Ė possibile salvare Venezia?

VENEZIA O CARA


Permettetemi oggi di mettere da parte per un attimo la crudele sarabanda planetaria per annunciare l’uscita del primo libro di Anna Lombroso, dedicato a ciò che ha scritto sulla sua Venezia sia su questo blog che altrove. Non si tratta certo di ritrattini e di pennellatine d’acquerello come la copertina tratta da un quadro di Guidi potrebbe far pensare, ma di fendenti sullo scempio che si va compiendo ai danni di una città unica al mondo per compiacere potentati locali e il capitale internazionale che man mano si va appropriando di edifici e intere isole e che sarebbe contento di liberarsi degli abitanti per poterne fare un’alcova per ricchi. In questo senso Venezia non è che un laboratorio sperimentale di perversione, di svendita di fascino e di incanti che sta investendo l’intero Paese e che alla fine riguarderà l’intera Europa. Dunque, questo libro rappresenta un caso speciale e particolare, ma non meno importante delle varie agende reazionarie del globalismo: oltre all’impoverimento economico, c’è anche la sottrazione della bellezza per farne un bene privato con valore di mercato. Il bello, come diceva Platone è anche il giusto e il vero ed è dunque nemico di chi vuol fare dell’umanità un gregge.

Riguardo alla scelta dei testi la responsabilità è solo mia come sarà mia per gli altri libri sulla società italiana e sui beni comuni, sempre tratti dagli scritti di Anna Lombroso. Oltretutto acquistando il libro che si trova in vendita on line su Feltrinelli, Mondadori, Ibs, Amazon e altri siti si può collaborare a tenere in vita questo blog che non ha mai fatto la questua, ma che certo non vive d’aria.

Redazione

 

 

 

 

Descrizione

Ė possibile salvare Venezia? Sottrarla al fascino della dissoluzione che ne accompagna il mito ed è per così dire il volto oscuro e inquieto della sua bellezza? Anna Lombroso non rinuncia alla speranza che i veneziani possano ritrovare voce in capitolo sul destino della loro città mentre oligopoli tentacolari, politica evanescente e arresa agli affari, producono mostri, alcuni che per fortuna rimangono sulla carta come la torre Cardin, altri come le grandi navi che giganteggiano e soffocano la città come astrusi condomini dell’era contemporanea e altri ancora che sono un sostanziale fallimento come il Mose. In questo volume sono raccolte le “cronache veneziane” che Anna ha scritto sul “Simplicissimus” nell’arco di dieci anni, sempre in maniera affilata e mai afflitta – se è lecito il gioco di parole – dalla corrività o complicità col potere e nemmeno da quella rassegnazione che suggerisce di evitare polemiche e di deporre le armi per quieto vivere. Si potrebbe dire che sono cronache percorse dalla collera per gli scempi che si sono accumulati, ma anche attraversate da lampi d’ironia, di speranza e di tenerezza.

 

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