La stupidità di quest’uomo è più alta della torre Eiffel

Battaglia di Borodino (o della Moscova) 7 settembre 1812 Louis-François Lejeune.

VERSO WATERLOO, A TUTTI I COSTI


Si dice che il presidente Macron voglia scegliere la principale celebrazione dello sbarco in Normandia, in programma per domani, per annunciare ancora una volta l’invio di truppe e consiglieri francesi in Ucraina che peraltro ci sono già da due anni sia pure sotto mentite spoglie, in maniera che la sconfitta non appaia più dell’Ucraina, ma dell’intera Nato. La stupidità di quest’uomo è più alta della torre Eiffel, ma rappresenta a pieno quella di tutto l’Occidente che ormai è imprigionato nella sua stessa rete e muovendosi senza alcun criterio diventa sempre più preso tra i fili. Macron si avvia a celebrare contro la Russia un avvenimento storico che non solo vedeva la Russia alleata, ma che di fatto fu la vera vincitrice della guerra: le truppe americane ed inglesi faticarono ad arrivare al Reno pur battendosi contro truppe tedesche di secondo e terzo piano mentre il grosso della potenza tedesca era concentrata ad est.

Non solo, ma Macron, come del resto tutta la Nato non ha imparato la lezione di Borodino (1)quando la grande armata di Napoleone ottenne una specie di vittoria in quella località nei dintorni di Mosca, ma a prezzo di perdite così terribili sia in uomini che in materiali, che resero impossibile la continuazione della guerra. Soprattutto si trattò di una sconfitta morale perché la grande armata si rese conto della determinazione russa che Napoleone non aveva messo in conto. Dopo qualche settimana, la grande armata diede inizio alla storica ritirata visto che l’imperatore si rifiutò di fare l’unica cosa che poteva realisticamente fare, ovvero chiedere la pace. Fu proprio questa impossibilità o incapacità di intavolare trattative che condusse alla distruzione completa della grande armata e portò direttamente Napoleone a Waterloo, dove gli inglesi si attribuirono un merito che era in realtà della Russia. Ancora una volta verrebbe da dire se non fosse riferito al futuro. Il fatto è che quando le linee di comunicazione ovvero la logistica si allungano in una guerra di logoramento, inevitabilmente viene favorita la potenza più vicina al luogo dello scontro che sia al tempo di Napoleone, sia oggi è ovviamente la Russia.

La ritirata di Napoleone da Mosca, Adolph Northen XIX secolo.

Questo mutatis mutandis, lo vediamo anche nel Mar Rosso: il fallimento dell’operazione Prosperity Guardian portata avanti con una flotta notevole che tuttavia non impedisce agli Houthi di mettere in crisi il traffico navale verso e da Israele, di attaccare portaerei, di  danneggiare alcune navi da guerra e numerosi cargo mercantili oltre che di abbattere costosissimi droni americani, sta proprio nella lontananza delle fonti di approvvigionamento che nel caso degli Usa si trovano a molte migliaia di chilometri di distanza. Proiettare potenza con navi di superficie in un’era di droni e missili ipersonici, è l’analogia del XXI secolo dell’attacco a una postazione di mitragliatrice con la cavalleria: è proprio questo che rende anacronistico e folle il pensiero di far guerra alla Cina che pure viene spesso evocato a Washington. Non c’è dubbio che gli Stati Uniti, attraverso una combinazione di navi di superficie, sottomarini e mezzi aerei, possano infliggere gravi perdite ai cinesi. Ma a prezzo di enormi perdite: dopo un primo slancio di energia, gli Stati Uniti non sarebbero più in grado di sostenere le proprie forze nel Pacifico, lontano dalla terraferma americana.

La classe politica dominante degli Stati Uniti – sia repubblicana che democratica – si è illusa di poter imporre la propria volontà al mondo usando la forza e considerando la diplomazia una mancanza di virilità. Così gli Usa e l’Europa che li scimmiotta stanno andando verso una guerra del tutto evitabile, rifiutandosi di prendere le decisioni che potrebbero allentare l’estensione del conflitto: il tentativo occidentale di dominare Russia e Cina porterà probabilmente alla Waterloo del XXI secolo per l’America e soprattutto per l’Europa.

Redazione

 

 

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