Sotto gli occhi di un’Europa nel panico e ancora sostanzialmente incredula…
TRA SCONFITTA E CORRUZIONE COMINCIA IL DOPO UCRAINA
Sotto gli occhi di un’Europa nel panico e ancora sostanzialmente incredula per essersi cacciata nel cuore di una sconfitta epocale, l’Ucraina si sta disfacendo: le truppe russe del nord stanno avanzando verso Kharkiv più velocemente di quanto non si pensasse e il regime di Kiev tenta disperatamente di spostare truppe da altre parti del fronte per cercare di fermare l’assalto. Ma si tratta di un miscuglio di battaglioni usurati senza un comando unificato e senza più riserve con cui riempire eventuali buchi altrove. In questo dramma bellico si inserisce una vicenda che probabilmente avrà conseguenze decisive sul futuro dell’ex ucraina: le truppe russe, si dice, possono avanzare facilmente perché i soldi per le fortificazioni nell’area di Kharkiv e Sumy – circa 170 milioni di euro – sono stati pagati a società fittizie che ovviamente hanno fatto sparire i soldi senza costruire trincee o allestire campi minati.
Anche i proprietari di queste aziende sono fittizi, sono per lo più pregiudicati per piccoli reati, in gran parte ignari di essere milionari. Insomma è stato messo in piedi un meccanismo complesso che di certo non poteva sfuggire all’attenzione. Ma poiché molti contratti fasulli sono stati stipulati oltre un anno fa era impossibile non accorgersi che le opere di fortificazione non esistevano. E questo chiama in causa tutto il regime. Forse è per questo che ieri Blinken si è precipitato a Kiev senza preavviso ufficialmente per “inviare un forte segnale di rassicurazione agli ucraini che si trovano ovviamente in un momento molto difficile”, ma più concretamente per organizzare un cambiamento del regime che in qualche modo possa nascondere a un pubblico poco sofisticato – per usare un eufemismo – come quello americano la realtà della sconfitta. Per il momento Biden e i democratici hanno bisogno che l’esercito ucraino resista fino alle elezioni di novembre, ma è molto improbabile che riescano a raggiungere questo obiettivo se non si crea qualche pausa sul campo di battaglia e per ottenere questo sarebbe molto opportuna l’eliminazione di Zelensky al quale tra l’altro potrebbe anche essere addebitato il mancato controllo sulle fortificazioni.
Il fatto è che per ottenere davvero l’effetto pausa bisognerebbe raggiungere un compromesso con Mosca e con Putin, visto che non si vede il motivo per cui le forze russe dovrebbero arrestarsi proprio in estate, stagione nella quale il terreno si presta meglio all’avanzata. E di certo il recente stanziamento di 60 miliardi di dollari non può fare miracoli anche se sembra una cifra enorme: nel concreto solo 14,5 miliardi di dollari andranno effettivamente all’Ucraina, metà dei quali per mantenere solvibile lo stato e l’altra metà sotto forma di armi che l’Ucraina potrebbe acquistare una volta costruite. Il resto del denaro è destinato a ricostituire le scorte militari statunitensi. Ma anche se così non fosse l’Ucraina soffre ormai di una drammatica carenza di uomini perché può sostituire solo il 25% delle perdite sul campo di battaglia che poi sono mediamente molte centinaia ogni giorno e in qualche caso migliaia.
Tutti sanno che la guerra sta per finire. Che c’è un vincitore, la Russia, e molti perdenti: Stati Uniti e Ue stanno ora cercando di trovare un modo per salvare la faccia e riconoscerlo senza ammetterlo. Il modo più semplice è incolpare l’Ucraina, e in particolare il suo presidente Zelensky, per non aver ascoltato i consigli occidentali durante alcune delle fasi più calde della guerra. È una sordida bugia perché la Nato ha diretto tutte le fasi della guerra nei minimi particolari ed è stata essa a richiedere l’inutile massacro di vite nel tentativo di sfondare le linee russe durante la mitica controffensiva. In realtà non c’è mai stata alcuna possibilità per l’Ucraina di sconfiggere o addirittura indebolire la Russia: tutti i numeri lo dicevano, ma nonostante questo si è scelta la via dell’inutile strage. Ci saranno però anche altre “vittime” per così dire e saranno i milieu politici e i potentati economici che tirano i loro fili: hanno voluto tutto questo e saranno spazzati via.