Le dimensioni contano, almeno in economia
SERVONO MEGA INVESTIMENTI EUROPEI PER LA COMPETITIVITÀ
NON PER LA GUERRA DELLA BANDA ZELENSKY
Le dimensioni contano, almeno in economia. E, partendo da questa considerazione, Federico Fubini sul Corriere riprende – guarda caso – le dichiarazioni di Draghi a proposito dei ritardi europei a causa degli scarsi investimenti. Non è che se lo ha detto Draghi sia per forza sbagliato. In questo caso, anzi, ha perfettamente ragione. L’Europa ha investito troppo poco in quasi tutti i settori d’avanguardia, tecnologicamente avanzati. Che si tratti dei semiconduttori o del comparto farmaceutico o dei trasporti.
Fubini non aggiunge – non per autocensura ma solo perché è noto a tutti – che se l’Europa investe poco, l’Italia investe ancora meno. E se la produttività italiana è scarsa, è perché gli impianti sono obsoleti e si punta su manodopera poco qualificata per risparmiare.
Ma tornando al livello europeo, è evidente che servirebbe uno sforzo congiunto per sostenere mega investimenti in grado di rilanciare la competitività del Vecchio Continente. Però quel cialtrone di Stoltenberg pretende che l’Europa rinunci a 50 miliardi di euro all’anno per sostenere la guerra di Zelensky. Però gli amici di Stoltenberg a Bruxelles pretendono che il ceto medio italiano si impoverisca o svenda le proprie case per ricoprire gli alloggi con il cappotto termico.
Le risorse finanziarie non sono infinite. Dunque, occorre puntarle su iniziative che garantiscano crescita e sviluppo per la collettività, non per pochi azionisti di multinazionali. Impoverire gli europei affinché i proprietari di due o tre aziende si arricchiscano diventando più competitivi, con salari più bassi per accrescere la possibilità di concorrenza globale, non è una grande prospettiva. Vietare le vacanze agli italiani perché il turismo deve essere riservato agli altospendenti, non è proprio il massimo.
Però mettere insieme gli investimenti europei è la strada giusta. Lo si vede con il patetico Piano Mattei. Pochi soldi buttati nel cesso (tanto sono i soldi dei contribuenti) mentre l’Africa incassa montagne di denaro da Cina, Russia, Turchia, Arabia, Emirati, India. E le scelte geopolitiche del Continente Nero premiano i grandi investimenti, non la carità micragnosa dell’Italia. Che, con il sostegno europeo, potrebbe essere molto meno ridicola.