Oltre ai padroni del mondo, c’è un terzo protagonista che cambia tutto
TEMPI MERAVIGLIOSAMENTE STRAORDINARI E IL
TERZO FONDAMENTALE PROTAGONISTA
Marco Rossi
Qualche anno fa si parlava dei padroni del mondo, divisi tra potere politico ed economico. Ma oggi, in questi tempi meravigliosamente straordinari, emerge un terzo protagonista: invisibile, imprevedibile, capace di riscrivere le regole del gioco.
Diceva il buon vecchio Voltaire che coloro che tu non puoi assolutamente criticare, ebbene proprio loro sono i tuoi veri padroni… Il mondo dalla metà del Settecento non è cambiato poi molto, mutano le sigle i personaggi, i santi, gli eroi e i demoni, ma le dinamiche della storia, o della geopolitica – come oggi si preferisce dire – sono sempre le stesse.
Dunque, qualche anno fa si parlava dei padroni del mondo (Chomsky), dei protagonisti della privatizzazione del mondo (Ziegler), oppure semplicemente dei poteri forti che facevano leva sul Deep State sparso un po’ dappertutto nei gangli profondi degli Stati occidentali: tutto questo per indicare una ben ristretta élite internazionale costituita dai padroni del potere finanziario e delle grandi multinazionali occidentali, in fondo non più di mille famiglie – forse centomila persone in tutto? – ma coadiuvate alacremente dall’1% più ricco dei Paesi occidentali, come ha ben dimostrato nei suoi studi Luciano Gallino e recentemente Diego Fusaro.
Se qualcuno volesse seguire le vicende che hanno portato questa élite globalista al potere in Occidente dovrebbe però leggersi il mio studio La grande finanza e l’occidente – i retroscena di una guerra sconosciuta, edizioni Arya di Genova, perché esistono tanti libri che parlano di questa élite ma quasi nessuno che ricostruisce oggettivamente il percorso che questi ambienti han dovuto fare in due secoli per prendere il potere da noi, appunto perché l’Occidente è stato anche altro (socialismo, comunismo, socialdemocrazia, liberal-democrazia, fascismo, nazionalismo, nazionalsocialismo, chiesa cattolica, sovranismo, populismo eccetera) ed è ancora possibile sperare in altro.
Ebbene questi signori sono il terzo fondamentale protagonista, ben sopra le nazioni occidentali, e questi han preso il potere quasi assoluto nell’Occidente dopo la caduta del comunismo (1989-1991) e hanno sperato di prenderlo addirittura in tutto il mondo – ricordate la fine della storia? – e per un paio di decenni pensavano pure di esserci riusciti, attraverso l’imperialismo occidentale, la grande finanza e tutte le strutture globaliste costruite negli ultimi settant’anni, tanto che si può sintetizzare l’azione e il programma globalista del turbocapitalismo occidentale nel Word Economic Forum di Davos
Cosa c’entrano però qui i tempi meravigliosamente straordinari? Ebbene secondo i piani di questi signori tutto il mondo doveva assoggettarsi alle regole del turbocapitalismo assoluto con supremazia finanziaria che loro gestiscono quasi indisturbati in Occidente, ma gran parte del mondo alla fine si è ribellata: i BRICS hanno rifiutato il ricatto scegliendo un proprio modo autonomo di svilupparsi nell’economia e nella politica, e si tratta di Russia, Cina, India, Sudafrica, Brasile, e ora anche Indonesia, Egitto, Algeria e molti altri Paesi che vedono in questa organizzazione transnazionale una via d’uscita all’imperialismo occidentale delle élites globaliste di Davos.
I padroni del mondo sono dunque diventati – con loro grande rammarico – solamente i padroni dell’Occidente e stavano portando l’Occidente a una guerra diretta contro la Russia per la questione ucraina, perché secondo loro occorreva conquistare la Russia, dividerla in dieci o dodici staterelli etnici più piccoli per inglobarla nei possedimenti occidentali, come meno di dieci giorni fa ha ripetuto esplicitamente e senza pudore il ministro degli esteri europeo Kaja Kallas.
Ora in questo quadro drammatico Trump impersona la parte della classe dirigente occidentale che intende l’Occidente come popoli, ovviamente per lui soprattutto il popolo degli USA, e non invece come la vede l’élite apolide della finanza globalista, per la quale i singoli popoli non hanno la benché minima importanza.
I democratici e tutte le sinistre di tutto l’Occidente sono al servizio diretto dell’élite globalista finanziaria mentre tra i populisti e i sovranisti possiamo individuare quelli che nell’Occidente cercano di portare le esigenze dei vari popoli nell’agone politica; ora finché Fico – al quale hanno comunque sparato – e Orban cercano di difendere la Slovacchia e l’Ungheria dalla dittatura dell’élite globalista, si tratta certamente di “bastoni fra le ruote” fastidiosi ma forse gestibili, ma adesso c’è Trump negli USA.
Quel Trump al quale hanno rubato la vittoria del 2020 e che adesso, ben conscio della dimensione della battaglia che è chiamato a fare, è diventato il centro di aggregazione di tutti coloro che sono contrari al dominio totalitario dell’élite globalista finanziaria: non per nulla importanti personalità democratiche sino a poco tempo fa si sono unite alla sua azione (Kennedy, Musk, eccetera).
In meno di un mese Trump è uscito dall’OMS, la sanità globale gestita da Gates, dagli accordi sul clima, sbeffeggiando le ridicole teorie sul riscaldamento climatico ad opera dell’uomo, ha dichiarato che in USA per la costituzione esistono solo uomini e donne, nient’altro, e poi ha innescato il dialogo paritario, rispettoso e veloce con Putin per chiudere la disastrosa guerra in Ucraina, voluta dalle élites per distruggere la Russia.
I tempi meravigliosi son appunto questi, i nostri: oggi abbiamo finalmente l’occasione storica di vedere in diretta questo scontro al vertice, questa specie di guerra civile occidentale, possiamo registrare la lotta e – spero – vedere se prevarranno ancora una volta le élites globaliste finanziarie oppure se Trump e i sovranisti e i populisti occidentali riusciranno a costruire un Occidente diverso, più attento alle esigenze dei popoli e della democrazia autentica.
Perché quando i mercati finanziari hanno la possibilità di disarcionare un governo liberamente eletto dal popolo, significa che la democrazia non esiste più, e questo purtroppo è stata la regola nell’Occidente degli ultimi trent’anni.
In tutte le guerre civili ci sono morti, problemi, distruzioni ed altro, anche se chi scrive ovviamente si augura che i costi siano minimi, ma finalmente nell’Occidente colonizzato dal totalitarismo dei globalisti di Davos si è aperto uno spiraglio di aria fresca che potrebbe diventare una voragine, un travolgente uragano, soprattutto se sommato con la forza dei BRICS, che sono già parte del mondo nuovo.

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