Debbo fare ammenda su Crosetto
SAMURAI DE PARIS E ALTRE AMENITÀ
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con Emmanuel Macron al vertice Ue-Balcani occidentali a Tirana, 6 dicembre 2022. ANSA/FILIPPO ATTILI/US PALAZZO CHIGI NO SALES, EDITORIAL USE ONLY NPK
Debbo fare ammenda su Crosetto, il ministro dei famosi riservisti da richiamare per fare la guerra: almeno ha avuto le palle per dire che Parigi e Varsavia non hanno il diritto di parlare a nome di tutti i membri della Nato quando si tratta di dispiegamento di truppe in Ucraina. Insomma ha cercato di disinnescare la tumultuosa crescita di dichiarazioni belliche che non si sa dove possano portare e ha fatto capire che una cosa è fare la faccia dell’armi per tentare di spaventare la Russia o semplicemente per dare coraggio alla propria follia e un’altra mettersi in una situazione davvero rischiosa. Non mi pare che qualcuno abbia notato che le parole del ministro della difesa sono intrinsecamente in rotta di collisione con l’accordo stretto dalla Meloni con Zelensky anche se da un punto di vista concreto si tratta di una mera pagliacciata.
Ma è vero: anche se nel modo farsesco che le compete la Meloni, ha anticipato Macron e ha voluto conquistarsi una medaglietta ben sapendo che queste cose non si decidono a Parigi e tanto meno a Roma, ma solo a Washington che difficilmente darebbe il via libera a un’operazione di impegno diretto della Nato contro la Russia, visto che il conflitto ucraino sta diventando troppo oneroso geopoliticamente parlando e gli Usa non sono in grado di sostenere contemporaneamente la tensione con la Cina e il conflitto in Palestina. In realtà si tratterebbe di un fatto più che altro formale, di calare la maschera insomma: l’Alleanza atlantica è già presente in forze in Ucraina, ma sotto le false vesti di volontari e mercenari fasulli e sta già subendo una durissima sconfitta. Tuttavia il passaggio a una presenza ufficiale significherebbe cambiare le carte in tavola e costringere la Russia a reagire. Non è un caso che da qualche settimana la distruzione massiccia di ciò che resta degli scarsi sistemi di difesa aerea occidentali sta avvenendo tramite droni: Mosca sta risparmiando le sue scorte di missili ipersonici per affrontare il possibile scenario di dover combattere le forze della Nato e vuole avere un’ampia fornitura di mezzi non intercettabili in grado di sopraffare e sconfiggere le contromisure occidentali.
Ma le imprese parolaie di Macron il samurai de Paris che spera ardentemente di non dover seriamente fare la guerra alla Russia, trascinando la Francia in una tragedia dalla quale non potrebbe mai più risollevarsi, sono state in qualche modo accompagnate da una sorta di pazzesca strategia, completamente al di fuori della realtà, per tentare di conciliare un possibile intervento diretto della Nato con ciò che rimane della legalità internazionale: le truppe dell’alleanza si limiterebbero a surrogare in vari compiti interni le truppe e corpi territoriali, come ad esempio le guardie di confine, “liberando” 700 mila uomini ucraini per destinarli al fronte. Insomma non dovrebbero combattere direttamente contro le truppe russe: si è mai sentita una stronzata più grande di questa? Ma anche ammesso che tutto ciò sia possibile e che ci siano davvero 700 mila uomini impegnati in funzioni marginali all’interno del Paese, cosa della quale si può fortemente dubitare, quanti andrebbero sul serio al fronte, visto che già oggi c’è una fortissima resistenza agli arruolamenti e stanno sorgendo gruppi partigiani ostili al regime di Kiev, alla guerra e alla Nato? Siamo sempre all’interno di una crudele favola nella quale si tenta di non vedere che ormai l’Ucraina è un Paese distrutto, una specie di ologramma occidentale la cui proiezione sullo sfondo dei media diventa di giorno in giorno più difficile.
Queste sparate sono come il gran finale dei fuochi artificiali, pum pum pum, ma tutti sanno che la festa è finita, fa freddo ed è l’ora di tornare a casa, fin che c’è ancora. Macron potrà vestirsi da samurai e agitare la katana o qualunque altra cosa la simuli, per le sue festicciole private, nella speranza che torni presto ad essere un privato cittadino. Così come tutti quelli che hanno favorito l’avventura ucraina, compresi i falsi privati cittadini che sono invece coloro che decidono per tutti nell’ombra.