Essere stupidi non è indispensabile
WASHINGTON CONTRO L’INDIA. ANCHE QUANDO NUOVA DELHI
FA CONCORRENZA A PECHINO
Essere stupidi non è indispensabile, però aiuta per far carriera ai vertici delle istituzioni statunitensi. Andrea Marcigliano ricordava ieri il nuovo fronte aperto da Washington contro Nuova Delhi, rea di aver stipulato un accordo con l’Iran per lo sviluppo di un porto iraniano che permetterà di incrementare i rapporti commerciali tra i due Paesi. L’India, tra i Paesi Brics, è quello più impegnato a mantenere buoni rapporti con l’Occidente Collettivo, ma agli idioti che gestiscono Biden come badanti non è bastato. E visto che loro sono i buoni, possono minacciare sanzioni anche contro gli amici.
D’altronde la missione di Washington è quella di esportare democrazia e civiltà, anche con le bombe ma, in questa fase, soprattutto con le sanzioni.
Se i badanti di Biden fossero meno idioti, ed ignoranti, si sarebbero accorti che l’accordo Iran-India è pensato in concorrenza con uno analogo tra Cina e Pakistan. Che, in teoria, dovrebbe preoccupare maggiormente Washington. Ma quando alla stupidità si somma l’arroganza, diventa difficile non far danni. Così, per punire Modi, gli Usa sono intervenuti nella campagna elettorale indiana, con un voto durato alcune settimane. Non sono riusciti a ribaltare il risultato, ma hanno considerevolmente ridotto il successo previsto di Modi. Che ora dovrà decidere se allinearsi all’avvertimento o se pensare ad una vendetta.
In ogni caso i rapporti commerciali nell’area proseguiranno e non saranno limitati a Iran ed India o a Cina e Pakistan. Perché in entrambi i casi saranno coinvolti i Paesi dell’Asia centrale, sino alla Russia ed alla Turchia. E non sarà la stupidità dei badanti di Biden a frenare un processo irreversibile. Che, tra l’altro, ha già iniziato a coinvolgere l’Afghanistan dei talebani. Ennesimo successo dell’arroganza statunitense.