”Asservito secondo i dettami del Pensiero Unico che lui sa fiutare molto bene
TELEMELONI, SHOW ANTIFA A RAFFICA
Prima una indecente miniserie, venduta dal finiano Barbareschi, sulla notte del Gran Consiglio. Poi un pessimo film sull’esodo istriano dove è fondamentale la manifestazione di antifascismo dei protagonisti. Ed ora il festival di Sanremo dove non potevano mancare Amadeus e Mengoni impegnati ad intonare Bella Ciao. E questa, ovviamente, è TeleMeloni. Sembra quasi che ci sia una gara tra chi prende più per i fondelli lady Garbatella e tutta la destra fluida di governo.
E più vengono presi in giro (per usare un eufemismo) e più gli esponenti politici sembrano godere. Fingono di entusiasmarsi, di allinearsi. Per dimostrarsi più anti degli anti. Arriverà Ignazio La Russa a cantare Contessa, ma non quella di Enrico Ruggeri, troppo scomodo e troppo non allineato. Morti di Reggio Emilia sarà invece interpretata da Lollo e da Donzelli.
Mica male come realizzazione del cambiamento promesso e ribadito. Una rivoluzione culturale, una nuova TV.
E di fronte a questo continuo autogol della destra fluida, insorge la gauche intello per sostenere che questa è una TV di regime. Che la destra ha lottizzato, ha imposto, ha piazzato uomini e donne, ha voluto programmi su temi da censurare. Insomma, la gauche non tollera che gli ex fascisti si mettano a cantare i brani della sinistra storica. Va bene se Cardini ricorda “buttiamo a mare le navi americane, cessiamo di fare da spalla agli assassini”, perché la Rossa Provvidenza è stata scomunicata dal nuovo corso di servilismo americano. Ma le altre canzoni non si toccano. Neppure su TeleMeloni.
Figurarsi sugli altri canali. Così, paradossalmente, l’intervista a Ruggeri non va su RAI 1, ma sul 3, l’ex TeleKabul. Perché TeleMeloni ha paura di trasmettere qualcosa di scomodo per la sinistra. Bisognerebbe usare un minimo di intelligenza. Non pervenuta.
Meglio lamentarsi per i servizi di Report, Piazzapulita, Dimartedì o per le trasmissioni trappola di Gruber. La lamentela fa fine e non impegna. E non costa fatica.
Monica Maria Seksich
7 Febbraio 2024 a 13:40
Senza arrivare alla cruenza di “Rosso Istria”, che i soliti noti hanno definito un fantasioso western, mentre era la storia peraltro edulcorata rispetto alla realtà della povera Norma Cossetto, di storie di esuli ce ne sono tantissime… Bastava attingere alla realtà e parlare con i diretti interessati. Invece, quella roba lì.
Monica Maria Seksich
7 Febbraio 2024 a 12:12
Il film sull’esodo istriano??? Con attori dall’accento romano? Con l’Istria praticamente solo nel titolo, e per il resto solo cattivoni tedeschi e cattivoni fassisti, e dei titini manco l’ombra?
Puah
Riccardo Alberto Quattrini
7 Febbraio 2024 a 12:29
Non l’ho visto ma l’immaginavo. Figuriamoci se ti parlano delle Foibe sempre tenute nascoste.