Il taccheggio è il furto di merce dagli scaffali presso un supermercato a seguito delle quali si rischia di affrontare un procedimento penale per furto Art. 624 c.p.
SU FASSINO NON SI PUÒ! LA GAUCHE INSORGE CONTRO
LA SATIRA SCOMODA
Un maldestro tentativo di furto? Una distrazione dovuta all’età avanzata? Un atteggiamento ancora più preoccupante sempre per ragioni anagrafiche? Il patetico show di Piero Fassino che evidenziava in Parlamento la povertà di deputati e senatori farebbe pensare a difficoltà mentali anche per la vicenda dell’accusa di furto di un costoso profumo all’aeroporto di Roma. Ma, in fondo, se l’età provoca danni al politico del famoso “abbiamo una banca”, sono problemi suoi e di chi gli sarà vicino in questa camminata finale.
Ciò che, invece, è davvero insopportabile è la reazione di molti suoi compagni. Indignati per una “aggressione mediatica” che non esiste. Proprio per il passato di Fassino, politico tanto intelligente quanto arrogante e scortese, nessuno lo ha davvero accusato di essere un ladro. Ma tutti hanno scherzato sull’episodio, hanno preso in giro il politico. E basta.
Poi, considerando la totale mancanza di senso dell’umorismo del personaggio, sarebbe stata persino comprensibile una sua reazione sopra le righe, infastidita e fastidiosa. Che non c’è stata. E questo farebbe pensare non ad una ammissione di colpa ma all’imbarazzo per una sua défaillance cerebrale.
Invece, per i suoi sodali, ogni ironia è una aggressione. I vigilantes che lo hanno bloccato e denunciato sono fascisti al soldo di Giorgia Meloni. Chi ha fatto satira sull’episodio deve essere censurato, chi ha ricordato la vicenda della banca o gli autogol a ripetizione sugli avversari politici deve essere punito. Perché la satira deve essere a senso unico, se no è antidemocratica. Se tocca i santini della gauche, la satira è intollerabile. E bisogna denunciare gli autori. Come era accaduto per chi aveva svelato la frase di Fassino sulla banca conquistata.