”La catastrofe climatica annunciata non sta creando abbastanza panico
RITORNO AL VIRUS
Ho la netta sensazione che il terzo cavaliere dell’Apocalisse non stia funzionando come si era sperato: la catastrofe climatica annunciata in assoluta mancanza di prove scientifiche delle quali di certo non fanno parte le simulazioni al computer create proprio per ottenere certi risultati, non creano abbastanza panico. Come se questo non bastasse ogni giorno ci sono prese di posizione di illustri scienziati (ultimo in ordine di tempo il fisico israeliano Nir Shaviv, preside del dipartimento di fisica dell’Università di Gerusalemme) che negano i presupposti stessi del catastrofismo climatico e che comunque sono alla testa di migliaia di ricercatori che si oppongono alla sceneggiata della Co2. Questo vuol dire che la presa non è salda e si limita alle agenzie governative e al famigerato Ipcc dell’Onu che è sostanzialmente è uno strumento politico e non scientifico. La narrazione rimane per permettere ai governi di legiferare in modo da concedere enormi profitti e potere agli speculatori immobiliari pronti ad espropriare vaste porzioni di popolazione, agli avvoltoi delle materie prime, ai neo latifondisti americani, ai creatori di Ogm e di cibo sintetico, ma probabilmente l’impatto non è tale da consentire di creare strumenti di controllo delle persone viste anche le resistenze che si stanno creando verso le ideazioni assurde e perverse suggerite dal Wef. Tipo le città da quindici minuti che sono davvero un’immagine di lager senza filo spinato visibile, ma costituito dai controlli elettronici. Questo per non parlare di Net Zero(1)delle energie cosiddette rinnovabili, che entro un certo contesto sussidiario, sono un’ottima cosa, ma che con la tecnologia attuale non possono assolutamente sostituire l’energia fossile e rischino invece di mandare al macero intere economie.
D’altra parte il secondo cavaliere, la guerra, si è ritrovato gravemente ferito sul campo di battaglia così che l’elemento per così dire epico che la Nato voleva lanciare sta andando in aceto e si profila sempre di più una ritirata di Russia che è al tempo stesso una ritirata dall’egemonia assoluta dell’occidente. Così rimane solo il primo cavaliere, ovvero la malattia che è stata la narrazione di maggior successo messa in campo. Anche se ormai sono chiare molte cose, la natura artificiale di un virus probabilmente pensato come arma biologica, la manipolazione degli studi sui sieri genici chiamati vaccini per imporli comunque, l’inutilità degli stessi nel fermare il contagio, la gravità e l’ampiezza delle reazioni avverse che ne fanno un pericolo più grande del covid, è evidente, a partire dall’Oms, che le forze che spingono verso gli obiettivi del reset hanno nostalgia della narrazione pandemica. Essa infatti presenta alcuni caratteri che le altre non hanno nell’instaurare un’isteria di massa: innanzitutto il senso di un imminente pericolo personale e poi il fatto che alle massicce campagne mediatiche s’aggiunge l’azione persuasiva di gran parte del mondo medico, ridotto di fatto ad essere un distributore automatico di farmaci e che dunque agisce di conseguenza anche grazie a un personale interesse.
Così già si annuncia una nuova possibile pandemia, si scoprono varianti del covid a bizzeffe, si mettono in campo le zanzare come aerei portatrici di misteriosi agenti patogeni, si tira fuori il virus sinciziale che peraltro c’è sempre stato, in modo da preparare il terreno o comunque rinfrescare quello vecchio per arrivare a iniezioni di sieri a mRna stagionali. E soprattutto da richiedere restrizioni per la vita delle persone. L’Oms addirittura si spinge a fare una mirabile sintesi tra pandemia e clima sostenendo il cambiamento climatico comporta rischi per la salute che richiederebbero misure Covid-19, comprese le vaccinazioni. Certo è difficile pensare che milioni di persone possano credere a queste panzane che sono palesemente tali non avendo alcun significato. Ma insomma è abbastanza chiaro che stanno preparandosi a un ritorno pandemico nella speranza che abbia di nuovo il successo di prima. Ma molte cose sono cambiate dal 2020, soprattutto la disponibilità dei Paesi non occidentali a stare a un gioco che è comunque in perdita soprattutto per le economie emergenti. E anche da noi si riduce il numero delle persone disposte a credere, obbedire, vaccinarsi. Insomma forse si arriverà a un punto in cui occorrerà resettare il reset.

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