Per quattro decenni e passa non si è mai voluta ammettere questa verità

USTICA: LA VECCHIA STRAGE NATO

ORA SERVE AI NUOVI MASSACRI


Dopo oltre quarant’anni l’0mertà assoluta dello Stato sulla strage di Ustica è stata frantumata all’improvviso da Giuliano Amato, il vecchio “dottor sottile” che è stato sempre usato come testata ad alto potenziale contro la libertà di questo Paese, sia che rubasse nottetempo i soldi dei conti correnti, sia che si ergesse nella Corte Costituzionale in difesa dei truffatori del vaccino e della pandemia, insomma per buttare sotto il tappeto l’ultima strage. Tutti sono rimasti basiti per questa uscita di uno degli uomini meno amati d’Italia, permettetemi questo  gioco di parole, il quale come se nulla fosse ha svelato ciò che in realtà era da anni un segreto di Pulcinella anche grazie alle inchieste di Andrea Purgatori, scomparso questa estate: che la Nato aveva messo in piedi una falsa esercitazione allo scopo di  abbattere il caccia sul quale doveva trovarsi Gheddafi e che il Dc9  civile è stato colpito per errore da un caccia francese che invece di centrare il Mig dove presumibilmente si trovava il colonnello, che invece era rimasto a Tripoli,  colpi  il velivolo di linea che da Bologna andava verso Palermo. In una situazione del genere che comunque il governo italiano conosceva e che presentava rischi obiettivi non si pensò nemmeno a bloccare quei voli che incrociavano con l’agguato aereo della Nato. Dunque, si potrebbe dire una strage annunciata, anzi voluta.

Per quattro decenni e passa non si è mai voluta ammettere questa verità che Amato come presidente del consiglio e più volte ministro doveva conoscere bene al di là dei depistaggi operati dai servizi e dall’aeronautica militare, subito accodatasi nella sala delle omertà. La ragione di tutto questo sta nel fatto che non si voleva far sapere che la strage era stata compita dalla Nato visto che nel 1980 il partito comunista era ancora forte, Gorbaciov, lo svenditore dell’URSS, non era ancora comparso sulla scena e a Mosca regnava Breznev. si sarebbero potute sviluppare fortissime proteste, forse anche rivolte dalle quali avrebbe potuto nascere un sentimento di forte ostilità nei confronti dell’alleanza assassina anche al di là dell’area propria mente di sinistra, per esempio nella base della destra missina che da sempre si era convertita all’americanismo senza se e senza ma. Certo non si può non rimanere perplessi di fronte a un atto di terrorismo da parte della Francia che facendo fuori Gheddafi voleva contemporaneamente fare fuori anche l’Italia dagli affari del petrolio. Cosa ritentata da Parigi trent’anni dopo con successo apparente perché poi non è stata in grado raccogliere i frutti della commedia libica e ora sta per essere cacciata da tutta l’Africa subendo anche l’onta di essere trattata come incapace dagli Usa. Chi la fa l’aspetti.

Rimane da capire per quale motivo solo adesso Amato è stato incaricato – l’uomo non ha mai fatto nulla spontaneamente – di rivelare i segreti della strage di Ustica. Difficile capire quale sia stata la molla e tuttavia si può anche pensare che in questo momento in cui gli Usa stanno distruggendo economicamente l’Europa, abbiano tutto l’interesse di dividere tra di loro i Paesi del continente, per evitare che si possano sviluppare resistenze e  solidarietà al di fuori dei meccanismi ufficiali della Ue ormai completamente privi di vita propria e burattinati da Washington senza nemmeno incorporare un po’ di intelligenza artificiale, almeno a sentire i discorsi vacui e stupidi che fanno i personaggi della star system Ue. Questo inoltre dà alla Meloni che dai sondaggi al ribasso parrebbe già essere fuori stagione, di rivendicare la totale sottomissione agli Usa come un atto dovuto dopo quello che è accaduto. Naturalmente poco importa che siano stati gli Usa a organizzare la trappola per Gheddafi e a questo proposito è molto probabile che al colonnello sia arrivato proprio dall’Italia il suggerimento di restare a terra. Qualcuno dice che sarebbe stato Craxi, ma al tempo non aveva alcuna responsabilità di governo ed è improbabile che vi sia il suo zampino, ma se proprio indicare un nome direi Cossiga che al tempo era presidente del Consiglio. Egli (tra l’altro cugino di Berlinguer) era stato per molti anni l’uomo di Aldo Moro in fatto di intelligence, di servizi segreti e dei rapporti in particolare con gli americani e gli inglesi e per valutare in maniera intelligente le mosse del Partito comunista. Era insomma persona informata dei fatti come si dice e forse anche un po’ col dente avvelenato con gli americani che avevano architettato il rapimento e l’uccisione di Moro.

Redazione

 

 

 

 

 

 

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