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CULTURA

«PESCI ABISSALI. Nelle tenebre degli oceani»

Di Riccardo Alberto Quattrini
3 Dicembre 2019
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LETTERATURA

«ABISSI OCEANICI»

Di Riccardo Alberto Quattrini
8 Maggio 2017
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”Un sommergibile oceanico, Classe Marconi della 2° Seconda Guerra Mondiale, era capace di pesare dalle 1.500 alle 2.000 tonn…

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BODY POSITIVE: LE ILLUSTRAZIONI NSFW DI ANYA-LEE TEMPLE

Le illustrazioni NSFW di Anya-Lee Temple sono ammiccanti e civettuole come la loro creatrice. L’artista alterna le sue opere a dei provocanti autoscatti che hanno quasi sempre come soggetto il suo corpo.

La sensualità delle immagini è sdrammatizzata dalla costante dello sfondo tinta unita millennial pink. Le forme sinuose e vezzose ricordano molto un tipo di erotismo riconducibile ad una sorta di moderna Lolita, citando il capolavoro di Nabokov:

«Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un breve viaggio di tre passi sul palato per andare a bussare, al terzo, contro i denti. Lo-li-ta».

 

 

 

 

 

 

LE ORIGINALI ILLUSTRAZIONI EROTICHE DI MEE WONG

 

 

 

 

Mee Wong è una giovane illustratrice cinese, classe 1981, che sta diventando molto popolare per via delle sue illustrazioni erotiche. Ha già alle spalle diverse mostre e si è guadagnata credibilità nel suo settore: a prima vista fa pensare ad una versione più grafica del fotografo giapponese Nobuyoshi Araki, noto per le sue immagini di nudo provocanti ed il suo immaginario dai toni forti.

In realtà, lo stile di Mee è un mix di fumetto, arte tradizionale giapponese e cultura pop, il tutto unito da un filo di sottile erotismo.

È interessante vedere finalmente la rappresentazione dell’erotismo femminile, in un mondo che sembra essere costruito solo sui bisogni maschili: sono proprio le donne le protagoniste principali del suo lavoro. I corpi sono candidi e spesso i loro volti sono nascosti, nonostante questo ci sono evidenti richiami al mondo pop art: in particolare ad Andy Warhol e Roy Lichtenstein per quanto riguarda colori e patterns.

 

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NAYA ISMAEL ILLUSTRA GLI STATI D’ANIMO

Capita spesso che per descrivere un nostro stato d’animo o ciò che stiamo provando in un determinato momento utilizziamo delle immagini, dei modi di dire che ormai fanno parte del lessico comune. A tutti è capitato di avere il cuore in pezzi, di sciogliersi per amore, di dover fermarsi a riposare e ricaricare le pile, di dover staccare il cervello. Naya Ismael illustra esattamente tutti questi stati d’animo.

Naya Ismael è una giovane illustratrice di Damasco, Siria, che sul suo profilo Instagram condivide i suoi lavori, digitali e non, che parlano direttamente al nostro cuore.

Naya prende tutte quelle frasi che siamo soliti usare per descrivere il nostro stato emotivo e, seguendole letteralmente, le disegna.

Così, le protagoniste delle sue illustrazioni si sentono così leggere da galleggiare a mezz’aria, o soffrono per amore, come se le spine di cento rose le trapassassero la pelle.

LE SEDUCENTI FEMMES FATALE ILLUSTRATE DA LYNNIE Z

Lynnie Z è un’artista e illustratrice scozzese residente a Londra che con il suo stile mescola femminilità e cultura pop. I suoi disegni sono opere meravigliose, coloratissime e vivaci, capaci di sedurre e ipnotizzare lo spettatore.

Dopo aver studiato illustrazione alla Kingston School of Art, Lynnie Z ha iniziato a lavorare come artista freelance con clienti del calibro di Apple, Coca Cola e Penguin Books. 

Nel suo lavoro mescola forme e supporti e realizza disegni, dipinti, murales e sketchbook con inchiostri calligrafici, vernici, pitture e grafiti.

I soggetti dei suoi disegni sono creature misteriose, personaggi androgini, uomini e donne, femme fatale audaci e incantatrici. Inseriti sempre in atmosfere fantastiche e sognanti, i protagonisti dei suoi dipinti diventano personalità seducenti e affascinanti, capaci di stregare con il solo sguardo. 

Nelle sue opere Lynnie Z sembra voler raccontare il potere della femminilità in tutte le forme e fisicità e celebrare la forza dello spirito umano. Arricchite di colori energici ed elettrici e da mix di texture intricate, le sue illustrazioni si sviluppano in forme infinite, mescolano trame a pois, scacchi, tratteggi e stampe floreali e sono opere spontanee, uniche e magnetiche.

CINEMA DIVE INDIMENTICABILI: LUCIA BOSÉ

Il 23 marzo 2020 è scomparsa un’icona del cinema italiano del dopoguerra. Lucia Bosè.  Nata a Milano il 28 gennaio del 1931. Quando il concorso di Miss Italia apriva le porte al mondo incantato della celluloide. Lucia era una semplice cameriera nella famosa pasticceria milanese Galli quando fu notata dal regista Luchino Visconti. Ma le porte del cinema le si aprirono appunto dopo il 1947 grazie alla vittoria del concorso Miss Italia a Stresa. Alla stessa edizione parteciparono altre concorrenti divenute poi famose attrici: Gianna Maria Canale, Gina Lollobrigida (classificate seconda e terza), Silvana Mangano ed Eleonora Rossi Drago. Superò il provino per Riso amaro ma l’opposizione della famiglia la costrinse a rinunciare al film. Partecipò comunque ad alcune pellicole che segnarono l’affermazione del neorealismo italiano, come Non c’è pace tra gli ulivi (1950) di Giuseppe de Santis, ma soprattutto in Cronaca di un amore (1950) di Antonioni, per il quale fu anche La signora senza camelie (1953). In questi anni fu diretta anche da Luciano Emmer e Francesco Maselli partecipando anche a diverse pellicole brillanti a fianco del suo primo fidanzato Walter Chiari. Tornò sugli schermi alla fine degli anni Sessanta partecipando a pellicole quali Sotto il segno dello scorpione dei Taviani; Metello di Mauro Bolognini, Fellini Satyricon, di Federico Fellini. Grande attrice e grande protagonista della cronaca rosa, quando i rotocalchi andavano a ruba. Lasciato Walter Chiari, Lucia conobbe il torero Luis Miguel Dominguin, che sposò nel 1955 e dal quale ebbe tre figli: Miguel, Lucia e Paola. Le nozze civili furono celebrate a Las Vegas e quelle religiose in Spagna. Il matrimonio terminò nel 1967 con la separazione, a causa delle continue infedeltà del marito. “Trovavo le amanti anche negli armadi”, raccontò tanti anni dopo.

 

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