Il paradosso nucleare

Il dottor Stranamore – è un film del 1964 diretto da Stanley Kubrick.

RIFLESSIONI DEL DOTTOR STRANAMORE

di Andrea Marcigliano

Il pezzo riflette sull’apparente paradosso dell’epoca nucleare: coloro che detengono le armi atomiche – e che le hanno usate nella storia – sono gli stessi che pretendono di vietarne l’uso e la produzione agli altri. Attraverso un tono asciutto e incalzante, Marcigliano mette a nudo l’ipocrisia dei poteri atomici, ripercorrendo Hiroshima, Nagasaki e i test nucleari celebrati come conquiste, fino ad arrivare all’Iran, accusato di voler costruire la “bomba” che in realtà non ha mai avuto. Un’analisi che svela la costante minaccia per la pace nascosta dietro l’alibi della sicurezza internazionale, invitando il lettore a interrogarsi sul futuro della civiltà umana sotto l’ombra del fungo atomico. (Note Redazionali)


Dunque, vietare la “bomba”. Vietare uso, produzione, possesso di armi nucleari. Che sono pericolose. Una costante minaccia per la pace. Per la sopravvivenza della civiltà umana.

Giusto. Anzi, sacrosanto. La “bomba”, l’arsenale atomico va proibito a livello internazionale. Se si vuole evitare la catastrofe. La fine della civiltà umana.

Giusto… però mi sorge un dubbio. Un rovello tormentoso.

A voler vietare la “bomba” sono coloro che le “bombe” le detengono. Che possiedono un armamento nucleare senza alcun limite. Capace di distruggere il mondo.

E, tra questi, gli USA. Che la “bomba” sono stati, sino ad ora, gli unici ad usarla.

6/9 agosto 1945. Bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki. Perdite civili: 90 000 – 166 000 vittime a Hiroshima. 60 000 – 80 000 vittime a Nagasaki. Sono seguite altre vittime ammalatesi negli anni per varie patologie tumorali.

Hiroshima. Nagasaki. E non venitemi a dire che era per por fine alla guerra.

Il Giappone era già sconfitto. Stava per capitolare. E si è trattato di puri esperimenti in previsione del futuro. Il nostro futuro.

Enola Gay con l’equipaggio che sganciò la bomba atomica su Hiroshima.

Esperimenti. Con tanto di foto, torta e madrina per festeggiare…

Ed oggi a sancire chi non può detenere armi nucleari sono sempre loro. Gli USA. Più Israele. Che di “bombe” ne ha, e molte. Ma che non accetta alcun controllo dell’AIEA. E così si finge, tutti, di non sapere. E si finge che Israele, spalleggiata dagli USA, muova guerre per impedire ad altri di utilizzare l’armamento nucleare. Armamento che, però, questi altri non hanno.

Come, recentemente, all’Iran. Che la “bomba” non ce l’ha. Né mai l’ha avuta. E neppure la voleva. Non per incapacità a produrre armamenti nucleari, ma semplicemente perché Khamenei e gli altri ayatollah la considerano “instrumentum diaboli”.

Vecchi babbioni… E che si credono, di poter impunemente sfidare Israele e il suo angelo protettore, Washington, senza essere forniti degli strumenti adeguati?

Se la sono cercata la guerra, i bombardamenti sulle città, gli assassinii mirati di scienziati, politici, militari che se ne stavano tranquilli nel salotto di casa …

Che, poi, questa guerra sia andata maluccio, perché Netanyahu non si era reso conto della differenza fra l’Iran, un paese di novanta milioni di abitanti, e quei quattro gatti palestinesi che sta massacrando da decenni, è un altro paio di maniche.

E Trump è dovuto correre ai ripari, cercando un accordo con Teheran. Perché gli israeliani erano nel panico. E molti sarebbero fuggiti all’estero, se l’ottimo Bibi non avesse pensato bene di chiudere le frontiere…

Comunque, l’Iran è stato attaccato a causa della “bomba”. Più esattamente perché non ce l’ha. (1)

O meglio, non ce l’aveva… visto che, ora, a comandare, con la legge marziale proclamata da Khamenei, sono i Pasdaran. Le Guardie della Rivoluzione. E loro potrebbero certamente avere meno scrupoli religiosi a procurarsela, sta maledetta “bomba”.

Anche perché di amici che di “bombe” ne hanno a josa, Teheran ne ha, e molti.

Mosca, Pechino…che hanno imposto il limite all’azione americana. E spinto Trump a scaricare Netanyahu e le sue velleità belliciste. Delle quali, per altro, già era ben poco convinto, visto che gli attacchi americani a Teheran sono stati più una sceneggiata che altro…

Little Boy è il nome con cui fu battezzata dagli statunitensi la bomba lanciata su Hiroshima. La bomba di urano-235, di 4.400 chili di peso, tre metri di lunghezza, settantacinque centimetri di diametro e una potenza esplosiva di sedici chilotoni ‒ 1600 tonnellate di dinamite ‒, esplose alle 8.15 del 6 agosto 1945 a un’altezza di seicento metri sopra la città giapponese, provocando la morte di circa 140mila persone.

Certo Russia e Cina non hanno alcuna voglia di favorire una proliferazione degli armamenti nucleari. Non è nel loro interesse.

Ma come la mettiamo con altri “attori”, di secondaria importanza, certo, ma forniti, anzi fornitissimi di armi nucleari?

Il Pakistan, ad esempio. Che sta già inviando notevoli aiuti all’Iran. E che si è detto pronto a fornire armi nucleari.

E, poi, ci sarebbe lui. Kim Jong-un, il giovane padre padrone del Nord Corea.

Kim il ciccione. Quasi un personaggio folkloristico per i nostri Media.

Solo che tanto folkloristico il nostro non è. Anzi, sta dimostrando di saper fare politica in questo periodo caotico. E di saperla fare bene.

E Kim la “bomba” ce l’ha. Ne ha molte e da lungo tempo. Per questo nessuno ha mai provato ad attaccarlo, scalzarlo, metterlo fuori gioco. Perche lui di bombe, armi nucleari ne ha parecchie. Ed è pronto ad usarle, senza alcuna remora. Come sanno bene, e temono, Seul e Tokyo.

E allora smettiamo di fingere. Di fare gli ipocriti. Le “bombe” ci sono, e in sovrabbondanza. Ci piaccia o meno – e a me, sinceramente, non piace affatto – dobbiamo conviverci. Sperando che non vi sia un pazzo che le cominci ad usare. Come Washington nel ’45. Perché questa volta le cose finirebbero male. Molto male davvero.

Redazione Electo
Andrea Marcigliano

 

 

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