Sempre più spesso, capita di imbattersi in contenuti testuali in cui compare una sorta di “e” rovesciata detta schwa (ə)

SCHWA: UNA SOLUZIONE SENZA PROBLEMA” 

la risposta della linguistica alle storpiature ideologiche


La giovane dottoressa Yasmina Pani, docente, divulgatrice e autrice di “Schwa: una soluzione senza problema” (Ediuni, 15,00€) sta lentamente, ma con costanza, affiorando dal panorama degli influencer culturali italiani, impegnandosi negli ultimi anni in accesi dibattiti contro la cultura Woke(1) riguardanti i controversi tentativi di rendere il linguaggio italiano più “inclusivo”. La professoressa sarda (ma fieramente torinese d’adozione) ha avuto modo nella sua opera di divulgazione di scontrarsi con figure come la linguista Vera Gheno e rispondere a tono anche a personaggi più discussi nel mainstream culturale italiano come la scrittrice Michela Murgia.

Dopo una gavetta social sui suoi canali YouTube e Instagram in cui ha avuto modo di costruire una modesta ma solida base di pubblico interessata all’argomento la Pani, stufa della costante disinformazione portata avanti da attivisti e influencer riguardanti la lingua del belpaese e la sua presunta influenza sul pensiero degli italiani, ha finalmente deciso di mettere nero su bianco le sue argomentazioni, facendo particolare riferimento alla questione della schwa, all’ideologizzazione forzata delle strutture linguistiche e dell’inserimento artificiale di un genere neutro all’interno della lingua italiana in questa sua prima avventura divulgativa fuori dagli usuali canali social.

L’autrice, dottoressa esperta di linguistica e filologia, si propone con il suo libro di esporre, con la chiarezza e la capacità di sintesi di una docente navigata, quelle che sono le principali obiezioni della comunità dei linguisti al costante e folle martellamento da parte degli attivisti politici più zelanti sulle questioni riguardanti la necessità di un impellente “mutamento” artificiale della lingua nella sua struttura grammaticale, votato alla costruzione di un linguaggio maggiormente inclusivo e, a detta loro, più “rispettoso” della sensibilità di alcune minoranze.

Dopo l’introduzione vergata dal professor Georg Orlandi, l’autrice guida nella prima parte i lettori all’acquisizione di alcuni dei concetti basilari della scienza linguistica fondamentali per la comprensione degli argomenti discussi, come ad esempio la formazione e l’utilizzo del maschile non marcato come genere base della nostra lingua. Il tutto dimostrando con riferimenti storici e scientifici che le argomentazioni che vogliono la lingua italiana come sessista e costruita per la sottomissione del femminile siano in realtà frutto di una completa ignoranza della materia trattata.

Inutile sottolineare come alcuni concetti potrebbero essere di difficile digestione per i non addetti ai lavori. La Pani ne è però consapevole e punta ad una spiegazione breve e semplice dei fondamentali, sacrificando in parte approfondimenti più estensivi e compensando con un’estensiva lista di suggerimenti bibliografici per i lettori più curiosi.

L’ipotesi di Sapir-Whorf

 

 

 

 

 

 

 

Nella seconda parte la giovane docente entra più nel vivo del dibattito, dapprima con un sistematico smontaggio dell’ipotesi “Sapir-Whorf”, teoria per cui la lingua già con la sua stessa struttura influenzi la percezione della realtà di un individuo o della collettività per poi arrivare al piatto forte che ha dato il titolo a questo saggio: la famigerata schwa.

Manca forse la verve sarcastica che l’ha resa una ventata di aria fresca nel mondo della divulgazione culturale indipendente ma l’amore di Yasmina Pani per la sua materia e la sua competenza si possono osservare con facilità in ogni pagina del piccolo saggio. La lettura risulta scorrevole e ricca di nozioni storico-antropologiche (in cui non manca anche l’occasionale sbufalamento di qualche trita leggenda metropolitana), basi tecniche e spunti di riflessione per chiunque sia stufo dell’ipocrita e incessante propaganda dei capipopolo Woke e dei loro ingenui seguaci.

Per chi sarà al Salone del Libro di Torino, segnaliamo anche l’incontro che si terrà con la dottoressa Pani per discutere il suo libro il 21 maggio dalle ore 19.00 nella Sala Sardegna.

Stefano Morello

 

 

 

 

Approfondimenti del Blog

«WOKE LA DOTTRINA DEL RISVEGLIO»

 

 

 

 

 

 

Descrizione

Sul segno ə, proposto per evitare di usare il genere grammaticale (ritenuto offensivo), si scrive e si dice molto. Ben poco di ciò che si scrive e si dice è però supportato dalla scienza: piuttosto è sostenuto dalle dichiarazioni di influencer, attivisti e sedicenti esperti in cerca di consensi. I fautori del linguaggio inclusivo sembrano dare per scontato che la lingua influenzi il pensiero e plasmi la società; ugualmente, sembra che non ci sia discussione sul fatto che la lingua sia sessista e renda quindi sessisti anche i suoi parlanti. In realtà, all’interno della comunità scientifica, il dibattito è tutt’altro che chiuso, e queste affermazioni sono lontane dall’essere dimostrate: l’intento di questo volume è di fornire ai lettori una difesa dalla disinformazione continua da cui sono bersagliati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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