”L’introduzione del salario minimo legale in Italia (6 euro netti)
SE NOVE EURO (LORDI) VI SEMBRAN POCHI…
Se nove euro vi sembran pochi… Sì, sono davvero pochi, a maggior ragione se si tratta del salario minimo(1) orario lordo e non netto. E sembrano ulteriormente scarsi se si riferiscono ad una paga per un lavoro in una città del Nord, dove il costo della vita è molto più elevato. Ma questo, i leader della sinistra armocromata, non lo sanno. Perché il mondo del lavoro, per loro, è composto da personal shopper, architetti di grido, direttori RAI, attori incapaci e dunque strapagati, cantanti strapagati in quanto politicamente corretti.
Che ne sanno, loro, del prezzo degli affitti a Milano, e non per qualche universitario figlio di papà ma per un normale impiegato pubblico o privato? Che ne sanno del costo di un litro di latte o di un caffè in un bar di Torino? Che ne sanno di un pranzo, in casa, a Bologna?
Il problema, per loro, è che se si informassero dovrebbero ammettere di aver sbagliato tutto. Sui contratti nazionali, sulla debolezza dei contratti di secondo livello, sulle gabbie salariali, sul costo della vita. E sulla tolleranza delle irregolarità.
Perché, in fondo, il problema non è neppure quello del salario minimo ufficiale. Bensì quello del salario pagato davvero da troppi sedicenti imprenditori. Con una retribuzione ufficiale che viene decurtata, con ore segnate che vengono moltiplicate, con straordinari non riconosciuti. Il problema è dei contratti di precarietà a vita. Il problema è della finta formazione, del finto apprendistato.
Ed a una opposizione così condizionata da ignoranza e faziosità replica una maggioranza che si fa portavoce del diritto allo sfruttamento. Con qualcuno che si oppone ai 9 euro lordi all’ora perché, con quelle cifre, molte aziende chiuderebbero. Può essere, ma sarebbe un bene. Perché lascerebbero spazio agli imprenditori veri che non campano sullo sfruttamento. Ed altri che si lamentano perché non trovano lavoratori e ripetono il solito copione: i giovani devono essere pagati poco perché stanno imparando. Come se loro li assumessero, per brevi periodi, per buon cuore e per insegnare generosamente un mestiere. Non perché servano davvero. Eppure, non dovrebbe essere difficile capire che devi pagare il lavoratore per ciò che ti serve. Dunque, se ne hai bisogno lo assumi e se lo fai per generosità lasci perdere e non ti lamenti perché non trovi personale.
Nel periodo estivo si moltiplicano casi di questo tipo. Con i precari che dovrebbero spendere quasi tutto il salario per un affitto ed il cibo nelle località di villeggiatura in cui vanno a lavorare. Oppure, nella migliore delle ipotesi, accettare l’ospitalità del datore di lavoro in strutture al limite dell’abitabilità. Magari per 9 euro lordi all’ora, per 12 ore pagate 8.
Ma la politica, tutto questo, finge di non saperlo.
Approfondimenti del Blog
(1)