”Una lingua “morta” che però continua a godere di ottima salute. Quante volte, nel parlare e nello scrivere, adoperiamo termini latini o di provenienza latina?
Quot capita tot sententiae.
Quante le teste tante le opinioni. Diversità provvidenziale. Se gli uomini la pensassero tutti nella stessa maniera, una noia di piombo schiaccerebbe l’umanità. Ciascuno giudica, agisce, e sbaglia, secondo al sua intelligenza, educazione, cultura, gusto, sensibilità. Tizio rifiuta di ammettere che le scelte di Caio siano migliori delle sue. Caio pensa la stessa cosa delle scelte di Tizio. Ciascuno è convinto d’essere nel giusto e nel vero. Di qui l’inesauribile varietà del mondo. Talvolta però capita che Tizio faccia l’autocritica e dia ragione a Caio, proprio mentre Caio comincia a sospettare d’aver torto e in cuor suo dà ragione a Tizio. Scambiati i ruoli, la contrapposizione continua.
Un critico esalta un romanzo, un altro lo stronca. Per la mamma dello scarafaggio, non v’è creatura più bella del suo scarafaggino. Se l’amministratore pubblico accusato d’aver preso la bustarella appartiene al partito avversario, lo chiamano ladro; se milita nel nostro, parliamo di irregolarità contabile. La caleidoscopica diversità delle opinioni schiera gli uni contro gli altri conservatori e progressisti, tifosi e arbitri, cacciatori e ecologisti, proprietari e inquilini, giovani e vecchi, uomini e donne, a proposito delle quali un filosofo misogino ha scritto che possiedono opinioni molto più pulite degli uomini: infatti le cambiano più spesso.
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