetta ci ricorda che il vero amore può richiedere enormi sacrifici, e che la ricerca dell’identità è spesso accompagnata dalla sofferenza”. Questa fiaba ha plasmato la percezione moderna delle sirene, legando indissolubilmente l’immagine di queste creature a una forma di romanticismo tragico.

Considerazioni odierne

In un’epoca in cui il mito e la realtà si intrecciano sempre di più, le sirene continuano a esercitare un forte fascino. Nella cultura popolare moderna, le sirene sono frequentemente rappresentate in film, canzoni e opere d’arte, reinterpretate secondo le esigenze contemporanee. Le sirene possono essere viste come simboli di empowerment femminile, della lotta per il riconoscimento, ma anche come avvertimenti sui pericoli insiti nella seduzione e nell’ignoto.

Giudizio finale

Le sirene, in tutte le loro forme e rappresentazioni, sono molto più di semplici creature stampate negli stereotipi. Esse riflettono le nostre paure, i nostri desideri e il nostro bisogno di esplorare il mondo. Ogni cultura, con la sua unica narrativa, arricchisce il mito delle sirene e ne svela le complessità, trasformando queste figure in simboli di bellezza, potere e pericolo.

Riccardo Alberto Quattrini

 

 

 

 

Bibliografia

  • Omero, Odissea
  • Andersen, H.C., La sirenetta
  • Voci e leggende della mitologia basca
  • Miti e tradizioni della mitologia giapponese
  • Racconti della mitologia slava
  • Tradizioni inuit e il culto del mare
  • Creazioni folcloriche brasiliane

 

 

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