Una lingua “morta” che però continua a godere di ottima salute.
Quante volte, nel parlare e nello scrivere, adoperiamo termini latini o di provenienza latina?
Con lo stesso orgoglio con cui i greci chiamavano barbari i forestieri, i romani dicevano Civis romànus sum, sono cittadino romano, e proclamarono la loro città caput mundi, capo del mondo. Nel poema che tratta della guerra civile fra Cesare e Pompeo, Anneo Lucano scrive:
ad altri
basterebbero tante mura prese al primo assalto,
tante rocche espugnate, il nemico in rotta,
la stessa capitale del mondo, massimo premio di guerra,
facile preda. Ma Cesare, lanciato in tutte le imprese,
credendo nulla di fatto se restava qualcosa da fare,
incalza spietato.
Farsaglia, II. 652 e sgg. Luca Canali
Racconta Tito Livio che il defunto Romolo apparve a Giulio Procolo annunciandogli che gli dèi celesti han deciso ut mèa Ròma caput òrbis terràrum sit, che la mia Roma sia la capitale dell’orbe terrestre. Circa mille anni durò l’impero di Roma , caput mundi, finché sui suoi confini non apparvero i rozzi, incivili, ma vitalissimi barbari. Prima i visigoti di Alarico (410), poi i vandali di Genserico (455), occuparono e saccheggiarono la città. E Roma caput divenne Roma kaputt.