Tiresia: tra dèi, piacere e profezia
TIRESIA: IL PROFETA DELLA DUALITÀ E IL SEGRETO
DEL PIACERE SECONDO ZEUS ED ERA
di Riccardo Alberto Quattrini
La leggenda del giudice tra gli dèi: Tiresia, il profeta cieco, svela il mistero del piacere umano attraversando i confini di genere.
La storia di Tiresia e la scommessa tra Zeus ed Era
La trasformazione di Tiresia
Tiresia, celebre figura della mitologia greca, era un uomo di Tebe che visse un’esperienza unica: la trasformazione in donna. Un giorno, mentre passeggiava per una strada solitaria, Tiresia si imbatté in due serpenti accoppiati. Colpì i serpenti con un bastone, e ciò scatenò l’ira della dea Era (o, in alcune versioni, una punizione divina generica). Come risultato, Tiresia fu trasformato in una donna.
Per sette anni, Tiresia visse come donna, si sposò e, secondo alcuni miti, ebbe persino dei figli. Questo periodo gli permise di sperimentare la vita dal punto di vista femminile, compresi i piaceri dell’amplesso. Al termine dei sette anni, Tiresia ritrovò nuovamente i serpenti accoppiati e, colpendoli un’altra volta, fu trasformato di nuovo in uomo.
La scommessa tra Zeus ed Era
Zeus ed Era, frequentemente in conflitto, avevano una discussione accesa sulla sessualità umana. Zeus sosteneva che la donna provasse più piacere nell’atto sessuale, mentre Era era convinta del contrario. Poiché Tiresia aveva vissuto entrambe le esperienze, fu scelto come giudice.
Quando interpellato, Tiresia rispose con una frase memorabile, riportata in diverse fonti:
“Se il piacere potesse essere diviso in dieci parti, la donna ne avrebbe nove e l’uomo una sola.”
La risposta fece infuriare Era, poiché la sua opinione ne usciva smentita. In un impeto d’ira, la dea accecò Tiresia, privandolo della vista. Privato della vista, Tiresia ricevette da Zeus un dono straordinario: la capacità di conoscere il futuro e di leggere la verità nascosta agli altri. Questo dono, tuttavia, non fu privo di sofferenza, poiché svelare il destino agli uomini significava spesso confrontarsi con le loro colpe e paure più profonde.
“Se il piacere potesse essere diviso in dieci parti, la donna ne avrebbe nove e l’uomo una sola.”
Questa frase attribuisce alla donna una superiorità sensoriale e emozionale nel contesto del piacere sessuale.
“Zeus gli donò il dono della profezia per compensare la perdita della vista.”
Un esempio di come nella mitologia greca, una punizione divina spesso viene bilanciata da un dono straordinario.
Uno dei momenti più celebri in cui Tiresia esercitò il suo dono profetico avvenne nel dramma di Edipo, quando il profeta cieco fu chiamato a rivelare chi fosse il colpevole della pestilenza che affliggeva Tebe. Con riluttanza, consapevole che la verità avrebbe portato solo dolore, Tiresia esclamò:
“Ahimè, quanto è terribile sapere quando sapere non giova! Lo sapevo, ma l’ho dimenticato: sarebbe stato meglio per me!’
(Edipo Re, vv. 316-318)”
Sfidato da Edipo, che si rifiutava di accettare la propria colpa, Tiresia pronunciò parole che risuonarono come un verdetto ineluttabile:
‘Tu stesso sei la macchia su questa terra.’ (Edipo Re, v. 353)
‘Tu hai occhi, ma non vedi il tuo male, né chi sei, né con chi vivi.’ (Edipo Re, vv. 413-414)
Queste parole, che squarciarono il velo della negazione, rappresentano uno degli esempi più potenti della capacità di Tiresia di rivelare verità nascoste, indipendentemente dal dolore che esse comportano.”
Le parole di Tiresia, intrise di una saggezza dolorosa, incarnano il paradosso della profezia: la capacità di vedere ciò che gli altri non vedono è sia un dono che una maledizione. Come cieco che vede, Tiresia sfida la comprensione umana, ricordandoci che la verità, per quanto inevitabile, può essere il più grande dei pesi.
Dopo aver squarciato il velo della verità per Edipo, Tiresia riappare nell’Odissea, come guida essenziale per Odisseo nel regno dei morti.
Qui, il profeta cieco svela il destino del re di Itaca con parole che risuonano come un ammonimento eterno
Tiresia avverte Odisseo che il suo ritorno a Itaca sarà lungo e pieno di difficoltà, a causa dell’ira di Poseidone.
Lo ammonisce di non toccare il sacro bestiame di Helios. Se i suoi compagni disubbidiranno, il loro destino sarà la distruzione.
Tiresia predice che, una volta tornato a Itaca, Odisseo dovrà intraprendere un ulteriore viaggio per placare Poseidone, portando un remo in una terra dove nessuno conosce il mare. (Odissea, Libro XI).
In questo dialogo tra vita e morte, tra uomo e divino, Tiresia non è solo un portavoce degli dèi, ma un simbolo della saggezza che trascende il tempo, un testimone della fragilità dell’uomo di fronte al destino. Così come Edipo e Odisseo, anche noi siamo chiamati ad affrontare le verità scomode e i percorsi incerti che la vita ci riserva, con Tiresia come guida eterna nella ricerca di noi stessi.”
Analisi del significato
La storia di Tiresia è profondamente simbolica e affronta diversi temi centrali nella mitologia e nella cultura greca:
- La dualità dei generi:
Tiresia rappresenta una figura unica che ha sperimentato entrambi i ruoli di genere, incarnando la dualità dell’esperienza umana. Questo gli conferisce una saggezza che trascende le normali categorie di uomo e donna, rendendolo un giudice imparziale. - La sessualità come tema centrale:
La scommessa tra Zeus ed Era mette in luce un interesse tipico della mitologia greca per le dinamiche sessuali e i ruoli di genere. La risposta di Tiresia suggerisce una visione che celebra la sensibilità femminile, riconoscendo che il piacere sessuale è più intenso e complesso per le donne. - La punizione e il dono:
La cecità di Tiresia e il successivo dono della profezia riflettono un tema ricorrente nella mitologia: le sofferenze inflitte dagli dèi spesso portano a una forma di compensazione o illuminazione spirituale. Tiresia perde la vista fisica, ma guadagna la vista interiore, la capacità di vedere il futuro. - Il conflitto tra Zeus ed Era:
La rivalità tra i due dèi simboleggia le tensioni tra maschile e femminile, potere e controllo. Tiresia diventa una vittima indiretta di questa lotta, ma al contempo una figura che ne supera i limiti, emergendo come simbolo di equilibrio e saggezza.

Bibliografia
- Ovidio, Metamorfosi (Libro III):
Ovidio narra la storia di Tiresia nel contesto del mito di Narciso, offrendo una delle versioni più celebri della sua trasformazione e della scommessa tra Zeus ed Era. - **Sofocle, Edipo Re:
Tiresia appare come il profeta cieco che guida Edipo verso la verità, un esempio della sua saggezza derivante dalle esperienze uniche e dal dono della profezia. - Robert Graves, I miti greci:
Una raccolta moderna dei miti greci che include un’analisi della leggenda di Tiresia e del suo significato simbolico. - **Walter Burkert, Greek Religion:
Un’analisi accademica delle credenze religiose greche, che colloca la storia di Tiresia nel contesto della dualità e del simbolismo mitologico.