”Io sono sempre stato un appassionato di Zorro
ZORRO E IL MISTERO DELLA Z
Io sono sempre stato un appassionato di Zorro. Fin da bambino, quando vidi il film con Tyrone Power. Un capolavoro, con la regia di Robert Mamoulian. Con il quale non reggono il confronto né quello con Alain Delon, né quelli con Banderas.
Tuttavia, per quelli della mia generazione Zorro era, soprattutto, la serie di telefilm prodotti dalla Disney sulla fine degli anni ’50, ma che da noi giunsero, e dilagarono, solo nel decennio successivo. Un adattamento molto libero, molto disneyano, in cui Guy Williams aveva ben poco della ferocia ribelle del personaggio creato da Johnston McCulley, uno scribacchino pulp, ma non privo di un certo qual geniaccio, nel romanzo popolare “La maledizione di Capistrano”. Lo Zorro Disney era allegro, beffardo, giocoso. E interagiva con uno straordinario sergente Garcia, buffo personaggio con il quale don Diego era in rapporti quasi amicali. Il che non impediva, praticamente in ogni puntata, che Zorro gli tracciasse con un colpo di spada, ma senza ferirlo, il suo segno sulla vistosa pancia. Una enorme, beffarda Z.
Strana lettera dell’alfabeto la Z. I latini l’avevano eliminata sin dall’età arcaica. Per poi reintrodurla dal primo secolo in poi, credo per volere dell’imperatore Claudio. Che era un grande dotto e un appassionato filologo. Era necessario per le parole di derivazione greca, che l’ affricata, la Zeta, contengono sovente. E così la nostra Zeta è finita in fondo all’alfabeto. E lì, più o meno, è rimasta.
Prestandosi, però, a molti usi simbolici. Assume valore numerico, ed è anche simbolo ermetico. Viene usata in matematica per indicare l’insieme dei numeri interi relativi (per favore non chiedetemi di più, di questo non ci capisco un’acca.) in fisica come simbolo del numero atomico (e peggio mi sento…) e credo anche in chimica…
Adesso, però, c’è qualcuno che l’uso della Z vorrebbe vietare. Sanzionando chi osa pubblicarla da qualche parte. Perché sui carri armato russi entrati in Ucraina campeggia, appunto una grande Z dipinta in bianco. E quindi è divenuta simbolo dei seguaci, occulti, di Putin. Le quinte colonne del nuovo Impero del Male.
Idea di indicibile, oserei dire sublime cretineria. Che, però, strano a dirsi, non è venuta a qualche zelota italico (notate la Z di zelota) della nuova crociata anti-russa. E neppure al nostro creativo ministro degli Esteri. Bensì a due parlamentari tedeschi. Che hanno, però, trovato subito ardenti sostenitori in tutta Europa. E in particolare da noi, ovviamente.
Il che dimostra in primo luogo che i tedeschi hanno perso molti primati storici, ma stanno acquisendo rapidamente quello del più stupido leccaculismo. E, in secondo luogo, che l’Europa è una realtà unitaria almeno sotto un profilo. Quello del più ottuso servilismo verso chi davvero comanda. E che non risiede a Bruxelles. Per inciso, neppure alla Casa Bianca….
Ora, si stanno spargendo veri e propri fiumi di parole per cercare di spiegare queste Z sui carri russi. E viene scritto e detto proprio di tutto. Giochino ozioso e abbastanza inutile. Anche perché nell’alfabeto cirillico la Z non si traccia così. Anzi, come lettera alfabetica non trova esatta corrispondenza…
Io, però, nutro una mia convinzione. Vladimir Putin è nato nel 1952. Ha, dunque, l’età per aver visto la serie Disney di Zorro.
Alt! Non venite ad obiettare che in URSS, probabilmente, non andava in onda. Putin è stato un direttore del KGB, è il Darth Fener delle nostre Guerre Stellari, e come tale è capace di tutto. Anche di aver visto i telefilm Disney da bambino. E di credersi, ora, Zorro in persona. Alla ricerca del suo sergente Garcia. Che potrebbe essere il comico Zelenskij, uso esibirsi nudo quando non gioca a scatenare conflitti mondiali… O lo strano vecchietto che nello Studio Ovale sembra avere una voglia pazza di premere il bottone nella, famosa, valigetta nera… O qualcun altro, magari un filantropo, che rovescia governi, distrugge sistemi economici, mette interi popoli alla fame, e salva il mondo producendo vaccini…
Avrebbe solo l’imbarazzo della scelta…
Certo, lo Zar (notare la Z di Zar) non ha la simpatia del don Diego de la Vega della mia infanzia. Ma gli, ipotetici, sergente Garcia sono decisamente meno simpatici di lui. E anche molto meno gioviali e innocui.
Z.
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