Uno scontro mediatico tra un giornalista di Repubblica e l’allenatore della Roma

L’allenatore della Roma, Daniele De Rossi

SOCIAL VIETATI A TUTTI. PERSINO PER GLI SPORTIVI

SOLO DISINFORMAZIONE UFFICIALE


Uno scontro mediatico tra un giornalista di Repubblica e l’allenatore della Roma, Daniele De Rossi. All’apparenza roba loro, meritevole del più classico “echissenefrega”. Invece no. Non ha nessuna importanza il motivo del contendere. E neppure chi abbia effettivamente ragione. È il “dopo” che diventa importante.

Elon Musk

 

 

 

 

 

 

 

 

Perché De Rossi accusa pubblicamente il giornalista di avere mentito e Repubblica replica che l’allenatore non può farlo perché, secondo il quotidiano, dovrebbe rivolgersi esclusivamente a Repubblica con una smentita che il giornale degli Elkann potrà o meno decidere di pubblicare.

Al di là del fatto che una risposta di questo genere, senza neppure entrare nel merito dell’articolo, assomiglia tanto ad una ammissione di colpa, ciò che conta davvero è l’intimazione a non utilizzare i social. Perché Repubblica, con i suoi articoli, può scatenare l’odio contro qualcuno (basti pensare alle ossessioni di Berizzi),(1) ma chi viene attaccato non ha il diritto di difendersi utilizzando gli strumenti di cui dispone, cioè i social. Tutt’al più può chiedere al giornale poche righe per replicare ad attacchi molto più articolati, per svariati giorni.

È la stessa logica che guida l’Occidente Collettivo contro le piattaforme non allineate. Si arresta il creatore di Telegram, si mette fuori legge Tik Tok, si minaccia Musk per X (cancellato anche da un giudice brasiliano). Mentre lo stesso Zuckerberg ammette di essersi dovuto allineare alle imposizioni dell’amministrazione Biden.

Gli ordini sono chiari: ogni commento non allineato deve essere censurato, soppresso, eliminato. I sudditi sono liberi di non acquistare l’immondizia ufficiale propinata quotidianamente, però non devono avere accesso ad altre fonti di informazione non approvate dal ministero della Verità. Vale per le notizie sulle guerre ma anche per quelle sul calcio (dove Facebook censura una intervista scomoda per Cairo). Perché se si concede anche solo un briciolo di libertà, si rischia di creare una falla nella diga della menzogna autorizzata.

 

Redazione Electo
Ala.de.granha

 

 

 

 

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(1)

 

 

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