Non sono le bugie ad avere le gambe corte
SORPRESA: IL GAS RUSSO BATTE QUELLO USA
Non sono le bugie ad avere le gambe corte, ma piuttosto le cattive cause perché mentre le narrazioni possono essere sempre aggiustate, i fatti tendono a resistere. Così la guerra in Ucraina che era stata orchestrata per distruggere la Russia, ma anche per far sì che gli Usa prendessero il posto di Mosca come fornitori di energia all’Europa, sta fallendo tutti gli obiettivi: il Financial Times annuncia infatti che a maggio per la prima volta da due anni le importazioni europee di gas dalla Russia hanno superato le forniture dagli Stati Uniti. Secondo i dati dell’Icis, le spedizioni di gas e Gnl russo (magari attraverso triangolazioni) hanno rappresentato il 15% della fornitura totale verso Ue, Regno Unito, Svizzera, Serbia, Bosnia-Erzegovina e Macedonia del Nord, mentre il gas liquefatto proveniente dagli Stati Uniti ha rappresentato il 14% della fornitura nel nostro continente: il livello più basso dall’agosto 2022.

Non c’è da meravigliarsene anche perché non solo l’energia russa costa molto di meno anche se non ha più i prezzi di favore di una volta, ma è anche di qualità superiore visto che il gas americano ricavato dal fracking contiene un sacco di impurità che causano parecchi problemi negli impianti che lo utilizzano. (1)Però soprattutto rappresenta il fallimento totale del disaccoppiamento tra Russia ed Europa che era uno dei motivi per cui si è dato fuoco alle polveri. Se la guerra è andata male, anzi malissimo, si pensava che almeno le draconiane sanzioni e la distruzione del North Stream avrebbero avuto l’effetto di spezzare definitivamente il cordone ombelicale che legava l’economia europea alle risorse energetiche russe. E invece questo non si è verificato: il gas russo continua a scorrere o ad arrivare tramite Gnl.

Alcuni pensano che questo sia un evento isolato e che le cose tornino rapidamente alla “normalità” imposta, mentre l’Europa finge di seguire rigide sanzioni sulle materie prime russe: ci sono parecchi fattori che giocano in questo senso perché le forniture che arrivano via gasdotto dalla Turchia, attraverso il territorio ucraino, sono a rischio e perché la particolare estensione e durevolezza dei ghiacci artici di quest’anno ha ridotto la quantità di Gnl russo verso l’Asia che adesso invece ha ripreso a pieno ritmo così che si sono ridotte le quantità da mandare verso l’Europa, lasciando presumibilmente il continente preda degli altissimi prezzi americani. Per questo il commissario europeo per l’energia Kadri Simson, durante un viaggio in Giappone, ha espresso preoccupazione per il fatto che il Gnl venga dirottato dall’Europa per soddisfare la domanda in Asia. Ciò fa pensare che il record di maggio nell’importazione di gas russo risponda alla necessità di riempire fino all’orlo i siti di stoccaggio europei realizzando consistenti risparmi. Ma esistono ragioni strutturali economiche per continuare ad importare energia dalla Russia; quindi, non è affatto escluso Mosca continui a conservare il suo primato.
Resta il fatto che tutto ciò è un atto di accusa contro una politica insensata che arriva a finanziare quello che viene definito come un nemico proprio mentre si minaccia, un giorno si e l’altro pure, una guerra diretta contro Mosca. Si tratta di una contraddizione troppo grande per non denunciare la totale sudditanza del milieu europeo verso i disegni di Washington che sono del tutto incompatibili con la sopravvivenza europea come potenza economica e industriale. Questo abbandono generalizzato della ragionevolezza produce bizzarri fenomeni orwelliani come la censura per proteggere la libertà di parola, oppure l’esaltazione dell’Ucraina che voleva eliminare i russofoni (basta leggere gli atti ufficiali del Parlamento di Kiev) e il sostegno invece alla Palestina o ancora, appunto, sanzioni impossibili da mantenere. Ma produce soprattutto quel “non senso” generalizzato, di castrazione delle scelte che ci sta trascinando verso l’orrore di una guerra che oltretutto non siamo in grado di combattere, senza che si manifesti una opposizione di livello adeguato a salvarci da questa deriva.

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