Lo Zar, come i Media chiamano usualmente Vladimir Putin, ha parlato

VIVERE CON LA VERTIGINE (E NON ACCORGERSENE)


Lo Zar, come i Media chiamano usualmente Vladimir Putin, ha parlato. Lo ha fatto pochi giorni fa, il 24 febbraio, nella prima ricorrenza di quella che definisce L’Operazione Speciale. Ovvero l’intervento delle truppe russe nel Donbass e aree limitrofe, per mettere in sicurezza la popolazione russofona. In sostanza quella che i nostri Media occidentali chiamano la guerra con l’Ucraina. Dimenticando, scientemente, che in Donbass si combatte e muore sin dal 2014…

Ecco il link integrale che svela le bugie: https://www.youtube.com/watch?v=wJ5Ki2uMXSI

Comunque, ha parlato. E, cosa paradossale, di ciò che ha detto, ben pochi, qui da noi, hanno preso coscienza. O semplicemente atto. Anche perché, va detto, che ben poco rilievo è stato dato al suo discorso sui nostri organi di (supposta) informazione. Più impegnati a fare da cassa di risonanza ai deliri di onnipotenza di Zelensky, o alle dissertazioni di, improvvisati e improbabili, analisti che prevedono, da mesi, il tracollo della Russia.

Mancanza di informazione che, per inciso, la dice lunga sulla famosa libertà di stampa (e di pensiero) che dovrebbe vigere nelle nostre società, così aperte, così democratiche…

Il discorso di Putin, però, avrebbe meritato molta più attenzione. Perché non si è limitato a ribadire le ragioni che hanno determinato l’intervento in Ucraina. Non ha solo difeso dalle critiche le posizioni di Mosca. Ha detto ben altro. Molto altro. Cose che, se ascoltate, dovrebbero farci vivere con… la vertigine. Soprattutto sperimentare la forza della vertigine.

“La forza della vertigine” è, per chi non lo ricordasse (ovvero i più, visto che è opera dimenticabilissima) un saggio di André Glucksmann. Forse il più acuto dei cosiddetti “nuovi filosofi francesi”. Ma, tutto sommato, come gli altri, uno capace di scoprire, e spiegare, che l’acqua, quando bolle, è calda.

Comunque, questo saggio lo scrisse a Guerra Fredda ancora in corso. E con il terrore incombente del conflitto nucleare. Con il quale, diceva, dobbiamo imparare a convivere. Traendone, semmai, forza.

Niente di che… non siamo di fronte al Discorso sul Metodo di Cartesio, o all’Etica di Spinoza. Un pamphlet come tanti di quegli anni.

Che, però, attesta chiaramente una cosa. Che si era ben coscienti, a livello generale e non solo tra gli “specialisti”, del rischio di una guerra totale.

E di questa coscienza, oggi, non vi è traccia alcuna. Colpa dei media, certo. Che si perdono a raccontare scemenze come l’eroica vecchietta Ucraina che elimina una squadra di carristi russi con una torta all’arsenico… e non raccontano ciò che sta succedendo davvero. La distruzione, ormai sistematica, di tutte le infrastrutture, che sta mettendo in ginocchio Kiev, al di là dei roboanti proclami del suo governo.

Colpa dei governi occidentali, soprattutto europei, che sembrano totalmente inconsapevoli di come il loro appoggio, totalmente acritico, a un tirannello da operetta implichi rischi altissimi. E prospetti il coinvolgimento in un conflitto devastante.

E colpa dei cittadini, infine. Anestetizzati da tre anni di folli politiche per la pandemia. Ormai incapaci di pensiero autonomo. E persino di un qualche senso del ridicolo.

Eppure, dovremmo avere le vertigini. Putin ha parlato molto chiaro. Ha accusato ufficialmente Washington e la NATO di essere entrati in guerra contro la Russia. Ha avvertito che, se costretto, per salvare il suo paese dalla totale distruzione, ricorrerà a qualsiasi mezzo.

Ha denunciato i trattati di non proliferazione nucleare.

Tirare i conti è facile. Due più due fa quattro. Aritmetica elementare.

La risposta occidentale? La prospettiva di aprire un nuovo fronte in Moldova, con l’Ucraina, il solito Zelensky, che si dichiara pronta a invadere la Transnistria. Russofona. E controllata da forze russe, per altro con avvallo, a suo tempo, dell’ONU.

E, poi, la proposta di pace cinese. Rigettata da Washington e alleati perché Pechino non condanna, preventivamente, l’intervento di Mosca. Sic!

Peggio ancora. Venti di guerra anche con la Cina. L’Amministrazione Biden, NATO al seguito, manda navi da guerra nel Mar Cinese Meridionale, e sposta truppe a Taiwan. Il silenzio di Xi Jinping è, forse, ancora più eloquente del discorso di Putin. E più gravido di minacce.

Dovremmo, davvero, provare un senso di vertigine… e invece ci preoccupiamo di discutere di Sanremo, o di quattro sberle volate tra ragazzi davanti ad un liceo di Firenze…

Come scrivevano gli storici greci, gli Dei rendono ciechi coloro che vogliono portare alla perdizione…

Andrea Marcigliano
Quos Deus Vult Perdere, Prius Dementat. Gustave Courbet – Le Désespéré (Autoritratto) 1843-45 –

 

 

 

 

 

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