Mostri e ossessioni che pervadono certe ragazze di oggi

SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA. E PAZIENZA

SE IL MOSTRO NON C’È


Trovare simpatico Silvio Viale, consigliere comunale torinese esponente della sinistra radicale, è abbastanza difficile. Anche prescindendo dalle sue posizioni politiche, dai suoi innamoramenti internazionali, dalle sue fastidiose provocazioni tra lo stupido e l’infanzia. Però trasformarlo in un mostro assetato di giovani prede inermi pare davvero un po’ eccessivo. E non soltanto per la banalità dell’attesa di una sentenza definitiva – come se le decisioni dei magistrati fossero la verità assoluta – ma, semplicemente, per il suo comportamento nel corso dei decenni. Che varrà pur qualcosa, rispetto a denunce di qualche ragazza che sostiene di essersi sentita molestata.

Niente abusi sessualità da parte di Viale, che nella vita normale fa il ginecologo, ma solo eventuali battute trasformate in accuse pesanti come macigni. Sempre che le battute ci siano state davvero. E che fanno il paio con le accuse rivolte da alcune studentesse universitarie ad un docente che, ovviamente, rifiuta il ruolo di mostro impegnato a stuprare le allieve. In realtà non ci sarebbe stato nessuno stupro. Ma, nelle confuse interviste rilasciate dalle compagne delle vittime, sguardi e battute. “Ci guardava il culo!”, assicurano.

D’ora in poi gli insegnanti dovranno essere muniti di paraocchi che impongano di guardare solo il soffitto. Morirà qualche docente inciampando sulle scale, ma il fondo schiena delle studentesse sarà salvo da sguardi indagatori. E non sempre entusiasti.  Ovviamente la protesta coinvolge anche gli studenti maschi. “Studiavamo insieme e mi ha sfiorato una gamba!”, protesta in tv un’altra vittima. Che, evidentemente, non utilizza i mezzi pubblici torinesi dove l’affollamento è tale da rendere inevitabili contatti non solo tra gambe.

Per non cadere in tentazione

 

Ma il vero problema è l’ossessione che pervade queste povere ragazze. Tutte convinte di essere oggetti del desiderio senza freni di maschi arrapati dai 7 ai 99 anni. Tutte incapaci di considerare una battuta – non sempre infelice – per quello che è. Tutte incapaci di comprendere che una pacca sulle spalle di un collega di studi non rappresenta una avance non richiesta ma solo un segno di amicizia. Tutte, in fondo, incapaci di vivere. E andrà sempre peggio, tra follie woke e media che cercano il mostro da sbattere in prima pagina. Soprattutto quando il mostro non c’è.

Andrea Marcigliano
Redazione Electo

 

 

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