Sia in Macbeth che negli Stati Uniti, il potere può trasformare le persone

SUPERMAN INCAPPA NELLA KRYPTONITE

Superman incarna valori come giustizia, libertà e speranza. Tuttavia, è vulnerabile alla kryptonite, una rappresentazione delle debolezze intrinseche del potere


Forse si potrebbe paragonare l’insieme del potere americano a Macbeth, ma vista la qualità dei personaggi che si sono alternati alla Casa Bianca da Clinton in poi, il paragone perfetto sa più di fumetto e ultimamente da Superman, personaggio da sempre collegato nell’immaginario americano, all’eccezionalità e all’impero. Solo che Trump sta incappando in un giacimento di kryptonite che spunta fuori da tutte le parti e lentamente lo costringe ad accorgersi di non avere più i super poteri di una volta. Urla “scatenare l’inferno” se non mi ubbidite, ma pare che – a parte le colonie europee e sudamericane – nessuno voglia davvero dargli retta. Non c’è nessun Humphrey Bogart che gli dica “questa è la realtà baby e tu non la puoi fermare”. La realtà per condensarla in poche parole e cifre è che il Pil reale degli Usa è di 29 mila miliardi di dollari, contro i 37 mila miliardi della Cina, mentre la Russia è cresciuta con la guerra in Ucraina fino ad essere la quarta economia del mondo. E questi ultimi non sono Pil che galleggiano in un mare di finanza e di servizi inutili o autoreferenziali.

Proprio i primi giorni di regno sono stati un prologo per questo Shakespeare a fumetti: prima il DeepSeek cinese, poi la strage sul Potomac (78 persone) causata da un pilota militare inesperto, probabilmente scelto per obbedire al manuale Cencelli degli Dei, il quale oltretutto manovrava da solo, mentre di notte i piloti devono essere obbligatoriamente due a causa dell’effetto tunnel provocato dai visori notturni. Due fatti molto diversi tra loro, ma che dimostrano il progressivo sfilacciamento dell’impero. Così non c’è da stupirsi se gli anacronismi introdotti da The Donald cadono nel vuoto: qualche giorno fa, in collegamento video col Wef, ha ordinato all’Opec+ di abbassare il prezzo del petrolio perché, secondo lui, ciò potrebbe risolvere la guerra in Ucraina, costringendo Mosca a sedersi al tavolo delle trattative a causa della diminuzione delle entrate energetiche. Poiché l’Opec+ è guidata sostanzialmente da Arabia Saudita e Russia nessuno ha obbedito. Ma come antipasto ha servito ulteriori sanzioni contro il commercio di petrolio russo, che prendono di mira potenzialmente 5,8 milioni di barili al giorno spediti via mare. Evidentemente il microfono conteneva kryptonite perché attualmente il mercato petrolifero globale sta vivendo un surplus di circa 0,8 milioni di barili al giorno e se supponiamo che questi barili russi sparissero dal mercato i prezzi del petrolio salirebbero alle stelle. Così Trump dovrebbe rimangiarsi un’altra delle sue promesse di petrolio a 50 dollari al barile, senza peraltro scalfire sensibilmente il bilancio russo.

Tutto questo fa parte di una commedia tossica tanto più che gli americani devono importare diesel russo per sostenere i propri trasporti interni. E non parliamo dell’Europa che si è illusa di essere Clark Kent, ovvero la faccia normale del potere: l’ignobile von der Leyen, la signora degli affari sanitari privati e delle bugie ha detto a Davos che l’Europa aveva ridotto sostanzialmente”, e in tempo record, la sua dipendenza dai combustibili fossili russi, ma in realtà l’Europa sta ora importando Gnl russo come non aveva mai fatto prima. Solo nelle prime due settimane di quest’anno si è arrivati alle 837 mila tonnellate, ovvero quasi 1 miliardo e 200 milioni di metro cubi. Dal momento che i consumi continentali ammontano attorno ai 56 miliardi di metri cubi, fate voi i conti. Risultato finale: ora si importa più gas russo, ma attraverso la liquefazione che costa parecchio e con triangolazioni internazionali, pagando una fortuna, anche se sempre meno rispetto ai prezzi esorbitanti praticati dagli Usa. E questo sarebbe il piano di vittoria strategica: davvero non ci sono più limiti alla stupidità e alla menzogna dell’eurocrazia, come scrive Escobar.

A tutto questo va aggiunto che gli Usa hanno abbastanza gas per loro, ma non abbastanza da sostituire la quota russa in Europa e in ogni caso proprio quest’anno si raggiungerà il picco della produzione di gas e petrolio da scisto, dopo la strada sarà quella di una diminuzione e/o di un aumento dei costi visto il rapido esaurimento dei pozzi e la necessità di aprirne sempre di nuovi in terreni meno favorevoli. Dunque, per l’Europa non c’è alcuna possibilità di fare effettivamente a meno delle risorse russe e invece non sta facendo altro che una guerra a se stessa.

Redazione

 

 

 

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