La commedia teatrale dell’antica Grecia offre uno spaccato vivace della vita economica e sociale dell’epoca

VITA ECONOMICA NELLA COMMEDIA TEATRALE DELL’ANTICA GRECIA

Il pescivendolo di Dìfilo e la speculazione monetaria

di Riccardo Alberto Quattrini


La commedia teatrale dell’antica Grecia offre uno spaccato vivace della vita economica e sociale dell’epoca. Tra le opere meno conosciute, ma significative, vi è “Il Pescivendolo” di Dìfilo, commediografo del IV secolo a.C. Sebbene il testo completo non sia pervenuto, i frammenti disponibili e le testimonianze indirette permettono di cogliere aspetti rilevanti della speculazione monetaria nel periodo ellenistico.

Dìfilo, esponente della Commedia Nuova, si allontana dalla politica esplicita delle commedie antiche (come quelle di Aristofane) per concentrarsi sulla vita quotidiana e i costumi sociali. Attraverso il pescivendolo, non solo intrattiene, ma offre una riflessione sui valori morali e le dinamiche economiche del suo tempo.

Aristofane appartenente Con Aristofane e Le Nuvole, la filosofia incontra la satira: una pungente parodia di Socrate e dei sofisti, dove il comico smaschera le contraddizioni della società ateniese.

Mentre le commedie di Aristofane, appartenente alla Commedia Antica greca, sono celebri per il loro tono esplicito, satirico e spesso oltraggioso. Questi lavori affrontano temi politici, sociali e culturali con una combinazione di umorismo irriverente, critica diretta e parodia spietata. Aristofane non esitava a prendere di mira politici, poeti, filosofi e interi aspetti della società ateniese. Ne citiamo una a caso “Le Nuvole”, Aristofane prende di mira la filosofia e la sofistica dell’Atene del V secolo rappresenta Socrate sospeso in una cesta tra le nuvole come una parodia della sua presunta inclinazione verso pensieri astratti e irraggiungibili. Questo espediente comico serve a simboleggiare il distacco di Socrate dalle questioni pratiche e terrene, una critica alle sue idee considerate troppo “alte” o scollegate dalla realtà quotidiana.

Trama ricostruita de “Il Pescivendolo”

L’opera probabilmente ruotava attorno alla figura di un pescivendolo, un personaggio stereotipato e astuto, noto per le sue pratiche commerciali discutibili. La commedia mette in scena episodi di vita quotidiana legati al mercato, dove il pescivendolo si confronta con clienti di vario tipo: ingenui, esigenti o astuti quanto lui

Il cuore della trama potrebbe essere un episodio in cui il pescivendolo cerca di trarre vantaggio da una situazione di forte domanda di pesce fresco, forse accaparrando la merce o mentendo sulla sua qualità per aumentare i prezzi.
La tensione comica nasce dalle interazioni del pescivendolo con i clienti e altri commercianti. Gli inganni del pescivendolo vengono messi a nudo, spesso con esiti comici e morali.

Dietro la leggerezza della trama, Dìfilo usa il personaggio del pescivendolo per criticare le dinamiche economiche dell’epoca, in particolare le pratiche speculative e l’avidità che minavano la fiducia nei mercati.

Come in molte opere della Commedia Nuova, la vicenda si conclude probabilmente con una lezione morale o con la riconciliazione tra i personaggi, dove l’astuzia e l’avidità vengono smascherate, portando a un ristabilimento dell’ordine.

Speculazione Monetaria nella Commedia

Nella commedia, il pescivendolo rappresenta non solo un mestiere comune, ma anche le strategie economiche adottate per massimizzare i profitti. La speculazione monetaria emerge attraverso pratiche come l’accaparramento del pesce per aumentare i prezzi o l’uso di monete di valore inferiore nelle transazioni. Queste tattiche evidenziano una consapevolezza delle fluttuazioni del mercato e un tentativo di manipolarle a proprio vantaggio.

Frammenti pervenuti

Uno dei frammenti più significativi recita:

“Ἐγὼ δὲ τὸν ἰχθυοπώλην ἔχων ἄνδρα κακὸν καὶ πονηρὸν”

Traduzione: “Io, avendo a che fare con un pescivendolo, uomo malvagio e disonesto”.

Questo passo suggerisce una critica ai pescivendoli dell’epoca, forse accusati di pratiche commerciali scorrette o di speculazione sui prezzi del pesce.

Un altro frammento menziona:

“Ὁ ἰχθυοπώλης ἀεὶ τὰ κάλλιστα ψεύδεται”

Traduzione: “Il pescivendolo mente sempre sulle cose migliori”.

Qui si evidenzia la tendenza dei venditori a esagerare sulla qualità della merce per attirare i clienti, riflettendo una realtà commerciale comune nell’antica Grecia.

Citazioni e Fonti

Sfortunatamente, i frammenti esistenti de “Il Pescivendolo” sono limitati e non forniscono citazioni dirette sulla speculazione monetaria. Tuttavia, autori successivi come Ateneo di Naucrati, nel suo “Deipnosophistae”, menzionano Dìfilo e le sue opere, offrendo spunti sulle tematiche trattate nelle sue commedie. Inoltre, studi moderni sull’economia nell’antica Grecia analizzano come le commedie riflettessero le preoccupazioni economiche del tempo, inclusa la speculazione.

Ecco un’immagine che rappresenta una scena teatrale dell’antica Grecia, con la speculazione monetaria come tema centrale. Il disegno raffigura un venditore che manipola le bilance mentre il pubblico reagisce vivacemente, unendo la satira teatrale all’analisi economica

Conclusione

“Il Pescivendolo” di Dìfilo, pur frammentario, offre una preziosa finestra sulla vita economica dell’antica Grecia, evidenziando come la speculazione monetaria fosse un tema rilevante anche nelle rappresentazioni teatrali. Attraverso la satira e la rappresentazione di personaggi quotidiani, la commedia greca fornisce una comprensione profonda delle dinamiche economiche e sociali del suo tempo.

Riccardo Alberto Quattrini

 

 

 

 

Bibliografia

Per approfondire lo studio su Dìfilo e “Il Pescivendolo”, si consigliano le seguenti opere:

  • “Poetae Comici Graeci”, a cura di Rudolf Kassel e Colin Austin. Questa raccolta offre una compilazione critica dei frammenti dei poeti comici greci, inclusi quelli di Dìfilo.
  • “The Fragments of Attic Comedy”, a cura di John M. Edmonds. Un’opera che presenta traduzioni e commenti sui frammenti della commedia attica, con riferimenti a Dìfilo.
  • “Diphilos and the Two Menaechmuses” di W. Geoffrey Arnott. Un articolo che analizza l’influenza di Dìfilo su Plauto, disponibile nel “The Classical Quarterly”.

 

 

 

 

 

 

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