La narrazione ambigua  procede

Nell’immagine sono segnate in blu le zone conquistate dagli ucraini

ZELENSKY, UNA LACRIMA SUL VISO


Potrebbe sembrare incredibile; eppure, l’informazione mainstream continua imperterrita a essere possibilista sull’offensiva ucraina: non può negare il disastro, ma al contempo esalta i guadagni territoriali delle truppe ucraine dando ai lettori e agli ascoltatori l’impressione che comunque qualcosa sia stato. Nell’immagine di apertura sono segnate in blu le zone conquistate dagli ucraini a prezzo di molte decine di migliaia di morti e una quantità colossale di mezzi distrutti, dopo 3 mesi di offensiva. Come si può vedere si tratta di guadagni bagatellari, senza alcuna importanza strategica, ma cosa ancora più importante è che tutte le aree conquistate sono nella zona di nessuno e le truppe di Kiev non sono arrivate nemmeno alla prima linea di difesa russa. Quindi ogni spaccio di corbellerie dovrebbe chiudere se i cervelli degli ipnotizzati si aprissero.

“Zelensky è figlio di un’epoca in cui la realtà e la cronaca danno lezioni di sceneggiatura ai film e alle serie tv” Ed è per questo individuo che tutta l’Europa si è suicidata.

Ritorno ancora su questo tema perché mentre tale narrazione ambigua  procede, gli eventi sembrano precipitare: ieri è stato arrestato Igor Kolomoisky l’oligarca a cui Zelensky deve tutta la sua carriera prima televisiva e poi politica e non si capisce cosa possa esserci dietro questo evento: sempre ieri è stato sostituito il ministro della difesa il che indica che a Kiev qualcosa si sta muovendo, ma poi anche dall’esterno delle camarille ucraine sono arrivate spiacevoli novità: per esempio  è arrivato il diniego del Belgio a fornire i suoi vecchi F16 all’Ucraina, che dal punto militare conta poco o niente, mentre dal punto d vista politico è un segnale abbastanza chiaro che sta subentrando un realistico scetticismo riguardo al futuro dell’Ucraina. Ancora più significativo è che uno degli sciacalli baltici in servizio permanente attivo degli interessi americani, ovvero la Lituania, ha affermato tramite il suo presidente che l’Ucraina potrebbe rimanere senza armi a causa della corruzione di Zelensky e dei suoi, anche se non ha esplicitamente fatto il nome del neo-despota di Kiev. Questa dichiarazione sembra un brillante riassunto delle cazzate che alimentano l’opinione pubblica americana: le magiche armi occidentali non hanno fallito e non si sono rivelate mediocri, non sono riuscite a fare la differenza perché la corruzione ha fatto sì che molte di esse siano state vendute. Il che è vero per le armi leggere, ma non vale certo per i sistemi antiaerei che da trent’anni fanno cilecca o per i carri armati invincibili nelle brochure, ma che sembrano bruciare meraviglia. Come scusa fa il paio con quegli inqualificabili ufficiali della Nato, i quali dicono che sono gli ucraini a non aver saputo usare tutto il ben di Dio di morte dell’occidente, quando invece è ben noto che l’Alleanza atlantica ha pianificato ogni particolare della cosiddetta controffensiva.

Tuttavia, anche queste argomentazioni pretestuose alla fine sembrano convergere verso un’accusa al potere di Kiev e al suo tragicomico protagonista, come via d’uscita più facile per l’occidente e per gli Usa dove impazza ogni giorno di più l’affaire ucraino della famiglia Biden. Zelensky da attore consumato piange anche in pubblico non per i 400 mila – stando bassi – ucraini che a mandato a morte, ma per la moglie e i figli che hanno a disposizione almeno dieci mega ville in cui abitare. Ma è probabile che pianga per se stesso, che si stia rendendo conto che è arrivato il momento in cui dovrà pagare il fallimento al posto dei suoi burattinai e sarà un prezzo alto. Ma è comunque disposto all’estrema strage pur di rimanere in sella. Da una lacrima sul viso si capiscono tante cose

Redazione

 

 

 

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