“Cammino dove il confine si fa lama: un passo deciso, e il mondo trema”

SUL FILO TESO

di Andrea Marcigliano


Joe Biden – o chi per lui, viste le palesi condizioni mentali dell’ancora per poco Presidente in carica – sembra aver preso una decisione.

Autorizzare ufficialmente Zelensky ad utilizzare i missili americani ATACMS per colpire in profondità la Russia.

Non è una decisione da nulla. Per due precise ragioni. Il momento e l’avvertimento già giunto da Mosca.

Il momento non può non lasciare perplessi. L’Amministrazione Biden è in scadenza. E quella che si prepara a subentrare, guidata da Donald Trump, ha già detto chiaramente che intende trattare la pace con la Russia, ed eventualmente lasciare Kiev, e soprattutto Zelensky, al suo destino.

Permettere, quindi, ora a Kiev di colpire in profondità la Russia appare un atto in palese contraddizione con la strategia politica delineata dal nuovo Presidente. Che, però, entrerà in carica solo dopo la metà di gennaio.

Normalmente, questi due mesi verrebbero gestiti da una sorta di comitato misto. Formato da rappresentanti della vecchia e della nuova Amministrazione. Tuttavia appare evidente che gi uomini di Biden non intendono rispettare questa prassi. Ed anzi vogliono forzare la situazione in questi due mesi. Portando la tensione con Mosca ad un conflitto tale da non permettere, poi, a Trump di uscirne facilmente. O costringendolo a non uscirne affatto, se le cose si spingessero oltre un certo limite.

Da Mosca, poi, sono arrivati dei segnali, e avvertimenti, estremamente minacciosi. L’utilizzo degli ATACMS per attaccare in profondità la Russia verrà letto come una dichiarazione di guerra da parte della NATO. Con le, ovvie, conseguenze.

Che, nella migliore delle ipotesi, potrebbero implicare il diretto attacco russo ai convogli che portano i missili agli ucraini. Considerati obiettivi legittimamente bellici, anche se targati Stati Uniti.

Ma questo solo nella migliore delle ipotesi…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Anche perché Gran Bretagna e Francia si sono affrettate ad appoggiare la decisione di Biden. E ad autorizzare Zelensky ad utilizzare missili a lungo raggio di loro produzione per colpire in profondità la Russia. E la stessa Mosca.

Il silenzio tedesco resta significativo. È ormai chiaro che il governo rosso-verde è spaccato al suo interno. Con il Cancelliere Scholz che balla da solo, cercando di dialogare con Putin, e di evitare il conflitto. Forse anche per tentare di recuperare una situazione ormai compromessa prima delle imminenti elezioni. Mentre i Verdi e una parte del SPD tirano nella direzione di Biden e di Macron. Ovvero della guerra ad oltranza con la Russia.

Ora, è chiaro che il problema è essenzialmente politico, e solo in seconda istanza militare. Gli ATACMS sono un sistema missilistico che risale all’inizio degli anni’90. Quindi, sostanzialmente, vecchio. E l’utilizzo nella profondità della Russia, che Zelensky ha già tentato senza autorizzazione formale, si è rivelato sostanzialmente inefficace contro i sistemi contraerei.

Tuttavia, l’autorizzazione ufficiale cambia decisamente lo scenario. Per questo Mosca ha subito avvertito che lo prenderebbe come una, esplicita, dichiarazione di guerra da parte della NATO.

Espansione-NATO-1990-2022

 

 

 

 

 

 

 

È pur vero che i russi stanno intensificando, in queste ore, i loro attacchi sull’Ucraina. Si tratta, però, sempre di specifici obiettivi militari, volti a destrutturate il sistema difensivo e offensivo del nemico. E, per altro, è palese che Mosca rallenti l’avanzata, continuando a limitare il raggio della sua azione. Nell’attesa, appunto, che Trump, insediato alla Casa Bianca, apra una nuova stagione di trattative.

È, dunque, tutto legato al tempo. Se Putin attenderà l’arrivo di Trump e il cambio di politica americana, prima di reagire alla provocazione portata avanti dagli uomini intorno a Biden.

O se, al contrario, al Cremlino prevarrà il parere di coloro che vedono unica soluzione ormai possibile il conflitto diretto con Washington.

Settimane cruciali. Dalle quali dipende il destino del mondo.

Redazione Electo
Andrea Marcigliano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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