Al Zawairi, lo storico numero due di Al Qaeda, il vice di bin Laden, è stato eliminato

STATO E TERRORE


Al Zawairi, lo storico numero due di Al Qaeda, il vice di bin Laden, è stato eliminato. Da un missile americano che ha colpito la sua residenza di Kabul, insieme a tutta la sua famiglia.
Tutto qui. Se non per il fatto che questa, diciamo così, esecuzione, viene annunciata Coram Populo, dall’ Amministrazione Biden. E che molti titoli, e post, parlano di “al Zawairi giustiziato”.

Ora io non ho alcuna simpatia né per al Qaeda, né tantomeno per il dottore egiziano. Che, in gioventù, fu implicato nell’assassinio del Presidente Sadat. Esordio di una fulgida carriera da tagliagole d’alto profilo. Nessuna lacrima per lui, quindi.
Ma usare il termine giustiziato mi appare, scusate, improprio dal punto di vista semantico. Non mi risulta infatti alcun processo, procedura giuridica o simile. Nulla a che fare con un Codice penale o con uno Stato di Diritto.
Al Zawairi è stato individuato – forse venduto dai suoi stessi amici – ed eliminato con un missile. Insieme, certamente, ad altre persone. Familiari, vicini di casa, passanti innocenti. Un missile non è una pallottola sparata con precisione. E le “bombe intelligenti” esistono solo nelle favole raccontate dalle televisioni.

Dunque, il cattivo dottore è stato “assassinato”. È questo il termine corretto. Esattamente come è avvenuto per il generale iraniano Süleymani. Con l’aggravante che questi era un alto esponente di un Paese indipendente, l’Iran. Con il quale Washington non era, e non è, ufficialmente in guerra.

Ma al Zawairi era un terrorista. Era cattivo. Andava giustiziato… dirà qualcuno.
Cattivo e terrorista certo. Ma questa, mi spiace, non è giustizia. A meno di non concepire solo la Legge del Far West. Come il giudice interpretato da Paul Newman nell’indimenticabile “L’uomo dai sette capestri”.

Ma la nostra cultura, e nello specifico la nostra civiltà giuridica, non è quella del Selvaggio Ovest. Ha ben altre radici. Ricordo che Marco Tullio Cicerone chiese la condanna a morte per i congiurati legati a Catilina. E, nonostante la ferma opposizione di Giulio Cesare, la ottenne. Poi, però, passata la buriana, venne anche Cicerone processato in base alla Lex Clodia. Che sanzionava chi, da magistrato, avesse abusato del suo potere per condurre a morte dei cittadini. Cicerone perse. E conobbe, per la prima volta, l’amarezza dell’esilio…

Al Zawairi era un efferato terrorista. Ma è stato ucciso con metodi terroristici. E altrettanto efferati.
La cosa non mi scandalizza né inquieta. Sono un antico lettore di Jan Fleming e Le Carrè. E so che tutti i servizi segreti ricorrono, quando necessario per la sicurezza dello Stato, alle cosiddette “operazioni bagnate”. Ovvero vanno per le spicce, ed eliminano chi ritengono una minaccia per la sicurezza dello Stato. I diversamente giovani, come me, ricorderanno il, famigerato, “ombrello bulgaro”. Con la cui punta avvelenata vennero eliminati dei dissidenti all’estero. Un colpetto veloce sulla caviglia mentre uno aspettava il bus. E chi s’è visto s’è visto.
Però, appunto, agivano nell’ombra e nel silenzio. E Sofia mai s’è sognata di rivendicare con orgoglio il successo.
Si fa, ma non si parla. Legge non scritta rispettata dai servizi di tutto il mondo.

Ma qui le cose stanno diversamente. Uno Stato, una Presidenza rivendica ufficialmente, e con pubblica soddisfazione, un delitto politico. Utile, probabilmente. Ma comunque delitto che ha portato anche danni collaterali. Tradotto: ha ucciso un bel po’ di gente innocente.
Non è la prima volta, certo. Ricordo il tentativo di eliminare Gheddafi con un attacco aereo statunitense. Senza dichiarazione di guerra. Il Colonnello, quella volta, si salvò. Ma altri morirono. Tra cui sua figlia. Una bambina.

Mezzi spicci. E nessun moralismo da parte mia. Sono un vecchio, e cinico, realista politico.
Tuttavia Gianfranco Miglio, uno dei massimi pensatori politici italiani, insegnava che la politica internazionale è anche, forse in primo luogo, questione di stile. Uno Stato non può ufficialmente utilizzare gli stessi strumenti dei terroristi. E vantarsene con arroganza. Si mette allo stesso livello di coloro che vuole combattere. E, in un certo senso, ne legittima l’azione.

Andrea Marcigliano

 

 

 

 

 

[btn btnlink=”https://electomagazine.it/stato-e-terrore/” btnsize=”small” bgcolor=”#59d600″ txtcolor=”#000000″ btnnewt=”1″ nofollow=”1″]Fonte: ElectoMagazine del 2 agosto 2022[/btn]

 

 

 

 

 

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