Una lingua “morta” che però continua a godere di ottima salute. Quante volte, nel parlare e nello scrivere, adoperiamo termini latini o di provenienza latina?

captatio benevoltentiae.

 

 

Gli accorgimenti verbali, vocali, gestuali con cui un oratore cerca di accattivarsi la simpatia dell’uditorio fanno parte d’un collaudatissimo repertorio, che si chiama captatio benevoltiae, cattura della benevolenza. Un modello classico di questa tecnica ce l’ha offerto Shakespeare, ne discorso funebre messo in bocca a Marco Antonio, davanti al cadavere di Giulio Cesare, ucciso da Bruto dell’omonima tragedia. Non sapendo all’inizio se la folla sia schierata con l’uccisore o con la vittima, Antonio si cautela con il ritornello «Bruto è uomo d’onore» e protetto da questo alibi eccita un po’ alla volta, con un n dosato crescendo, l’emotività della plebe; e nell’indicare le orrende ferite dell’ucciso, ne tesse l’elogio raccontando episodi da cui risulta che era un generoso, nient’affatto ambizioso. Quando ritiene che la folla sia arrivata al giusto punto di tensione, mostra una pergamena, col sigillo di Cesare. È il suo testamento, «ma non posso leggerlo» aggiunge Antonio «perché se lo leggessi capireste quanto Cesare vi amava». A queste parole i romani gridano: «Leggete il testamento, vogliamo sentirlo» e Antonio, simulando imbarazzo (non vorrebbe fare un dispetto a Bruto, «uomo d’onore»), legge la pergamena con cui Cesare nomina il popolo suo erede universale. Dopodiché questo corre ad incendiare la casa di Bruto. Bruto e gli altri cospiratori fuggono. Col suo abile discorso Antonio ha catturato non soltanto la benevolenza verso sé e verso l’amico ucciso, ma anche l’odio del popolo verso i congiurati. La parola, quando è ben amministrata, vince il pugnale.

   Passando alla grande storia ufficiale alla piccola cronaca quotidiana, tentano la captatio benevoltiae:

   1) il genitore che, per Natale, spedisce una cassetta di liquori al professore del figlio;

   2) il candidato che. Alla vigilia delle elezioni, telefona per sentire come sta nostra moglie;

   3) l’amico che, incontrato dopo anni, ci dice: «Complimenti per la tua carriera, oramai sei entrato in orbita… a proposito, mi puoi prestare centomila euro?».

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