Adesso lo sappiamo…
VIRUS, GATES E GUERRA: LE RICETTE DELL’OCCIDENTE
Adesso lo sappiamo: Bill Gates ha donato, attraverso la sua fondazione, 9,5 milioni di dollari all’Università del Wisconsin-Madison e al ricercatore capo Yoshihiro Kawaoka per finanziare esperimenti volti a modificare il virus dell’influenza aviaria del tipo H5N1 in maniera che esso possa attaccare anche i mammiferi e dunque l’uomo. Si rimane senza fiato di fronte alla stupidità del mondo occidentale dove ancora si parla seriamente del “guadagno di funzione” come se non fosse la ricerca di armi biologiche, ma un’azione umanitaria. Con la scusa di produrre vaccini per proteggere da nuovi agenti patogeni che potrebbero non arrivare mai o tra mille anni o tra un milione, li si crea: questa è solo la follia terminale del nostro mondo, in cui abbiamo permesso a idioti del calibro di Gates di arricchirsi a tal punto da manomettere la salute di tutti e anche, a quanto pare, il clima con esperimenti deleteri di immissione di sostanze riflettenti nell’atmosfera.
Ma adesso questa melma nella quale operano gli apprendisti stregoni può venire buona anche ad altri scopi oltre a quello di vellicare le visioni maltusiane della élite anglosassone, coltivate ormai da oltre due secoli. Molti dei critici del sistema neoliberista pensano che i potentati finanziari occidentali siano diventati un moloch invincibile, ma a dire la verità sono anche così stupidi da aver davvero creduto che la Russia si sarebbe tirata indietro rispetto al massacro nel Donbass oppure che sarebbe stata facilmente sconfitta in base alle loro credenze economiche. Hanno alla fine creduto alla loro ideologia fasulla che non è altro se non una tecnica del potere, ma adesso che hanno fallito hanno solo due strade davanti a loro: o arrivare alla guerra nucleare o ammettere la sconfitta. Quest’ultima ipotesi è quasi impossibile da praticare perché l’Occidente perderebbe quella deterrenza economico militare che gli permette di rapinare le risorse altrui e vivere decentemente praticando attività per la più parte futili. Dove andrebbero a finire gli Usa con interessi sul debito federale di un trilione di dollari all’anno e un deficit di bilancio di duemila miliardi di dollari l’anno e con gigantesche importazioni di prodotti che non fabbricano più? Al macero insieme ai Paesi che seguono come pesci pilota questo squalo. Basta semplicemente che il dollaro perda di importanza oltre un certo livello o che siano messi in luce i limiti della forza con la quale può sostenere il biglietto verde: gli esempi di ‘Iraq e la Libia sono ormai lontani.
Dunque, se si decidesse di non arrivare all’Armageddon finale, la sconfitta dovrebbe essere nascosta da qualche diversivo che distragga completamente l’attenzione delle persone e crei nuove angosce. Quale migliore tappeto dove nascondere il fallimento, se non una nuova pandemia e la riproposizione di tutto il complesso di paure e di operazioni di controllo sulla popolazione, di censure e di totalitarismo sanitario? Ecco perché i finanziamenti di Gates e la guerra si legano in una stessa logica: non che l’ex patron di Microsoft lavori per questo scopo preciso, ma si tratta di un’atmosfera in cui i diversi interessi si intrecciano e si collegano quasi naturalmente e inconsciamente, tanto da arrivare a connettere i vaccini che dovrebbero salvare vite alle visioni di depopolamento.
La tentazione di una nuova pandemia è forte, anche perché sarebbe una nuova orgia di miliardi, ma il problema è che l’operazione varrebbe solo per il mondo occidentale, eviterebbe – forse – scombussolamenti politici che potrebbero liberarci da élite politiche che hanno retto il gioco, ma tutto il resto del pianeta sa già che la Nato, ovvero gli Usa, sono stati sconfitti in Ucraina e che un nuovo mondo si va formando. A questo si aggiunge il fatto che Israele si trova in grande difficoltà con Hamas nonostante la stratosferica superiorità sulla carta e che l’annunciata avventura nel sud del Libano rischia di trasformarsi in un disastro: lo fa quasi appositamente per provocare l’ingresso ufficiale degli Usa nel conflitto, ma non c’è dubbio che questo si tradurrebbe nella fine della costruzione politica medio orientale degli Usa e in un rinnovato rischio di guerra globale. Venire fuori da questa palude in cui l’occidente si è ficcato sarà molto difficile. Il dado sulla fine dell’impero è orami tratto.
«LA VITTORIA DI THOMAS MALTHUS AL TEMPO DEL VIRUS»