Un gesto di diplomazia o un segno di resa?

Enrico IV inginocchiato a Canossa, davanti a Papa Gregorio VII

 

TRUMP TELEFONA A PUTIN: OCCIDENTE A CANOSSA

Il Simplicissimus

Trump telefona a Putin: l’Occidente si inchina come Enrico IV a Canossa?


Con un tempismo perfetto la Toscana ha varato una propria legge sull’eutanasia, unico intervento della sanità pubblica che non richiederà ticket e attese interminabili: così i leader europei guerrafondai adesso sanno a chi rivolgersi. La giornata di ieri è stata una formidabile gragnuola di colpi per loro, non tanto per la telefonata di Trump a Putin che è stata piuttosto generica e inconcludente, giusto una presa di contatto, quanto perché la Casa Bianca ha affidato al Segretario alla Difesa Hegseth, il compito di mettere in chiaro le basi su cui gli Usa si muoveranno per le trattative di pace o, con più realismo, per sottrarsi alla sconfitta finale. Volendo sintetizzare tra condizioni base ci sono la rinuncia da parte di Kiev dei territori oggi nelle mani della Russia e l’abbandono della speranza di un ingresso nella Nato mentre nel caso si ritenesse necessario garantire la sicurezza dell’Ucraina con truppe schierate ai nuovi confini, esse dovranno essere solo europee: gli Usa non manderanno né uomini né mezzi. Dulcis in fundo, una missione di questo tipo avverrà al di fuori dell’Alleanza atlantica e dunque gli eventuali contingenti europei non saranno coperti dall’articolo 5: un eventuale attacco non farà scattare la clausola di intervento comune.

Detto in due parole gli Usa si tirano fuori e lasciano la patata bollente in mano sai disgraziati europei che oltretutto se la devono vedere con le disastrose conseguenze delle sanzioni imposte alla Russia che l’uomo della strada può facilmente e amaramente desumere dall’aumento delle bollette e dalla chiusura di aziende. Questa è la cosa certa, comunque, vadano le cose: l’Europa o per dire meglio la Ue è ormai sola dopo almeno tre anni di bellicismo sfrenato, criminale e insensato oltre che del tutto contrario all’opinione prevalente delle persone. Questo non stupisce di certo, visto che l’Unione serve essenzialmente a tener fuori i cittadini da ogni decisione, ma il fatto che proprio i poteri oligarchici europei sono stati fanaticamente favorevoli alla guerra, spesso suggerendo o preparando attacchi alla popolazione civile russa, ora li mette alla sbarra della storia. Forse il chiodo finale su questa stagione folle l’ha messo proprio Zelensky, il quale ha fatto sapere che l’Europa non può garantire la sicurezza dell’Ucraina senza gli Stati Uniti.

Quanto ad una pace effettiva siamo ancora lontani: la mossa di Trump è stata in gran parte volta a mostrare di “avere in mano la palla” (siamo sicuri che volesse dire “palla”? f.d.b) quando invece in modo piuttosto palese è l’esatto contrario visto che sono state recepite molte richieste della Russia e di fatto mancano solo l’accettazione della neutralità dell’Ucraina, la fine delle sanzioni e la cacciata di Zelensky in quanto presidente illegittimo e dunque non idoneo a firmare qualsiasi trattato. Ancora di più pesano gli inganni di cui la Russia è stata vittima dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, per esempio i trattati di Minsk o la promessa che la Nato non sarebbe andata un centimetro più in là: il fatto che negli Usa ogni nuova amministrazione si sente libera di stracciare gli accordi internazionali presi, come in effetti è avvenuto infinite volte, rende molto restio il Cremlino ad accettare patteggiamenti che non siano ferreamente regolati e privi di equivoci. Insomma, alla fine la pace verrà dettata dalla Russia, certificando al di là delle cortine fumogene e della retorica la sconfitta occidentale. Putin per il momento sta lucidamente dando una sponda a Trump perché riesca nell’illusionismo di parere il vincitore, mentre è lo sconfitto. E la cosa sembra funzionare: in un’intervista da The Donald ha detto l’Ucraina potrebbe diventare anche interamente russa, lasciando in qualche modo intendere che agli Usa di questo Paese non importa un fico secco e che sono interessati principalmente dal risarcimento dei soldi spesi, attraverso l’accaparramento delle risorse minerarie.

In questo quadro il pericolo è che i sinedri delinquenziali di Bruxelles e di Londra, di fronte a una sconfitta troppo grande per poter essere messa sotto il tappeto e ormai alla disperazione, non cerchino di provocare un conflitto da altre parti cercando per esempio attraverso sabotaggi che già ci sono stati, una sorta di una guerriglia navale nel Baltico e/o qualche azione attraversi i tre ringhiosi stati Chihuahua che si affacciano su quel mare. La speranza è che una reazione russa potrebbe pure avverare la profezia di un attacco di Mosca all’Europa e provocare la discesa in campo della Nato. Ma il Cremlino lo sa bene, mantiene i nervi saldi e ad ogni buon conto ha dislocato 14 divisioni nell’area.

Redazione

 

 

 

 

 

 

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