”Panem et circenses hanno sempre fatto un gran bene al potere. E il 25 aprile casca a meraviglia, come la falce sul martello, la croce sullo scudo, l’opposizione sulla maggioranza, il sindacato su Confindustria, papafrancesco su pachamama
Per Pasqua non si esce. Adesso che il coronavirus sta cominciando a mollare la presa, non bisogna non vanificare i sacrifici fatti fin qui. E va bene. Niente Messa, niente Triduo, niente funzioni, ma se non si fanno sentire gli operatori del settore c’è poco da fare. Va bene anche questo, tanto la maggior parte di quanto offre il mercato è roba taroccata. Niente Pasqua e, naturalmente, niente Pasquetta. Uova sode e torte salate alle erbette le mangeremo all’aperto l’anno prossimo, ma non è questo il problema.
Calendario e previsioni meteo alla mano, c’è ben altro che comincia a preoccuparmi. Se la famosa curva dell’infezione prende a scendere in modo deciso, va a finire che il giorno della liberazione, quello in cui si potrà cominciare a mettere pubblicamente piede fuori casa, sarà il 25 aprile. E sarà Liberazione con la “L” maiuscola, Liberazione dal virus fascista che ha occupato la nostra bella terra democratica costringendoci a chiudere quei confini che avevamo onusianamente dimenticato e a tirare su quei muri che avevamo bergoglianamente abbattuto. Una mattina, mi son svegliato, eccetera eccetera… Se volete continuate a cantare voi, per me basta e avanza.
[stextbox id=’warning’ mode=’undefined’ color=’10e614′ ccolor=’0a0909′]Panem et circenses hanno sempre fatto un gran bene al potere. E il 25 aprile casca a meraviglia, come la falce sul martello, la croce sullo scudo, l’opposizione sulla maggioranza, il sindacato su Confindustria, papafrancesco su pachamama [/stextbox]
Insomma, i festeggiamenti per l’anniversario della sconfitta incombono più infaustamente che mai. Con le belle giornate e un po’ di ritrovato entusiasmo in corpo, gli italiani non li tiene più nessuno
e bisogna pur farli sfogare per poterli comandare a bacchetta. Cosa c’è di meglio che permettergli di festeggiare la Liberazione dal fasciovirus di giorno per ricondurli agli arresti domiciliari senza che battano ciglio la sera?
Panem et circenses hanno sempre fatto un gran bene al potere. E il 25 aprile casca a meraviglia, come la falce sul martello, la croce sullo scudo, l’opposizione sulla maggioranza, il sindacato su Confindustria, papafrancesco su pachamama. Provate e pensarci. Partigiani non ce ne sono quasi più e rimangono solo quelli postdatati: ma sono costretti a imparare le date a memoria, una visione troppo nozionistica della cultura che a don Milani non sarebbe piaciuta. Il partigianismo vivacchia un po’ meglio perché lo spirito sopravvive sempre agli individui: ma non sa bene per chi
partigianeggiare, se per Europa che ora sembra cattivella o per la patria che però è un concetto sempre un po’ fascista. L’Anpi sembra un pochino più solida e ci sarà anche dopo il partigianismo perché le associazioni sopravvivono sempre al loro spirito: ma non sa più chi tesserare e finirà per regalare i bollini agli immigrati, basta che siano clandestini. La Repubblica, democratica e antifascista, ci sarà anche quando saranno finiti i partigiani, il partigianismo e l’Anpi, perché le istituzioni sopravvivono a individui, spirito e associazioni: ma, a forza di spostare i suoi confini di qua e di là in mezzo al mare, non sa più dove siano. Insomma, stanno saldi sulle poltrone, ma sono fiacchi perché sopravvivere stanca e il potere logora un po’ anche chi ce l’ha. Comincia a diventare faticoso sentirsi veramente vivi anche solo un giorno all’anno al canto di Bella ciao. Per far girare il motore, ogni volta bisogna trovare un nemico da buttare nella caldaia come il carbone della Locomotiva di Guccini che sembra dire ai contadini curvi il fischio che si spande in aria: /Fratello, non temere, che corro al mio dovere! / Trionfi la giustizia proletaria. Ma chi ha voglia di andare casa per casa a stanare il nuovo fascista?
Quest’anno c’è il virus servito a bella posta sarebbe da stupidi non mettergli una bella camicia nera e poi farlo sfilare per le vie di città e paesi con le mani dietro la testa davanti a un commando armato. Si accoderebbero tutti, a partire da quelli che hanno raccattato il voto negli angoli più infrequentabili della destra e poi sono andati in Israele a spiegare che il fascismo è il male assoluto. Ma conviene fermarsi alla prima voce dell’elenco perché è troppo penoso constatare quanto sarebbe lungo il resto.
Insomma, preparatevi. È impossibile che nessuno abbia pensato alla festa della Liberazione dal fasciocoronavirus. Non apriranno le piazze e, magari, neanche il marciapiedi davanti al cancello. Ma sarà persino peggio. Immaginatevi tutta l’Italia che all’ora X canta Bella ciao dal balcone di casa. #tuttondràbene? Non mi pare.
Alessandro Gnocchi
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