“Stato che moneta non conia, non è Stato ma colonia”
SOVRANITÀ E QUATTRINI
“Stato che moneta non conia, non è Stato ma colonia”.
Rima facile, e battuta scontata. Che trovo in un post – non ricordo di chi – su FB.
Una delle tante, contro l’Euro, contro la” dittatura” di Bruxelles, gli eurocrati…
Ormai ci ho fatto l’abitudine. E, in genere, tiro innanzi. Senza farci caso…
Ma questo mi colpisce. E mi resta in testa. Forse proprio perché così… facile ed orecchiabile.
E comincio, senza quasi volerlo, a pensare alla… sovranità.
A quella monetaria. E a quella degli Stati.
Che, su questo il post ha ragione, sono legate. Profondamente.
E l’esempio ci viene proprio dal Dollaro statunitense.
Perché negli USA prima avvenne l’indipendenza dalla Corona Inglese. E soltanto dopo, faticosamente, si giunse alla unità monetaria. E ancora più tardi venne creata la Federal Reserve. Che noi consideriamo la Banca Centrale americana, ma che in realtà si chiama Federal Reserve System. Ovvero un sistema con cui il governo Federale, Washington, mantiene il controllo della moneta.
Tant’è che è l’FBI ad occuparsi, ad esempio, dell’emissione di dollari falsi. Un reato federale. Punito con estrema severità. Mentre, sempre per fare esempi, un omicidio ricade sotto la giurisdizione di polizie e sceriffi locali.
Per molto tempo gli USA restarono una Confederazione di Stati. Sovrani, dei quali resta ancora qualche vestigia. La California, se non erro, non ha mai siglato l’accordo federale sul codice della strada. E se un autista californiano commette un “resto stradale” in Texas, e ritorna a casa, e gli arriva la multa, può tranquillamente impipparsene. Senza incorrere nei rigori della legge.
Dunque, erano stati sovrani, con leggi e moneta propria. Il dollaro, certo. Ma veniva coniato dalle zecche dei singoli stati. In oro e argento. Perché i metalli preziosi rappresentavano un valore oggettivo. Riconosciuto in tutta l’Unione.
Il superamento di questa fase fu lungo e faticoso. E solo con Lincoln e la Guerra Civile si arrivo ad una parziale soluzione.
Già… la Guerra Civile. A scuola ci raccontano che fu combattuta per liberare gli schiavi che cantavano blues nelle piantagioni di cotone.
In realtà la questione della moneta rappresentò uno dei principali motivi del Conflitto. Era in gioco la trasformazione di una confederazione di Stati sovrani in una Unione. Sempre più centralizzata.
Sappiamo come è andata. E almanaccare cosa sarebbe stata la storia del mondo con la vittoria del generale Lee e dei suoi cavalieri grigi… beh, è solo esercizio per autori di romanzi ucronici. Purtroppo.
Comunque, questo solo per dire che la sovranità monetaria è elemento fondante, ed essenziale, della sovranità politica di uno Stato. Uno Stato che controlla la moneta e la conia.
Ma l’Euro non è divisa monetaria di uno stato. Non è controllato da un governo. E neppure da una Confederazione di governi.
Vi è una Banca Centrale. E una Commissione. Che non rispondono ai governi “federati”. Degli enti burocratici, astratti. Avulsi da controllo politico. Che, anzi, controllando la moneta, possono obbligare gli Stati a scelte che vanno contro i loro interessi nazionali.
Scelte economiche. Ma anche scelte sociali e politiche. Lo abbiamo constatato drammaticamente con la questione della guerra in Ucraina. Piaccia o meno, i governi nazionali sono obbligati a seguire le direttive di Bruxelles. Ovvero di una burocrazia che nessun popolo ha mai eletto. E che risponde solo agli interessi finanziari. Ovvero a dei poteri extra-statali. Internazionali ed autoreferenziali.
Certo, i governi dei paesi della “area euro” ci hanno messo, e ci mettono del loro. Più realisti del re, e zelanti zeloti. Ma anche se volessero prendere una posizione diversa, non potrebbero. Pena il totale dissesto economico. Può farlo l’Ungheria. Ma lì continua a circolare il fiorino. È uno Stato indipendente e sovrano.
Noi no. E, il paradosso, è che non abbiamo ceduto la nostra Sovranità nazionale ad un Super Stato, un impero… piuttosto ad una burocrazia ed una banca. Ovvero ai gruppi di speculatori internazionali, apolidi e sradicati.
Non siamo colonia. Siamo schiavi. Tutto qui.
A noi non serve un George Washington. Ci servirebbe uno… Spartaco.