Una lingua “morta” che però continua a godere di ottima salute. Quante volte, nel parlare e nello scrivere, adoperiamo termini latini o di provenienza latina? Navigare necesse est

 

il viaggio di Dante e il folle volo di Ulisse

È necessario navigare, cui va aggiunto vìvere non necèsse, vivere non è necessario. Lo disse Pompeo ai marinai, che spaventati da una tempesta, esitavano a salpare per l’Italia, dove dovevano

Pompeo Magno

trasportare un carico di grano africano. Sul punto di salpare, dato che soffiava per mare un gran vento e i timonieri rumoreggiavano, imbarcatosi per primo e ordinando di levare l’ancora gridò: «Navigare è necessario, vivere non è necessario!».

Gabriele D’Annunzio

Navigare, esplorare l’ignoto, fu la sfida prometeica dell’Ulisse dantesco, assetato di conoscenza. Navigare necesse est divenne il motto delle città anseatiche che, meno poeticamente, vedevano nei traffici marini la fonte di succosi guadagni. Gabriele D’Annunzio restituisce al motto la sua carica ideale e scrive, introducendo le Laudi:

 

  • Gloria al Latin che disse «Navigare
  • È necessario; non necessario
  • Vivere». A lui sia gloria in tutto il Mare! 

E nel Canto Novo: 

  • O mare, o gloria, forza d’Italia,
  • alfin da’ liberi tuoi flutti a l’aure
  • come un acciar temprata
  • la Giovinezza sfolgori. 

 

(Circa i pericoli del navigare, vedi)

 

«Se tornasse Cicerone… Faber est suae quisque fortunae»

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