”Le coincidenze hanno sempre incuriosito gli uomini di ogni cultura e in ogni epoca
TRA CASO, COINCIDENZE
E
DOMANDE ETERNE DELL’UOMO
Le coincidenze hanno sempre incuriosito gli uomini di ogni cultura e in ogni epoca. Non è raro, infatti, che eventi molto lontani tra loro si rivelino sorprendentemente legati, spesso in modo insondabile. Religione, esoterismo e filosofia hanno da sempre cercato di indagare questo tema, ponendosi diverse domande. C’è qualcosa che lega il susseguirsi degli eventi? Se sì, cosa? Ci sono forze superiori che intervengono direttamente sullo svolgersi dei fatti umani? Siamo in balia della casualità, oppure tutto è intrinsecamente legato da una causalità, che dal nostro punto di vista individuale limitato non sempre siamo capaci di cogliere?
I filosofi greci hanno indagato la questione praticamente degli albori del pensiero occidentale. Qual è il principio da cui si origina ogni cosa? Trovare un principio primo, sufficiente a spiegare la realtà e il suo svolgimento era una necessità intellettuale molto sentita. Spiegare le coincidenze e il destino degli individui diventa poi un tema chiave della letteratura greca, in particolare della tragedia. Basti pensare ai vaticini dell’Oracolo di Delfi e al dramma del giovane Edipo, che per una serie di strane coincidenze finisce per compiere il suo funesto destino, proprio nel tentativo più disperato di fuggire da questo. Anche l’arte medica sarà uno dei campi in cui i greci rifletteranno a fondo sul tema della coincidenza. Secondo Ippocrate, il padre della medicina occidentale, infatti, tutto l’universo è intimamente legato da “affinità occulte”. Gli stoici indagheranno molto profondamente il tema del Fato, articolando un pensiero razionale e determinista. Secondo la loro visione, infatti, tutto nel cosmo si muove seguendo le regole di un ordine necessario. Niente può essere imputato al caso, il Destino regola ogni aspetto della vita umana, e non solo. Tutta la fisica dell’intero universo segue questo ordine razionale e adamantino.
In seguito, anche la fede e la filosofia cristiana porteranno avanti un’indagine molto profonda su questi temi, introducendo grandi novità nel pensiero occidentale. Il determinismo stoico viene messo da parte. Il libero arbitrio umano è un elemento fondamentale, centrale per la redenzione umana dal peccato originale. Di certo, tuttavia, la questione è molto complessa e non sarà liquidata così semplicemente. Questo sarà uno degli argomenti più sentiti e discussi dai pensatori cristiani, da Agostino d’Ippona, a Giovanni Scoto Eriùgena, fino ad arrivare a intellettuali della modernità.
Con l’età moderna la discussione sul caso e sulle coincidenze si estenderà a diversi campi, prendendo soprattutto interessanti risvolti matematici. Il gioco è uno dei campi in cui le coincidenze si manifestano in modo straordinario. Se ne mostrano moltissime, alcune veramente incredibili, in molte diverse situazioni. Lo sapeva molto bene Blaise Pascal, che molto rifletterà sul gioco, non solo filosoficamente, ma anche dal punto di vista matematico. Il tema della coincidenza inizia quindi a essere letto nei termini di calcolo della probabilità. Tutto nasce dalla discussione tra Blaise Pascal e il cavalier de Méré in merito al gioco dei dadi. Pascal approfondirà moltissimo la questione, arrivando a discuterne anche con il celebre matematico Pierre de Fermat. Così, il filosofo francese passerà dal tavolo verde a una riflessione a tutto tondo sull’esistenza umana e sul suo rapporto con Dio. Tutto quello che accade è legato a decisioni che sono state prese, il nostro futuro è sempre condizionato da delle scelte. Ogni decisione è quindi un rischio e il dubbio diventa una costante umana.
Andando più avanti con i tempi e arrivando all’Ottocento, il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer dichiara che il destino individuale dell’uomo si conforma sempre al destino altrui. Ognuno è l’eroe del proprio dramma, pur recitando come comparsa nel dramma di altri. Secondo il filosofo di Danzica, questo rapporto tra noi e gli altri per noi esseri umani resterà sempre difficile da capire e da accettare.
Nei primi anni del Novecento la questione verrà indagata anche dal punto di vista psicologico, partendo da Sigmund Freud, per arrivare poi a Carl Jung. Si inizia a parlare di “inconscio collettivo”. Con questa espressione si intende un contenuto che va oltre la coscienza, ma che è comune a tutti gli esseri umani. Ci sono desideri, paure e fantasie che sono giunte a noi inconsciamente e che condividiamo collettivamente. Questo spiegherebbe molte coincidenze, soprattutto per quanto concerne la comunicazione tra persone. Inoltre, Jung svilupperà anche il concetto di “sincronicità”, ovvero l’idea secondo la quale esiste una simultaneità tra due eventi vincolati da loro significato, sebbene questo avvenga in modo casuale. Possiamo parlare di veri e proprio “nessi causali” tra più eventi che avvengono contemporaneamente.
La questione non smette di affascinare e di farci interrogare. La domanda sulle cause resta eterna, inesauribile e sempre stimolante.