”Perché da Tiffany? «Perché sai che quello è il miglior posto al mondo in cui non può accadere nulla di male.» Dice così l’affascinante, inquieta Holly di Colazione da Tiffany.
Con “Colazione da Tiffany” Capote reinventò il lusso. E oggi compie sessant’anni quel romanzo, scritto nel 1958, che ebbe un successo strepitoso grazie al film (uscito nelle sale tre anni dopo) del regista Blake Edwards, con Audrey Hepburn protagonista.
Audrey Kathleen Van Heemstra Hepburn-Ruston nacque il 4 maggio 1929 a Bruxelles da un banchiere inglese e da una baronessa olandese; di famiglia agiata, frequentò una prestigiosa scuola di ballo, sognando di diventare come Margot Fonteyn: negli anni della guerra, dovette a lungo soffrire la fame, e si dice che la sua struttura fisica, così snella e flessuosa, si sia determinata quando la ragazza dovette cibarsi solo di bulbi di tulipano e insalata belga. La prima persona che la notò fu la scrittrice allora 80enne Colette, in vacanza a Montecarlo.
Leggenda hollywoodiana vuole che, vedendola, Colette esclamò “Ecco la mia Gigi!” e la volle come protagonista dell’omonima commedia teatrale, tratta da un suo romanzo. In seguito, ventiduenne e agli albori della carriera, ottenne un ruolo di principessa birichina nel film “Vacanze Romane” di William Wyler, che le portò anche un Oscar come miglior attrice protagonista; nel 1954, interpretò “Sabrina”, uno dei suoi film più belli, in cui dimostra di essere una buona attrice (ma non ottiene alcun Oscar: quell’anno, vince Grace Kelly per il film “La ragazza di campagna”); in seguito, ottiene altre nomination – Quelle Due, Gli occhi della notte – ma quell’Oscar per Vacanze Romane rimarrà il primo e l’ultimo della sua carriera. Nel 1954 conobbe Mel Ferrer e nello stesso anno lo sposò, e dal quale ebbe il primo figlio Sean nato nel 1960. Nel 1969 sposò il medico italiano Andrea Dotti dal quale ebbe il secondo e ultimo figlio Luca nato nel 1970: durante il matrimonio con Dotti si trasferì a Roma, città alla quale è sempre stata molto legata. Troverà nel 1981, finalmente, il compagno della propria vita, Robert Wolders, ex-marito di Merle Oberon, che le starà vicino negli ultimi anni. Ritiratasi dalle scene, si dedicò attivamente al volontariato nei suoi ultimi anni di vita e divenne Ambasciatrice di Buona Volontà per l’Unicef: le cause che la preoccuparono di più furono gli abusi sui minori e ogni genere di questioni legate ai bambini, lottò per queste cause anche quando era già malata di tumore. Morì di cancro al colon il 20 gennaio 1993, presso Tolochenaz, un paesino svizzero vicino Losanna, nel quale aveva vissuto per molto tempo. Aveva 64 anni.
Curiosità: Parlava fluentemente sette lingue: l’inglese, lo spagnolo, il francese, l’olandese, l’italiano, il tedesco e il fiammingo (lingua olandese).
I suoi registi preferiti erano William Wyler e Stanley Donen, che entrambi la diressero in tre film: Wyler in Vacanze Romane, Quelle Due e Come rubare un milione di dollari e vivere felici. Donen in Cenerentola a Parigi, Sciarada e Due per la strada.
I suoi unici vizi erano le sigarette e il cioccolato fondente svizzero.
Uomini: sul set di Sabrina nacque una love story con il co-protagonista William Holden, che lei interruppe perché lui non avrebbe potuto darle figli. Il set fu il più difficile nel quale si trovò a lavorare: mentre Holden si era innamorato di lei, Humphrey Bogart la considerava troppo ragazzina e considerava il regista Billy Wilder “un nazista figlio di puttana”. Mariti e partner cinematografici furono tutti più “vecchi” di lei.
Ruoli: Le fu offerto, nel 1959, un ruolo di protagonista dal regista Alfred Hitchcock nel film “No Bail for Judge”, il cui copione era scritto per lei, ma conteneva una lunga scena di stupro che la spinse a rifiutare. Si era pensato a lei per il ruolo di Cleopatra (1963), ruolo che poi fu assegnato a Liz Taylor. Ha sottratto, suo malgrado, i suoi due ruoli cinematografici di maggior successo a due regine di Hollywood: Marilyn Monroe (il ruolo di Holly Golightly in “Colazione da Tiffany”) e Liz Taylor (il ruolo della Principessa Anna di “Vacanze Romane”).
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Stile: Il suo sarto di fiducia fu, dalla giovinezza fino alla morte, Humbert De Givenchy, il quale diventò soprattutto un carissimo e intimo amico, e disegnò per lei gli abiti di scena di vari film (tutti tranne quelli in costume), e abiti per la vita di tutti i giorni. Per le scarpe, si rivolgeva spesso a calzaturifici italiani, e in particolare all’atelier Ferragamo, che ha curato nel 1999 una mostra a lei dedicata. Animali: Amava molto gli animali, e in particolare i cani. Possedeva uno yorkshire terrier affettuosamente chiamato “Mr Famous” e un erbiatto, “Heep”, spesso ritratto con lei.
Riconoscimenti: Il 25 marzo 1954: riceve l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista per Vacanze Romane. Nel 1954: vince il Tony Award come Miglior Attrice Drammatica in “Ondine”. Nel 1990 scelta dal “People Magazine” come una delle 50 persone più belle e eleganti al mondo.