Il maiale ha colpito ancora
SPARARE SU ONU E CROCE ROSSA CON LA COMPLICITÀ
DELL’OCCIDENTE COLLETTIVO E VIGLIACCO
Il maiale ha colpito ancora. Certo dell’impunità, della protezione dell’Occidente collettivo che non osa intervenire per bloccare i suoi crimini. D’altronde ancora pochi giorni orsono Meloni e Tajani ripetevano per l’ennesima volta che il maiale aveva diritto a difendere il suo Paese ed i suoi complici. Massacrando, sterminando. Donne e bambini, soprattutto. Ignorando le risoluzioni dell’ONU, ignorando umanità e civiltà.
Ed ora il maiale ha fatto sparare sui soldati italiani inquadrati nelle truppe dell’ONU per fingere di difendere la popolazione civile libanese. Ma anche i libanesi, come i palestinesi, per il maiale non hanno il diritto di vivere. Neppure gli italiani, evidentemente.
D’altronde la risposta durissima del governo italiano si è limitata a chiedere spiegazioni. Vuoi mica infastidire il maiale ritirando l’ambasciatore? Chiedendo una condanna, per altro inutile, all’Onu? Macché, vogliamo spiegazioni.

Che sono arrivate. Con calma. Perché il maiale non ha tempo da perdere con i suoi amichetti italiani. E le spiegazioni sono una indecente presa per i fondelli che avrebbe dovuto indignare chi fosse ancora in possesso di un briciolo di dignità. I poveri soldati del maiale hanno dovuto sparare contro gli italiani, perché cercavano un esponente di Hezbollah che andava a passeggio nella zona. La stessa scusa utilizzata per sterminare donne e bambini nei campi profughi a Gaza e in Cisgiordania dove, tra migliaia di civili, sarebbe stato visto un esponente di Hamas impegnato nello shopping.
Ma non chiamateli bombardamenti, stragi. Il portavoce del maiale su una rete italiana lì definisce strike, come giocare a bowling. D’altronde, per lui e i suoi padroni, le vittime equivalgono a birilli.


Ed ora il maiale colpisce anche il personale sanitario italiano. Colpevole di curare i feriti senza chiedere nazionalità e appartenenza politica. Come dovrebbero fare tutti i medici e paramedici. Ma il maiale ignora anche questo aspetto.
In teoria, visto che l’Italia fa parte della NATO, un attacco contro i propri militari dovrebbe provocare una reazione armata dell’alleanza. Invece niente. L’Italia deve solo pagare di più, tagliando la spesa pubblica su altri settori. Ma nessuno interviene per difendere i soldati italiani. E nostra signora delle querele tace.

