”Un colpo di stato africano…
SI FA PRESTO A DIRE NIGER
Un colpo di stato in una nazione africana povera non è certo una grande novità e tuttavia quello che è successo in Niger e il fatto sesso che la Francia non si sia precipitata con i suoi parà chiedendo il peloso appoggio di altri Paesi del continente, mostra perfettamente come sia enormemente cambiato il contesto geopolitico in cui cadono questi eventi. Molti pensano che il Niger sia il solito scatolone di sabbia, ma invece è il maggior esportatore al mondo di uranio ed è anche ricco di carbone oro, minerale di ferro, stagno, fosfati, petrolio, molibdeno, sale e gesso. Insomma, una cornucopia che fa gola all’occidente. E che costituisce per la Francia il passaggio obbligato per la sua politica nucleare, visto che il Niger fornisce a Parigi la quantità di uranio necessaria ad alimentare le sue centrali nucleari.
Ma come si può vedere con facilità le dementi élite europee si sono lanciate nella guerra in Ucraina senza pensare minimamente alle conseguenze. Quell’ometto di Macron non ha soppesato le cose nella loro globalità. Il possibile problema nucleare si presenta in Francia proprio nel momento in cui Parigi è diventata ancora più dipendente dalla sua energia nucleare dopo essersi tagliata fuori dal gas russo a buon mercato e nel momento in cui la Germania va deindustrializzandosi perché il motore economico dell’Europa non può funzionare solo con il vento e il sole. Chi l’avrebbe mai detto? Quindi, il piano B francese dopo l’interruzione del gas russo era di far funzionare a pieno regime tutte le centrali nucleari che possiede. Ma adesso è molto difficile che ciò avvenga. Certo la Francia ha anche altri fornitori di uranio, come ad esempio il Kazakistan e l’Uzbekistan; tuttavia, chi controlla in gran parte il trasporto di queste forniture in Europa? La società statale russa di energia nucleare Rosatom che peraltro è il maggior gestore mondiale delle attività legate al nucleare. E questo non lascia davvero Parigi con molto spazio di manovra.
L’anno scorso il ministro francese per la transizione energetica Agnes Pannier-Runacher aveva sostenuto: “Sia chiaro: la Francia non dipende dalla Russia per il funzionamento della sua infrastruttura nucleare”. A patto però che lo sfruttamento delle sabbie uranifere del Niger potesse continuare come prima. Adesso invece Parigi si dovrà piegare perché un suo intervento militare potrebbe far saltare l’intera Africa come una polveriera e dunque dovrà contrattare con Niamey una serie di azioni riparatrici se non vuole essere del tutto cacciata fuori dal Paese. E pregando che il Niger non si faccia difendere dalla Russia con la quale Parigi è di fatto in guerra e per giunta avendo a capo pas Napoleon, mais un couillon (non Napoleone, ma un deficiente).